‘I Trentasei Stratagemmi’ è un antico trattato cinese di strategia militare, ispirato ai princìpi dell’I Ching (o Libro delle Mutazioni), che contiene tutta una serie di suggerimenti basati perlopiù sull’inganno e sulla manipolazione del nemico e degli alleati. Sebbene pensati specificamente per la strategia militare, questi Stratagemmi sono applicabili anche alla politica e alle relazioni sociali, tanto da essere studiati in molte scuole di management. Lo Stratagemma numero 10, inserito tra quelli “per le battaglie indecise”, recita: “Nascondi un pugnale dietro un sorriso”. Ripensando a certi passaggi di ‘Game of Thrones’, questo stratagemma pare essere stato applicato in maniera letterale, come accade nelle famigerate Nozze Rosse in cui, in un clima surreale, gli ospiti di un banchetto nuziale vengono massacrati a tradimento, quando il matrimonio è ormai celebrato (e forse anche consumato).
Ma quello di cui parliamo, per una volta, non ha niente a che vedere con battaglie campali, fortezze assediate, agguati nei boschi e teste coronate “che stanno cadendo come mosche” (cit.): anche dietro ‘Game of Thrones’, infatti, è in corso una guerra spietata, senza quartiere. A combatterla non sono grandi armate, spie, mercenari, ma persone dall’apparenza innocua e bonacciona, capitali (taaaaanti capitali) e mezzi di comunicazione di massa. Come abbiamo detto, però, le strategie belliche possono applicarsi anche ai rapporti umani e anche in questo contesto i sorrisi possono celare pugnali (fortunatamente solo in senso metaforico): sebbene questo conflitto sia combattuto sulla punta della lingua, tra le righe non scritte e fra il detto e il non detto, posso assicurarvi che le parti in causa non sono meno spietate di un qualunque Tywin Lannister.
C’è una guerra segreta dietro ‘Game of Thrones’. Non tanto fra libri e serie TV, quando fra l’autore dei romanzi George Martin e i produttori esecutivi dello show televisivo (David Benioff e D.B. Weiss, uniti nell’acronomo D&D). Non sappiamo con certezza quando sia iniziata, ma sappiamo che sta infuriando proprio in questo momento. A parlare di guerra è, in prima battuta, proprio l’autore de ‘Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco’, nel post del 10 giugno ‘Wars, Woes, Work’ sul suo blog Not a blog:
“… Nel frattempo, altre guerre [oltre al clamoroso scandalo dei Puppy agli ultimi Hugo Awards, N.d.R.] stanno scoppiando su altri fronti, incentrate sugli ultimi episodi di ‘Game of Thrones’. Non è mia intenzione esservi coinvolto, né permettere che assaltino il mio blog o il mio sito web, per cui – per favore – smettete di scrivermi e-mail o di postare commenti off-topic qui sul mio Not a blog. Fate infuriare queste battaglie […] dovunque tranne che qui, in effetti. Sì, lo so che ‘The Hollywood Reporter’ mi ha indicato come “il terzo più influente scrittore di Hollywood”, lo scorso dicembre. Sareste sorpresi di sapere quanto poco ciò possa significare. Non posso controllare ciò che chiunque altro può dire o fare, o fargli smettere di dire o fare qualcosa, sia sul versante dei fandom che in quello professionale. Ciò che posso controllare è ciò che accade nei miei libri, quindi ora torno a lavorare su quel capitolo che stavo scrivendo per ‘The Winds of Winter’, grazie tante.”
Non è la prima uscita particolarmente polemica dello scrittore. Polemica verso gli utenti che protestano per tagli e stravolgimenti della trama, ma anche, a leggere fra le righe, nei confronti della produzione, sulla quale Martin ammette di aver perso qualsivoglia controllo creativo (ammesso che lo abbia mai avuto). Il 18 maggio, all’indomani del tanto discusso episodio 5×06 e di una scena di stupro estremamente dibattuta, l’autore pubblicava il post intitolato ‘The Show, the Books’, dal quale rimuoveva i commenti sgraditi (“a prescindere dal tono”), fino addirittura ad impedire agli utenti di commentare.
“Prosa e televisione hanno diverse forze, diverse debolezze, diversi requisiti. David e Dan [i già citati produttori esecutivi, N.d.R.] e la HBO stanno provando a realizzare la migliore serie TV che possono. E quaggiù io sto cercando di scrivere i romanzi al meglio delle mie possibilità. E sì, sempre di più, ci sono delle differenze. Due strade che divergono nel folto del bosco, suppongo… ma tutti noi prevediamo ancora, alla fine, di arrivare nello stesso luogo.”
Oltre a ribadire il concetto già espresso proprio da Benioff sulla convergenza dei finali, queste righe di Martin, con la loro difesa d’ufficio della produzione dello show, sembrano buttate giù più per sopire le polemiche che per reale convinzione, soprattutto se lette in combinato con le dichiarazioni di giugno, incentrate sulla rassegnata constatazione dell’impossibilità di esercitare qualunque controllo creativo su quella che non è, e forse non è mai stata, davvero una creatura di George Martin. Anche un sorriso amaro può celare un pugnale, in fin dei conti. È come se lo scrittore si fosse reso conto che Benioff e Weiss hanno ormai assunto un potere assoluto sulla serie, introducendo modifiche che hanno lo sgradevole retrogusto dello stravolgimento (quando non addirittura della fanfiction) e che vanno al di là delle necessità dell’adattamento di un’epopea letteraria al medium televisivo. In quest’ottica, viene spontaneo chiedersi se anche l’abbandono della stesura di una sceneggiatura per stagione, deciso da Martin per la quinta e confermato per la sesta, non sia solo un tentativo di ritagliarsi più tempo per il futuribile sesto libro, ma segni un definitivo distacco dalla produzione.
Quel che è certo è che Benioff e Weiss non fanno niente per cercare di limitare i danni: dietro i loro sorrisi scintillanti e perfetti celano pugnali lunghi quanto spadoni e affilati quanto acciaio di Valyria. Non paghi di stravolgere la storia creata dallo scrittore, infatti, sembrano divertirsi a confermare quando stanno effettivamente anticipando (“spoilerando”) gli eventi dei libri futuri. È quanto accaduto con la dibattuta morte di un certo personaggio nell’episodio 5×09, ancora non avvenuta nei libri finora pubblicati. Nello speciale ‘Inside the episode’ rilasciato dopo la puntata, D&D hanno dichiarato di “essere rimasti scioccati” nell’apprendere che questo evento si sarebbe verificato (anche se auspicabilmente con dinamiche totalmente diverse) nei libri. Ora, uccidere un personaggio che nei libri è ancora vivo non è tecnicamente uno spoiler, data la piega che stanno prendendo le cose; confermare però che morirà lo è invece a tutti gli effetti. Soprattutto, è uno spoiler gratuito, che nulla aggiunge agli spettatori, che toglie qualcosa (foss’anche solo il dubbio!) ai lettori e che compiace unicamente il delirio di onnipotenza dei produttori esecutivi, il loro potere di vita e di morte sui personaggi della serie.
Degna di attenzione è stata la reazione a questo spoiler di Elio Garcia e Linda Antonsson, coppia di appassionati assurta al ruolo di consulenti ufficiali di George Martin per il lore della saga e curatori del sito web westeros.org. Sul profilo personale della coppia su Twitter (diverso da quello ufficiale dedicato alla pagina) i due hanno fomentato una vera e propria polemica tra i fan e nei confronti dei produttori esecutivi, affermando, senza i mezzi termini cari allo zio Martin, che i lettori sono stati “traditi” da Benioff e Weiss e addirittura proponendo una sorta di “sciopero dello spoiler”: “Dal momento che a D&D non frega niente di fare spoiler ai lettori dei libri, penso che dovremmo fare una massiccia campagna per rivelare lo spoiler più grande dell’episodio 10 #GameofThrones“. Si tratta di una risposta particolarmente aggressiva, e per quanto Elio e Linda siano ovviamente persone distinte da George Martin, dato il loro ruolo ufficiale riesce difficile immaginare che possano aver adottato questa linea di comportamento senza il consenso, anche solo tacito, dell’autore.
Insomma, c’è del marcio a Westeros. Martin e D&D ricordano un po’ quelle coppie che sono sul punto di separarsi, ma per non turbare la prole e il vicinato fanno finta che vada tutto bene, litigano quando sono da soli e per il resto del tempo si parlano a monosillabi o tramite le raccomandate degli avvocati.
– Stefano Marras –