Rullo di tamburi, appassionati de ‘Il Trono di Spade’! Eccoci all’ultima recensione dedicata alla quinta stagione di ‘Game of Thrones’: oggi tocca alla decima puntata, ‘Mother’s Mercy’ (letteralmente, ‘La pietà della Madre’), che nei giorni prima della release è stata tempestata da tantissimi leak (veri e fasulli)! Diamo subito gli opportuni avvisi anti-spoiler e procediamo!
DISCLAIMER: Questa recensione contiene SPOILER dalla puntata 5×10 – almeno quelli giudicati indispensabili per comprendere l’argomento trattato. Contiene anche, inevitabilmente, spoiler dalle puntate e dalle stagioni precedenti. Non proseguite la lettura se non avete ancora visto l’episodio e non volete rovinarvi la sorpresa!
Nei primi anni di vita della serie, la decima puntata ha tradizionalmente avuto un ruolo un po’ ancillare rispetto alla nona, quella scioccante per antonomasia: serviva a riprendersi dal trauma del finale dell’episodio precedente. Così è stato fino alla scorsa stagione quando, complice un nono episodio spettacolare, ma meno travolgente del previsto, il decimo ha assunto il ruolo di vero e proprio catalizzatore delle trame aperte durante la stagione. La stessa cosa, ve lo dico fin da subito, si ripete quest’anno: la puntata andata in onda nella notte fra domenica e lunedì si incarica di scatenare tutta la potenza drammaturgica accumulata dalle diverse storyline nel corso dell’intera stagione. Anche per questo, tra il serio ed il faceto, vi abbiamo proposto il nostro Sondaggione, per sapere chi, secondo voi, ci avrebbe lasciato la pelle: in certi casi voi votanti ci avete azzeccato, in certi altri decisamente no.
La puntata inizia con l’esercito di Stannis messo in crisi proprio dalla mossa di bruciare sul rogo Shireen (uno dei colpi di scena della puntata precedente): il suo esercito si è sfaldato per le diserzioni ed è rimasto privo di cavalleria. Peccato, perché il sacrificio a qualcosa è servito: le nevi si stanno infatti sciogliendo e la via verso Grande Inverno è libera. Ma le cattive notizie non vengono mai da sole: Selyse, la moglie di Stannis, ha ben pensato di farla finita impiccandosi ad un albero, mentre Melisandre, dopo aver fatto il danno, taglia la corda senza neanche salutare. Sansa, intanto, trova il coraggio di accendere la famosa candela alla finestra della Torre Spezzata, ma Brienne, com’era largamente prevedibile, abbandona la sua sacra missione per andare in cerca di vendetta contro l’uomo che ha ucciso il suo Re. L’utilizzo di Sansa come “punto di vista” per narrare la breve battaglia fra Bolton e Baratheon risulta un espediente “furbo” per non dover spendere troppo in termini di comparse e, soprattutto, di cavalcature: un po’ di CGI basta a rendere il massacro dell’armata di Stannis. L’incontro fra quest’ultimo e Brienne, poi, risulta un po’ forzato, ma in fin dei conti ce lo aspettavamo: pare proprio che la Vergine di Tarth abbia trovato la sua vendetta (complimenti a quel 9% di utenti che aveva scommesso sulla morte del Re alla Barriera!). Di ritorno alla propria cella, Sansa si scontra con Myranda, pronta a torturarla, ma è qui che avviene un miracolo: Theon Greyojy – non più Reek, o forse un po’ meno – trova gli attributi per uccidere l’amante di Ramsay e scappa con Sansa, lanciandosi in un pericoloso salto dalle mura della fortezza, dritto nella neve.
A Meereen, due innamorati litigiosi e un nano incredibilmente sobrio decidono di reagire alla scomparsa della Regina dei Draghi: i primi due si metteranno sulle sue tracce, mentre Tyrion e Verme Grigio rimarranno ad amministrare la turbolenta città degli schiavisti. Fortunatamente in soccorso del Folletto giunge, con un po’ di ritardo, Varys (sorpresa sorpresa!), il quale, fra il detto e non detto, mette a disposizione di Tyrion la sua rete di spie. Insomma, il duo che ha retto le sorti di Approdo del Re per tutta la seconda stagione sembra ricostituito. Daenerys, intanto, è finita chissà dove, in un posto che ricorda da vicino le scogliere irlandesi, con il drago in hangover, lontana da tutto e da tutti. Sporca, lacera, ma sempre dignitosissima, si avvia in una sorta di ricognizione, solo per finire circondata da migliaia e migliaia di guerrieri dothraki. Un drago un po’ più sveglio, adesso, le farebbe davvero comodo.
A Braavos, Arya porta a termine la sua vendetta contro Meryn Trant in una sequenza incredibilmente pulp che, finalmente, non ci risparmia niente: pugnalate, occhi cavati, gole squarciate sono uno degli ingredienti fondamentali della serie, che forse questa stagione è mancato fin troppo! Anche Arya ha avuto la sua vendetta: l’uomo che ha ucciso Syrio Forel è morto (d’altronde il 23% di voi scommetteva su questo esito). Naturalmente, però, la piccola assassina viene scoperta da Jaqen, che la sottopone ad una raffinatissima forma di tortura psicologica e, alla fine, le toglie la vista: si tratta di una punizione, o di un nuovo passo nell’addestramento da assassina?
A Dorne è tempo di saluti e di partenze. Myrcella riceve un bacio un po’ sospetto da Ellaria, ma nessuno ci fa caso. Sulla nave, Jaime cerca goffamente di confidarle la verità e lei, per una volta davvero dolcissima – dopo aver fatto l’adolescente stronza per tutta la stagione –, lo abbraccia e gli rivela di averlo, in qualche modo, sempre saputo e di essere fiera di averlo come padre. Certo, Jaime è figo, mica da mettere a confronto con quel panzone beone di Robert. A parte gli scherzi, il momento è davvero toccante. Un istante dopo, però, Myrcella inizia a sanguinare dal naso, confermando i nostri sospetti sul bacio “non-proprio-da-zia” di Ellaria.
Ci spostiamo dunque ad Approdo del Re, dove Cersei confessa finalmente – alcuni, mica tutti – i suoi peccati. L’Alto Passero, però, non è “favorevole alle prigioni con le porte girevoli” (cit.): manderà Cersei “ai domiciliari” nella Fortezza Rossa, ma non senza prima umiliarla in maniera devastante. Con i capelli rasati alla bell’e meglio, scalza e nuda come mamma Joanna l’ha fatta, Cersei è costretta a camminare per le vie della città con una suora (lo so che non si chiama così!) che le urla “Vergogna!” ad ogni passo e fra due ali di folla che la insultano in tutti i modi, verbalmente e fisicamente. È la famosa “Camminata della Vergogna” (“Walk of Shame”). La sequenza sembra infinita e mi ha davvero fatto provare una forte partecipazione emotiva nei confronti della Regina Madre. All’arrivo, Cersei viene accolta dal fidato Qyburn, dall’impassibile Ser Kevan e dal nuovo cavaliere della Guardia Reale alto più di due metri e che puzza di zombie fin da un chilometro (qualcuno ha detto La Montagna?).
Alla Barriera, infine, Jon decide di inviare Sam alla Cittadella, affinché questi studi per divenire un Maestro. Saluti, un carretto, forse la sicurezza per Gilly ed il piccolo omonimo di Sam il Distruttore. Poco dopo arriva Melisandre, sconvolta come se avesse guardato la morte in faccia: bellissima anche con i grandi occhi azzurri stralunati, non risponde a nessuna delle domande che le fanno Jon e Davos, e sparisce senza una parola. Poco dopo, Jon è intento a leggere delle lettere portate dai corvi (Benioff & Weiss, i trolloni del secolo: i lettori sanno di cosa sto parlando…), quando Olly irrompe nella stanza millantando di avere notizie su Benjen. La cosa puzza di marcio da lontano un chilometro, ma Jon si fionda nel cortile del Castello Nero, dove assistiamo ad un vero e proprio “cesaricidio”: i Guardiani della Notte circondano Jon e, Alliser Thorne in testa, lo pugnalano recitando “Per la Confraternita!” come se fosse un mantra. Il colpo finale, come nella migliore tradizione (c’è anche un accenno di “Tu quoque, Olly!”), lo infligge proprio l’odioso ragazzino. Senza parole, Jon si accascia sulla neve, che lentamente viene ricoperta da ettolitri del suo sangue, mentre i suoi occhi si perdono a fissare nel vuoto (per inciso, lo dava per morto il 33% di voi).
Musica strappalacrime e titoli di coda. Fine. A mio avviso, abbiamo assistito ad una puntata veramente valida, a tratti intrigante, a tratti entusiasmante, a tratti deprimente… che dirvi di più, cari Illyoners? Vi ringrazio per la pazienza, l’attenzione e la partecipazione con cui avete seguito queste recensioni e vi invito a continuare a seguire l’Isola di informazione fantasy per tutte le novità su ‘Game of Thrones’ e su ‘Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco’!
Valar morghulis!
– Stefano Marras –
Game of Thrones 5×10, ‘Mother’s Mercy’: recensione
Isola Illyon
- Perfetta gestione dei tempi, che consente di sfruttare appieno ogni secondo di pellicola;
- Morti (o presunti tali) a volontà!
- L'espediente di far osservare la battaglia a Sansa consente di contenere il budget, pur senza rinunciare a mostrare gli avvenimenti;
- Arya in versione pulp;
- Dolcissima e toccante la scena fra Jaime e Myrcella;
- La "camminata della vergogna" di Cersei è resa benissimo e crea una viva partecipazione nello spettatore;
- Zombie-Clegane!
- Il "cesaricidio";
- L'incontro fra Brienne e Stannis sul campo di battaglia risulta quantomeno forzato;
- Alcuni dei colpi di scena risultano un po' "telefonati";
- La sequenza del "cesaricidio" alla Barriera perde un po' di mordente rispetto alla versione scritta;
- Mistero sui cavalli di Stannis: prima sono tutti morti, poi sono scappati coi mercenari, poi Melisandre ne ruba uno;