“La minestra riscaldata non è mai buona”. No, pranzi e cene delle festività non mi hanno fatto diventare il fan numero uno della Parodi, né tantomeno un dispensaconsigli degno di Uomini e Donne. Questo ammonimento è semplicemente il pensiero che mi aleggia nel cervello da qualche giorno, ovvero da quando mi sono imbattuto nella notizia del ritorno di Shaman King.
Recap per i poco informati. Nel lontano 1998, sulla celebre Weekly Shonen Jump, viene pubblicato il primo capitolo di questo manga di Hiroyuki Takei. Dopo i primi numeri un po’ piatti, in cui il lettore prende confidenza con personaggi e combattimenti, l’opera decolla. Vuoi per la scelta di rappresentare un tema ancora inesplorato, vuoi per l’impronta culturale urban (su tutti rap e hip-hop), fatto sta che risulta difficile non appassionarsi alle vicende di Yoh Asakura: il ragazzo è uno sciamano in grado di parlare con gli spiriti e combattere attraverso essi, mentre l’intera trama ruota attorno al torneo che eleggerà il re di tutti gli sciamani, colui che sarà in grado di dare forma a un nuovo mondo.
Nonostante le caratteristiche palesemente shonen, la scelta di modellare la storia su personaggi già studiati e non il contrario (intenzione sempre dichiarata da Takei) è vincente: nessuno tra i comprimari presenti risulta inutile o “telefonato”, ognuno ha il suo spazio, la sua storia personale e una vagonata di sentimenti ed emozioni. L’unico tratteggiato male è anche colui che segna l’inizio della fine: nel 2004, mentre la storia è al suo culmine, protagonisti e autore si scontrano con un villain così forte da rendere poco credibile una sua eventuale sconfitta, un’autentica montagna impossibile da scalare. Allo stesso tempo i giapponesi decidono improvvisamente che Shaman King necessiti di molti più elementi shonen, nonostante fino ad allora Takei li avesse dosati egregiamente. L’interesse generale cala, sia da una parte che dall’altra, fino ad arrivare all’ultimatum di Weekly Shonen Jump, che concede al mangaka giusto il tempo per il volume 32 prima di interrompere la pubblicazione.
Dopo un primo spin-off, Le terme di Funbari, ambientato sette anni dopo il torneo, nel 2008 fu offerta a Takei la possibilità di concludere Shaman King con un finale degno di essere chiamato tale. L’intera storia venne così ristampata in formato kanzenban (pubblicata in Italia da Star Comics dal 2010 con il nome di Perfect Edition), con tanto di revisione di numerose tavole. Ed ecco che arriviamo al 2018, anno in cui cade il ventesimo anniversario dall’uscita del primo capitolo. E per l’occasione Shonen Magazine Edge pubblicherà un nuovo e inedito arco narrativo, come riportato direttamente dalla casa editrice Kodansha, oltre che dal sito creato apposta per l’evento. Non ci sono, tuttavia, ulteriori notizie; ci è dato sapere solamente che i nuovi capitoli vedranno la luce presumibilmente da questa primavera. Ulteriori aggiornamenti verranno forniti in futuro tramite i canali già citati.
Il tempo a disposizione ci dà però la possibilità di porci un quesito: perché? È un semplice atto celebrativo per i vent’anni o è l’ennesimo tentativo di riportare in auge un prodotto crollato come un castello di carte al primo refolo di vento? Lo scetticismo generale ha resistito anche alla Perfect Edition nonostante la bontà del risultato finale, con un pubblico che non si è mai realmente riavvicinato a Yoh. Il modo in cui si è arrivati allo stop del 2004, più che l’interruzione in sé, è una ferita ancora aperta da cui deriva il mio monito sulla minestra riscaldata: basteranno una pausa di dieci anni e un nuovo arco narrativo a far rifiorire l’amore dei lettori?
–Andrea Camelin–
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