DISCLAIMER: Il presente articolo contiene pesanti SPOILER sui primi due episodi della sesta stagione di ‘Game of Thrones’: procedete a vostro rischio e pericolo!
Il finale della quinta stagione de ‘Il Trono di Spade’ ci aveva lasciati con il dubbio amletico: Jon Snow è morto o non è morto? I trailer pubblicati negli ultimi mesi, che lo mostravano rigido come uno stoccafisso, (tutto tranne che) mollemente adagiato su un tavolaccio di legno, avevano fugato ogni dubbio, costringendo il dibattito a spostarsi su un piano diverso: posto che evidentemente Jon sia morto, resusciterà? Se sì, come e quando? Ne avevamo parlato diffusamente qui, analizzando movente, dinamica e conseguenze del delitto.
Sono bastati i primi due episodi della stagione in corso – se siete qui lo sapete, no? (trovate qui la recensione del primo e qui quella del secondo) – per sciogliere anche questi dubbi, ma l’evento non è stato indolore. Da un lato, questa resurrezione pone qualche problema in termini di coerenza narrativa della serie; da un altro, offre pesanti suggestioni di tipo cristologico, che pure non sono del tutto estranee allo show; da un terzo angolo visuale, poi, apre scenari interessanti in prospettiva futura. Se avrete la pazienza di seguirmi in questa breve riflessione, cercherò di spiegarmi meglio.
RESUSCITARE JON SNOW: MA PERCHÉ PROPRIO LUI?
È dal luglio del 2011, mese di uscita di ‘A Dance with Dragons’ (quinto volume dell’edizione americana de ‘Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco’ di George Martin) che i fan della serie cartacea dibattono di come e quando Jon Snow potrebbe tornare in vita; la discussione si è arricchita e allargata da quando un evento simile a quello dei libri si è verificato anche nello show televisivo, nel finale della quinta stagione, andato in onda a giugno 2015. Lo resusciterà Melisandre? Saranno le abilità di Bran a risvegliarlo? Tornerà in vita, ma manovrato dai poteri occulti degli Estranei? Queste sono solo alcune delle principali ipotesi che circolavano. Quello che a molti sfugge è, però, un punto fondamentale, che sta a monte di tutti questi ragionamenti: perché mai Jon Snow – proprio lui, tra tutti! – dovrebbe resuscitare? Perché è il “protagonista”, ammesso che possa individuarsene uno nel complesso intreccio di trame e personaggi creato da Martin? Perché ha un destino da compiere e un segreto sulle proprie origini da rivelare? I riferimenti a Lyanna Stark, perno della fan theory R+L=J (chi sa, avrà già capito; chi non sa, dovrebbe iniziare a farsi qualche domanda…), si sono intensificati nell’arco delle ultime due stagioni, accreditando la teoria più in voga sulle origini del bastardo di Grande Inverno. Dunque è solo questo, il punto: Jon Snow indossa una plot armor, una “armatura di sceneggiatura” che, pur non impedendo che egli muoia, impone che debba resuscitare per dare un senso all’intera Canzone del Ghiaccio e del Fuoco. Per far questo – non sappiamo nei futuri libri, ma di certo nella serie TV – le regole-cardine del mondo fantasy di riferimento (e finanche la psicologia dei personaggi) devono essere piegate: il Lord Comandante è appena stato ucciso? Abbandoniamo il suo corpo. Anzi, conserviamolo, in un posto in cui notoriamente si impone di bruciare i cadaveri prima che prendano vita per diventare zombie! A che pro? Beh, in modo che ser Davos, che odia la Donna Rossa di Asshai e teme fottutamente la sua magia, possa implorare proprio costei, che peraltro ha perso la fede nel Dio della Luce, di rianimarlo. Non fa una piega, noooooo?
JON SNOW O… JESUS SNOW?
Concedetemi una piccola digressione su un parallelo che diventa sempre più evidente: Jon Snow, in qualche modo, si avvia a diventare una figura cristologica.
Non riusciamo a capire per quanto tempo abbia giaciuto esanime (verosimilmente una manciata di ore, non certo tre giorni), ma le analogie non si esauriscono nel ciclo tradimento-morte-resurrezione: la scena di Melisandre che, con un panno impregnato d’acqua, ripulisce le ferite dal costato del cadavere di Jon, ripreso con un telo bianco posato a mo’ di gonnellino sulle pudenda, rievoca anche dal punto di vista estetico e visuale la figura del Cristo morto in croce. Così come il fatto che il protagonista della scena sia nudo nel momento in cui avviene la resurrezione, come a simboleggiare una dismissione degli abiti neri di Guardiano della Notte e la nudità del neo-neonato. Si tratta di un indizio sul futuro di Jon? Toccherà a lui salvare Westeros dalla distruzione? Non sarebbe comunque l’unico parallelo con il Vangelo presente nella saga: ricordiamo peraltro che Martin proviene da una cultura cattolica (tanto per fare un esempio, già nel primo volume di ‘A Song of Ice & Fire’ Ned Stark, riluttante ad assumere l’incarico di Primo Cavaliere del Re, si augurava che quel “calice” potesse essere allontanato da lui, parodiando in maniera plateale il passaggio evangelico della Passione di Cristo).
IL PREZZO DELLA RESURREZIONE
I miei ultimi “due centesimi” voglio spenderli sul futuro di Jon: okay, è risorto, ma ora? Incontrerà Ramsay Snow nella presagita “Battaglia dei Bastardi”? Probabile – me lo aspetto con convinzione. Ma quel che mi chiedo è questo: quel Jon Snow che è resuscitato sarà la stessa persona che abbiamo visto morire accoltellata? Sinceramente, ne dubito fortemente: nel fantasy, e nel mondo di Martin in particolare, la magia ha un prezzo, tanto più oneroso quanto più potente è il sovvertimento delle leggi della natura. Chiedete a Daenerys, al suo figlio morto, al suo grembo sterile e al suo Khal perso nel mondo dei sogni. Domandate a Beric Dondarrion, la cui anima è stata fatta a pezzi a ciascuna, sofferta resurrezione a opera di Thoros di Myr. Pensate a un personaggio (ancora?) non apparso nella serie televisiva, ma incontrato nei libri, che chiameremo col nome in codice di LS: pensate a come la resurrezione l’abbia trasformata da madre amorevole a macchina priva di sentimenti, ossessionata dalla vendetta. D’altronde, Melisandre ci ha avvisato: sarebbe meglio per Jon restare morto. E poi, come vi immaginate possano reagire i superstiziosissimi Bruti a un cadavere rianimato che gira fra di loro?
Forse un’idea possiamo farcela col promo del terzo episodio, ‘Oathbreaker’:
Quel che è sicuro è che lo scopriremo nelle prossime puntate.
– Stefano Marras –