Dopo la sbornia della trilogia hobbitesca, l’annata cinematografica fantastica è stata dominata dall’attesa per Star Wars: Il Risveglio della Forza, e quindi è risultata – giocoforza – piuttosto interlocutoria. Ultimamente dalle parti di Hollywood (patria di una buona fetta della produzione fantastica mondiale), si sa, le idee latitano come nemmeno i politici durante tangentopoli: ennesimi capitoli di filoni d’oro ormai esausti o adattamenti delle saghe letterarie che vanno per la maggiore l’hanno fatta da padroni. Dal punto di vista del mero numero di pellicole fantastiche, ci attestiamo su buoni risultati; sulla qualità e l’opportunità di girare le stesse, invece, si apre un discorso completamente diverso. Il difetto comune di molti film fantastici del 2015 è stato il rifiuto di molti registi di conferire una posizione contenutistica, tecnica o almeno ideale certa alle proprie opere, forse per tenere il piede in quindici staffe diverse e cercare di accontentare il pubblico più vasto possibile, finendo per scontentare tutti. Veri e propri obbrobri non ne abbiamo contemplati, questa è semplicemente la classifica dei film che abbiamo visto e che ci hanno convinto di meno o non sono stati all’altezza di ciò che avevano promesso.
7) EXODUS – DEI E RE (RECENSIONE)
Il tentativo di Ridley Scott di riportare in chiave moderna il genere kolossal alla Ben Hur si infrange sull’insolita pigrizia generalizzata del regista. Il conflitto biblico che porterà il popolo israelita a sottrarsi alla schiavitù del Faraone e il conseguente viaggio della speranza verso la Terra Promessa viene riproposto nello splendore della CGI moderna. Ma sviste coreografiche macroscopiche, finale stucchevole, e ovviamente il regista che oscilla tra razionalismo e religione (Dio esiste oppure è solo Mosè che sente le voci, non sta bene per niente e avrebbe bisogno di uno psichiatra?) senza prendere una posizione, agevolano sensibilmente il sonno. Non malissimo, ma se proprio abbiamo voglia di un peplum tanto vale recuperare gli Ercole e i Maciste degli anni ’60: sono sicuramente più divertenti.
6) PAN (RECENSIONE)
Sentivamo proprio il bisogno dell’ennesimo rifacimento/prequel/filmacaso dedicato o ispirato in qualsivoglia maniera al personaggio del bambino che non ne vuole proprio saperne di crescere? Domanda retorica. Il film in questione rimescola un po’ trama, personaggi, motivazioni e quant’altro, ma non riesce a convincere lo spettatore di età superiore ai dodici anni – a meno che l’idea massima di cinema di tale spettatore non risieda nei galeoni pirata e nei combattimenti mirabolanti fini a se stessi. Ci si diverticchia qui e là, e si toccano apici di comicità inesplorati quando le ciurme dei pirati intonano canzoni dei Ramones e dei Nirvana (con Punk e Grunge ben di là da venire). Peccato si tratti di comicità involontaria.
5)TERMINATOR GENISYS (RECENSIONE)
Prendendo a prestito la domanda di cui sopra, sono sicuro che di un ennesimo capitolo di Terminator non ci fosse bisogno. Se c’è una circostanza che mi fa piangere lacrime di sangue è quella che vede i franchise leggendari divenire film nemmeno orrendi e di cui si possa sparlare per gli anni a venire, ma pellicole mediocri sotto tutti i punti di vista, che ne annacquano lo spirito: della serie, “Ah, ma hanno fatto un altro Star Trek? Ma qual è?…”. Ecco, Genisys è l’emblema di questo tipo di film: niente male quanto a ironia, effetti e scene d’azione, ma completamente fuori dallo spirito della serie, tanto da sembrare una parodia involontaria di se stesso; e poi lento come ritmo e troppo lungo, salvato in corner solo da un gigantesco (in tutti i sensi) Arnold, splendido nella sua granitica vecchiaia (e non certo nella sconcertante versione ringiovanita in CGI). Vi prego, basta.
4) DRAGON BALL Z: LA RESURREZIONE DI “F” (RECENSIONE)
Ok, la serie di Dragon Ball non ha mai brillato per spessore e profondità di trama, ma possibile che chi produce una qualunque opera ispirata a qualcosa che abbia lasciato un segno, non capisca che quest’ultima abbia dei fan che vadano sempre rispettati? Un’intera generazione ricorda con affetto i dopopranzo passati insieme a Son Goku, Freezer e compagnia, e portare nelle sale una pellicola assurdamente semplice e lineare, piena di buchi di trama, con personaggi amatissimi che fanno giusto una comparsata e poi nemmeno salutano, è troppo persino per Dragon Ball Z, ed è scorretto nei confronti di quella generazione. Certa gente avrebbe bisogno di una bella onda energetica in faccia, di tanto in tanto.
3) MAZE RUNNER – LA FUGA (RECENSIONE)
Prendete il secondo capitolo di un film tratto da una delle tante serie letterarie adolescenziali. Prendete degli interpreti cinematograficamente svogliati e non all’altezza. Prendete una sceneggiatura buttata giù in fretta e furia, e inevitabilmente debole e piena di criticità. Prendete un film che non tenta nemmeno di introdurre elementi innovativi, ma si limita a rimasticare le idee del predecessore, al netto di una buona scenografia e di una discreta resa visiva. Prendete un successo di pubblico notevole. Sommate tutto, ed avrete Maze Runner – La fuga. Abbiamo noi il diritto di far notare difetti tecnici evidenti e obiettivi, nonostante il gradimento generalizzato? Domanda epocale. E vabbe’, il pubblico ha sempre ragione. O no?
2) JURASSIC WORLD (RECENSIONE)
Tanto per cambiare, sul secondo gradino del podio si situa un film che sfrutta un franchise, per la precisione quello di Jurassik Park, nato da un colpo di genio di Spielberg e Crichton nel 1993. Siamo alle solite: buona resa visiva, CGI convincente, discretamente divertente, ma mal scritto e generalmente mal interpretato, stanco e vuoto di idee originali. Ma quello che veramente dà il colpo di grazia al prodotto è il doversi sorbire il pippone morale contro le multinazionali (di per sé sacrosanto, per carità) da parte di un film che non perde occasione per disseminare spudorate marchette automobilistiche ed elettroniche, ed alla fine è esso stesso una pura operazione commerciale. Sprezzo del ridicolo e convinzione che il pubblico sia composto di quadrupedi belanti. È come se qualcuno pretendesse di organizzare un’esposizione universale sul cibo biologico e sostenibile e poi si facesse sponsorizzare da una bibita industriale e da una catena di fast food. Ecco, appunto.
1)THE LAST WITCH HUNTER (RECENSIONE)
Vai così, un film fantasy duro e puro! Vai così, Vin Diesel, il nerd più palestrato del pianeta! Streghe, magia, Rose Leslie (avercene!..), Elijah Wood, pure sir Michael Caine! Bellissima ambientazione, cast all’altezza, curato nei dettagli! Il film che salverà la stagione fantastica prima del 16 dicembre… ma manco per idea. Nonostante eccellenti premesse, può capitare di buttare tutto all’aria se affidi la sceneggiatura a una classe terza elementare. Se l’avessero affidata a una quinta, avrebbero salvato il film. Una quinta avrebbe evitato che il protagonista, nel finale, da moribondo, riuscisse a rialzarsi come nell’anime di Holly e Benji per sferrare il tiro decisivo e poi ricadere senza forze. Una quinta non ci avrebbe riempito di flashback inutili su quanto fosse felice il protagonista prima che gli morisse la famiglia e, colpo di scena da brividi, su quanto fosse disperato dopo. Una quinta ci avrebbe evitato il braccio destro dell’eroe che nel finale rivelerà di avere parentele assurde con personaggi improbabili (manca giusto il cugggino che poi è morto). Pessimismo e fastidio.
Questa la nostra personale classifica dei flop cinematografici del 2015, in attesa dell’epocale Il Risveglio della Forza e del domandone annesso: sarà un successo o un flop? Guerra civile (galattica) in arrivo…
– Luca Tersigni –