Sì, alla notizia dell’arrivo al cinema di un nuovo film di Dragon Ball ho avuto esattamente la vostra stessa reazione: ero combattuto tra il fatto di potermi godere sul grande schermo un’avventura inedita tratta da uno dei fenomeni che maggiormente ha segnato la mia generazione (ed è inutile girarci intorno, il cinema ha il potere di rendere fantastico anche il filmino della vacanza di vostra zia Lugubalda), e il fatto che si potesse trattare dell’ennesimo prodotto mediocre realizzato solo per spillare qualche soldo a vecchi e nuovi fan, in questo ormai consolidato andazzo che ci porta a doverci destreggiare tra remake, riproposizioni, versioni restaurate, e altri subdoli sistemi per evitare a sceneggiatori e registi di spremere le meningi alla ricerca di idee originali.
Tutto questo preambolo alla fine serve a ben poco, in quanto il mio dovere di giornalista (ahahah!) ha prevalso sui sentimenti di ex-campione di “Budokai Tenkaichi 3”, e perciò eccomi qui a parlarvi di “Dragon Ball Z: La resurrezione di F“.
Prodotto da Toei Animation, in Italia il film è stato distribuito da Lucky Red, che per l’animazione giapponese ha sempre un occhio di riguardo, specialmente se si parla dello Studio Ghibli. È stato trasmesso in alcuni cinema selezionati, in 2D e 3D, e solo dal 12 al 14 settembre. La pellicola è diretta da Tadayoshi Yamamuro, che ha già lavorato sul precedente episodio “La battaglia degli dei”, ma che si è anche occupato dei vecchi OAV di Dragon Ball e delle serie Z e GT, nonché de “Il Castello nel Cielo” e di alcuni episodi della serie del 1999 dei “Digimon”.
La trama, come spoilerano facilmente sia il titolo che la stessa locandina, ruota attorno alla rinascita di Freezer, riportato in vita grazie alle sfere del Drago da Sorbet, alieno che ora si trova a capo delle sue armate. E qui mi devo fermare subito perché, effettivamente, la storia è talmente semplice e lineare che mi basterebbe aggiungere qualche altra informazione per finire con lo svelarvi tutto. Diciamo che il caro Toriyama (proprio a lui si deve la sceneggiatura) non si è sforzato quasi per niente, proponendo un semplice scontro senza neanche chissà quali colpi di scena. Certo, da capostipite degli shonen manga, Dragon Ball non ha mai brillato per la trama particolarmente ricercata, ma una cosa è diluire una storia in qualche centinaio di puntate, un’altra è cercare di intrattenere un pubblico per soli 93 minuti. Sono dell’idea che sia una produzione adatta soltanto ai giovanissimi: i nostalgici sono qui costretti a scontrarsi con buchi di trama, disegni a volte sproporzionati (le braccia rachitiche colpiscono ancora), personaggi tirati in ballo dal nulla (la sorella di Bulma!?), e un discutibilissimo deus ex machina che praticamente sul finale toglie quasi ogni senso agli eventi già non particolarmente brillanti. Voglio chiudere tutti e due gli occhi sulle necessarie scenette comiche di troppo, ma con questo finale proprio non ci riesco…
E vabbe’. In ogni caso la scelta di dedicare la pellicola a Freezer è stata sicuramente quella giusta: sarete d’accordo con me nel dire che si tratta senza dubbio del cattivo più amato tra quelli partoriti dalla mente di Toriyama-san, che noi telespettatori italiani abbiamo mantenuto sempre vivo nel nostro cuore anche grazie alla voce del mai troppo compianto Gianfranco Gamba, qui degnamente sostituito dal bravissimo Loris Loddi. Proprio per restare in tema di versione italiana, come gli altri OAV e il precedente film, anche “La resurrezione di F” è stato doppiato a Roma, e non a Milano come l’anime classico. Ascoltare le voci dei propri beniamini e accorgersi che sono diverse da quelle che hanno accompagnato i nostri pranzi qualche anno fa, è un colpo che va assimilato un poco per volta, ma come sempre il lavoro svolto in questo senso è di prim’ordine, grazie anche a un adattamento fedelissimo alla versione giapponese (i nomi sono quelli originali, e sono stati mantenuti anche tutti i vari titoli onorifici con cui alcuni personaggi si rivolgono ad altri). L’unica interpretazione che non mi è piaciuta è stata quella di Andrea Ward, che ha dato a Son Goku un tono inutilmente infantile, cosa che accadeva anche ne “La battaglia degli dei”, ma non nei vecchi OAV – mah. Da segnalare anche la primissima apparizione in versione animata di Jaco, personaggio protagonista del prequel/spin-off di Dragon Ball di cui potrete trovarne la recensione, ad opera della nostra Alessia, qui.
Insomma, non si può non uscire dal cinema con l’amaro in bocca, specialmente alla luce del fatto che non sembra essere stato compiuto davvero nessuno sforzo concreto per tentare di elevare la pellicola a qualcosa di più che una semplice sequenza di mazzate. Voi che ne pensate, amici? Siete andati al cinema a vederlo? Aspetterete la versione home video? Fatecelo sapere!
– Mario Ferrentino –
Dragon Ball Z: La resurrezione di F – Recensione
Mario Ferrentino
- Freezer è sempre Freezer;
- L'adattamento italiano è fedelissimo a quello originale;
- Loris Loddi al doppiaggio è il miglior sostituto possibile per Gianfranco Gamba;
- Storia lineare e semplice all'inverosimile;
- Il finale scredita tutta la narrazione;
- Piccolo, Bulma, Gohan e gli altri sono praticamente un contorno;
- Buchi di trama e riferimenti al passato lasciati lì senza senso;