Cari lettori, terrestri o extraterrestri che voi siate, oggi vi parleremo di un prodotto molto particolare, un manga che possiamo considerare una dedica a tutti quelli che, come me, hanno passato un’infanzia da veri Saiyan e che sono rimasti affezionato ai semplici, ma pur sempre belli, tratti di quello che ormai, avendoci praticamente cresciuti, possiamo definire una specie di papà: Akira Toriyama. Era stato già annunciato a Lucca Comics & Games 2014 dalla Star Comics e finalmente in anteprima al Napoli Comicon 2015 è stato possibile trovarlo: Jaco the Galactic Patrolman.
Quando si parla di Toriyama si collega il suo nome maggiormente a Dragon Ball, e molti ignorano le altre sue opere: se Jaco, di cui andremo a parlare tra un po’, è il più recente, facendo un tuffo nel passato ritroveremo Dr. Slump e Arale, suo primo lavoro in assoluto, Kajika, Cowa!, Sand Land e Nekomajin, tutti accomunati da quella che è la caratteristica principale e che spesso non viene colta da chi, dopo aver visto e letto poche tavole, si stanca subito: l’ironia. Jaco segue lo stesso filone umoristico e, come scoprirà chi l’avrà letto, tutto si colloca come prequel di Dragon Ball.
Jaco è un extraterrestre, precisamente un poliziotto galattico scelto e inviato sulla Terra ai fini di proteggerla, cercando di sventare la minaccia di un alieno inviato dal pianeta Vegeta. A causa del malfunzionamento della sua navicella, Jaco precipita in una piccola isola abitata da un solo uomo, un vecchio scienziato di nome Omori, e tra i due dopo pochissimo tempo si instaura un bel rapporto. Nel frattempo che l’anziano scienziato cerca di aiutare Jaco nella riparazione della sua navicella, l’extraterrestre entra in contatto con vari aspetti dell’ambiente in cui si trova e comincia a studiare gli umani (popolo da lui considerato inferiore) cercando di capirne la società; è proprio in una delle numerose situazioni imbarazzanti (nate dalla poca dimestichezza del protagonista con i costumi umani) in cui Jaco si ritrova che, nel tentativo di salvarla, conosce Tights, giovane ragazza e aspirante scrittrice di fantascienza, che poi più in là nel manga si scoprirà essere la sorella maggiore di un noto personaggio dell’universo di Goku & compagni.
La storia ha una trama senza troppe pretese e il tema principale, più che la componente action presente in Dragon Ball, è l’amicizia: il rapporto che si instaura tra il vecchio Omori e Jaco è un legame che continuerà anche quando lui riuscirà a ripartire, e per tutto il manga non ci sarà un nemico principale contro cui il protagonista dovrà combattere. Il fulcro della trama saranno quindi le avventure di Jaco alla continua scoperta dei terrestri nel lasso di tempo in cui Omori cercherà di aggiustare la sua nave, e quindi risulterà una lettura facile e simpatica fine più all’intrattenimento e alla risata che al raccontare una storia importante come ci si aspetterebbe da un qualsiasi prequel.
Il mix che Toriyama crea in questa storia riesce a trascinare il lettore, e la giusta chiave per leggere e conseguentemente ben valutare il manga è quello di focalizzarsi sul rapporto tra Omori e Jaco: il primo rappresenta la componente drammatica, il povero uomo che per lavorare agli esperimenti per conto del governo, in seguito ad un incidente nel laboratorio sull’isola, finisce per perdere la moglie che aveva scelto di seguirlo per sostenerlo in questo lavoro, e soffre a tal punto da isolarsi e cercare di nascosto di costruire una macchina del tempo (che nella storia si rivelerà utile) per cercare di salvare la donna; il secondo, invece, nonostante sia comunque il protagonista, appare di più come una sorta di spalla comica. Jaco è buffo, appare come un disadattato sulla Terra, e sebbene Omori tenti di nasconderlo per cercare di proteggerlo dalle grinfie del governo, lui non fa altro che farsi notare di più creando situazioni imbarazzanti: non è il personaggio principale per eccellenza, non è bello, non è muscoloso e si presenta come un essere basso e mingherlino ma dotato di un’enorme forza.
Il dramma di Omori, il suo essere burbero a conseguenza del grave lutto, entra all’inizio in contrasto con il carattere goffo ed espansivo di Jaco, per il quale il pianeta Terra risulta essere una sorpresa a volte incomprensibile e altre volte troppo semplice, e la presenza di questo protagonista un po’ eclettico sembra forse riuscire anche ad alleviare un po’ il dolore del vecchio scienziato per la sua grave perdita. Tights invece è un personaggio un po’ di secondaria importanza, piazzato lì più per fare un po’ di fanservice, e all’interno del manga appare come la ragazza ricca e un po’ frivola annoiata dalla vita che, finita la scuola in super anticipo grazie alla sua intelligenza al di sopra della media (a quanto pare è di famiglia), decide addirittura di fare la controfigura di una idol giapponese e farsi lanciare nello spazio da un razzo poco sicuro senza la benché minima paura, pur di riempire le sue giornate e fare esperienza per la sua carriera da scrittrice di fantascienza; in ogni caso avremo il tempo di affezionarci anche a lei.
Un prequel ambientato dieci anni prima dell’inizio di Dragon Ball, un protagonista che può essere considerato un po il mix tra tutti i vari caratteri dei personaggi principali di Toriyama, e un finale della storia che, seppur con qualche piccolo difettuccio, ruba una lacrima, con tanto di piccola parentesi presentata come un surplus nella quale si intravedono molti personaggi dell’opera magna di Toriyama, con qualche sorpresa che non voglio anticiparvi. Un prequel bizzarro, diverso dal solito, come ci potevamo sicuramente aspettare da un autore come Toriyama che si diverte a giocare con le sue idee, adatto per chi, dopo la drammaticità di Sand Land – considerato un po’ l’apice tra le sue opere –, vuole un ritorno alle origini, dove la spensieratezza di Arale e la goffaggine e la simpatia di Goku la facevano da padrone.
Curiosa e audace la scelta della Star Comics che ha deciso di giocarsi la carta “è Toriyama e quindi avrà sicuramente successo visto i numerosi fan”, e ha scelto di pubblicare il manga, volume unico, in due versioni: una più semplice e l’altra in edizione deluxe con sovraccopertina, spilletta e portachiave annessi. Qualsiasi sia la scelta tra le due, Jaco è consigliato a tutti i fan di Toriyama, da approcciare come una lettura spensierata senza pretese, con dei personaggi semplici ma di cui, seppur presenti in un solo volume, vi affezionerete subito e vi strapperanno delle sincere risate: del resto, il manga ha come scopo principale quello di divertire, e come tema principale si sofferma su una riflessione sull’amicizia, sentimento che può nascere nonostante le diversità, che qui è descritta con ingenuità e trasparenza.
– Alessia Bellettini –
Jaco the Galactic Patrolman – Recensione
Isola Illyon
- Il tratto ha una semplicità che vi farà innamorare;
- Personaggi che hanno il potere di far emozionare anche senza grossi approfondimenti;
- Tanti riferimenti che faranno piacere ai fan di Dragon Ball;
- La semplicità, ma anche la spontaneità sono giuste componenti per un manga che vuole intrattenere il lettore raccontando una storia con punte di ironia;
- Alcune incongruenze nel collegamento tra questa storia e quella originale di Dragon Ball;