L’attesa per la Battaglia dei Bastardi, che noi di Isola Illyon avevamo correttamente adombrato sin dalle prime voci di corridoio, nonché momento clou di questa sesta stagione di ‘Game of Thrones’, si era fatta sempre più insopportabile di settimana in settimana. Ad ogni scena low-budget il pensiero correva a quel fatidico nono episodio: “Varrà la pena di sacrificare questo momento per vedere quello?” Oggi, signore e signori, le risposte sono arrivate. E non sono tutte come ci aspettavamo.
DISCLAIMER: Questo articolo contiene SPOILER dal penultimo episodio della stagione in corso. Non procedete oltre se non siete in pari con la serie!
Alla regia abbiamo Miguel Sapochnik, che aveva già brillato nell’ottavo episodio della scorsa stagione, ‘Hardhome’, regalandoci uno dei momenti più alti dell’intera serie televisiva (quantunque del tutto disancorato dal “canone” dei libri!): la sua sola presenza era, di per sé, fonte di hype, dato quello che aveva saputo mostrare l’anno passato. E la scelta della produzione di affidargli la più grande battaglia che la serie TV – e, probabilmente, che LE serie TV – abbia mai portato su schermo era tutt’altro che casuale. E si è rivelata, lo dico fin da subito, una scelta azzeccata.
La puntata inizia – “sorpresa sorpresa!” – a Meereen, dove Daenerys progetta le manovre per liberare la città dall’assedio. Il confronto che ha con Tyrion prima della battaglia è interessante per almeno due ragioni: da un lato perché Tyrion conferma che la piega verso la quale tende Daenerys sia quella già intrapresa dal paparino al grido di “Burn them all!”; dall’altro perché il Folletto ci ricorda che una grossa scorta di Altofuoco è ammonticchiata sotto al Tempio di Baelor, sede operativa del Credo Militante. Posto che la serie selezioni in genere con grande parsimonia a quali eventi del passato fare riferimento, credo che questa scelta non sia casuale, e preluda a una mossa a sorpresa di Cersei, della quale si parlava nei commenti in calce alla recensione del precedente episodio.
Il bello, però, è ovviamente la battaglia di Meereen, che giunge inattesa e perciò molto gradita: gli effetti speciali dei draghi sono decisamente superiori a quelli mostrati nella 5×09 – sembra siano stati fatti veri e propri passi da gigante. Drogon è più grande che mai, imponente, davvero terrificante, ma anche vedere gli altri due in libertà dà un po’ il senso di una trama che progredisce finalmente verso una meta. Fatto sta che adesso i draghi obbediscono agli ordini di Dany, sia di rotta che di aprire il “fuoco”. La scena in cui la trireme viene bruciata, inutile dirlo, è particolarmente gradevole per gli occhi.
Ah, che tristezza il ruolo dei Dothraki, guidati da Daario (mah…?), che arrivano alle porte della città per… ammazzare dei Figli dell’Arpia – che non si capisce bene cosa diavolo stessero facendo là fuori. Sembra un contentino che grida “ci siamo anche noi!”.
Conclusa la battaglia, Daenerys riceve il telefonatissimo l’inaspettato ausilio di Yara Greyjoy e della sua flotta, che congiunta a quella sequestrata agli schiavisti è “a malapena sufficiente” – quantunque sufficiente – per far sbarcare le forze Targaryen a Westeros. Girl power alla riscossa: Tyrion e Theon, che si rivedono per la prima volta dopo i primordi della serie, sono dei meri comprimari, la trattativa la conducono Yara e Daenerys, che si sente tanto rilassata da indulgere in… – ditemi che l’avete visto anche voi! – un vero e proprio flirt con l’aspirante regina delle Isole di Ferro. Incidentalmente, Daenerys consente a Yara di diventare Regina… a patto che riconosca l’autorità del Trono di Spade e l’integrità dei Sette Regni, promettendo di porre fine alle razzie degli uomini di ferro. Federalismo in salsa westerosi?
Veniamo all’altro fulcro della puntata, ovvero la Battaglia dei Bastardi. Prima dello scontro, Davos si dedica alla sua abituale (?) passeggiata notturna, che lo porta a scoprire la pira di Shireen e i resti del cervo ligneo donato alla piccola. È chiaro che le cose non si metteranno bene per Melisandre, no? Anche tra Jon e Sansa le cose non sembrano tanto facili: Jon è sicuro di avere un piano a prova di bomba, capace di ridurre lo svantaggio numerico, ma Sansa lo avvisa di non sottovalutare Ramsay.
E tipo… darle ascolto anche per un secondo, Jon? Questo, secondo me, è il punto più debole dell’intero episodio. Certo, il bastardo nella serie incarna l’eroe che agisce senza pensare alle conseguenze, gettando il cuore oltre l’ostacolo e via, la fortuna aiuterà, ma qui a mio avviso gli sceneggiatori esagerano. La morte di Rickon, che tutti ci aspettavamo, è comunque un momento duro da digerire per gli spettatori, figuriamoci per Jon, che sente tutto il peso del fallimento come “fratello” maggiore. Ma Sansa lo aveva messo in guardia, Rickon era da considerare già morto da prima che iniziasse la battaglia.
E Jon che fa? Si lancia da solo, a cavallo, verso le linee nemiche. Se qualunque altro personaggio della serie avesse adottato questo comportamento, sarebbe morto in meno di una frazione di secondo. Così non accade al ragazzo, con la sua plot armor tirata a lucido dalla resurrezione nella 6×02. Il cavallo è meno fortunato, ma anche un Jon appiedato e mezzo azzoppato riesce comunque a salvarsi da una carica della cavalleria dei Bolton. Questa manovra, che costringe tutto l’esercito fedele agli Stark a lasciare la propria posizione, compromette tutto il suo piano. Stupido, stupido, stupido!
Il risultato, però, è epico. Jon uccide circa seimila persone da solo, ma questo non basta a fermare i nemici, che intrappolano i “buoni” tra il muro di scudi dei Bolton e una pila di cadaveri che si è creato per effetto del primo scontro tra cavallerizzi. Qui, davvero, la regia si esalta. Il piano-sequenza di Jon che combatte e schiva i cavalli è un qualcosa di impressionante, con quella fotografia un po’ sporca, un po’ fumosa, e la telecamera che segue Jon come in un videogame in terza persona (il momento in cui il ragazzo rischia di finire travolto dalla calca è davvero angosciante).
Alla fine, in soccorso dei nostri eroi giunge in maniera prevedibilissima imprevedibile Ditocorto, alla testa dei cavalieri della Valle, che finalmente… fanno qualcosa. Qualcosa come massacrare l’esercito dei Bolton, degli Umber e dei Karstark. Ramsay perde l’occasione per mostrarci un inaspettato lato eroico e fugge al riparo tra le mura di Grande Inverno, dalle quali lo stana solo la furia del gigante Wun-Wun.
Anche qui sarebbe stato lecito attendersi un duello per singolar tenzone, ma nella bidimensionalità che ha ormai raggiunto il personaggio questo non è possibile, per cui, molto vigliaccamente, il cosiddetto Lord Bolton si mette a scoccare frecce in direzione di Jon, che però le para tutte con un plot shield nuovo di zecca e, appena arriva a distanza ravvicinata, lo gonfia come una zampogna.
La puntata finisce con Sansa che si vendica di tutti i torti subiti – e vendica anche un po’ tutte le vittime di Ramsay – consegnando il suo adorato ex maritino al branco di mastini che tanto adorava, affamati giustappunto da un’intera settimana, realizzando così la profezia di Roose Bolton sulla fine da “cane rabbioso” del figlio. Addio, Ramsay Snow. Vai a insegnare agli angeli ad essere sadici.
Che altro dire? Vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana, con la recensione del finale di stagione, ‘The Winds of Winter’ (puntata che, ricordo, durerà ben 69 minuti!) – di cui trovate il promo qui sotto:
– Stefano Marras –
Game of Thrones 6×09: The Battle of Bastards – Recensione
Isola Illyon
- Grande puntata, finalmente!
- Azione a palate, sequenze di battaglia davvero epiche;
- Ritmo perfetto;
- Effetti speciali impressionanti sia per i draghi (era ora!) che per l’enorme battaglia alle porte di Grande Inverno;
- Qualche morte eclatante – sebbene tutt’altro che inattesa;
- Esaltante piano-sequenza di Jon che danza e combatte in mezzo ai cavalli;
- Resta da capire come abbia fatto Dany ad imparare a gestire il suo drago;
- Ho trovato un po’ inutile l’attacco dei Dothraki ai Figli dell’Arpia;
- Forzata la scoperta di Davos;
- Delusione per Jon, che si rivela un pessimo comandante quasi sotto ogni punto di vista;
- La plot armor di Jon è veramente impressionante, in questo episodio più che mai;