Una diretta Facebook in oltre 60 Paesi di tutto il mondo ha anticipato l’uscita effettiva di Outcast, la nuova serie tratta dal fumetto di Kirkman e riadattata dallo stesso autore per la televisione. Non molto tempo fa abbiamo parlato in un articolo di come la serie sia approdata dal fumetto al piccolo schermo, oltre che del cast e dell’anteprima tenutasi in occasione dell’ultimo Napoli Comicon (qui per saperne di più). In tempi meno sospetti abbiamo anche recensito il primo volume del fumetto “Un’oscurità lo circonda” (lo trovate qui) e, ovviamente, siamo stati fra le cinquantaseimila persone circa che hanno seguito in Italia la diretta attraverso la pagina Facebook ufficiale di FOX, a fronte delle 500 mila visualizzazioni abbondantemente superate nei giorni a seguire. Qualora qualcuno non avesse ancora avuto modo di vederla, il video è rimasto disponibile sulla pagina, ovviamente anche in alta definizione.
ROBERTINO PENSACI TU
Se The Walking Dead ci ha mostrato emozioni più umane che zombie, anche se proiettate in uno scenario disastroso e post-apocalittico, la prima puntata di Outcast ci introduce immediatamente in una situazione quotidiana, non troppo distante da quella che ci si potrebbe immaginare come la tipica vita di una cittadina del “selvaggio e meraviglioso West Virginia”, come la stessa insegna ci spiega. Il primo minuto lo avevamo già visto in anteprima, e immediatamente l’insetto ci riporta a ciò che accade dopo. Il litigio delle voci femminili in sottofondo richiama immediatamente alle prime tre tavole del fumetto, con il ragazzino che si gusta il suo ditino. Tutto normale, no? È quello che Kirkman vuole: proiettare qualcosa di paranormale e allo stesso tempo così tangibile come la possessione del demonio in un contesto apparentemente tranquillo, normale. Funziona? Io credo proprio di sì.
Anche questa volta (come ha fatto nel caso della serie Fear The Walking Dead, show pensato dallo stesso Robert direttamente per la televisione), l’autore ha voluto dare la propria chiara impronta sulla produzione sin da subito, lavorando lui stesso al progetto e all’adattamento della storia del fumetto rispetto allo show, e il tocco magico ha avuto l’effetto sperato, almeno a giudicare dalle reazioni e soprattutto dal prodotto finale. Esattamente come fra le pagine del fumetto, l’atmosfera fumosa della cittadina ci accoglie in un ambiente carico di una quiete inquietante, sipario perfetto per manifestazioni demoniache ed esorcismi, e per la storia del nostro Kyle, reietto e chiuso nella sua disperazione (oltre che nella sua stessa merda, possiamo dirlo), perseguitato sin da bambino da questa presenza demoniaca che lui (soltanto?) ha realmente il potere di respingere.
ESORCISMO: FAMOLO CRUDO!
Guardando un prodotto del genere, dovremmo tenere conto del fatto che molte persone credano realmente alle pratiche d’esorcismo e a queste manifestazioni, più o meno romanzate ed esaltate dalla giusta brutal fiction: vomitini, vomitoni, levitazioni e contorsioni memorabili, mazzate alla Bud Spencer, e turpiloqui indicibili all’ordine del giorno – anche se non a livello de L’Esorcista, che rimane il più fantasioso in termini di insulti (tipo quella celebre degli uccelli che hanno qualcosa a che fare con la bocca di qualcuno, all’inferno). L’esorcismo che ci hanno mostrato Kyle e il reverendo Anderson ha un che di brutale: non ci viene risparmiato sangue, morsi, né il momento della scazzottata del Reietto con il demone nel bambino, una scena di violenza su minore che potrebbe far urlare i più bigotti. Ma questa è finzione, amici, state tranquilli. A proposito del reverendo, una pacca sulla spalla per l’ottima interpretazione di Philip Glenister, identico a come l’abbiamo visto disegnato, con tanto di particolare somiglianza.
FAMILY DRAMAS & CO.
In un modo o nell’altro, chi ne paga le spese è sempre la famiglia. Nonostante i tentativi di isolamento di Kyle, l’affetto che prova sua sorella nei suoi confronti lo porta a ricadere nel volersi aprire al resto del mondo (sempre con particolare riluttanza e solo se tenuto per il guinzaglio). I demoni lo perseguitano ovunque: quelli del suo passato sono vivi nel marito della sorella, che se potesse sgozzerebbe con le sue mani, e nella nipote, quando nella scena prima della cena, lo fa scoppiare a piangere e fuggire come una ragazzina.
La dose di dramma familiare nella serie è altissima: tutta la storia di possessioni in un certo senso ruota intorno a Kyle, a chi fa parte dei suoi affetti personali, e ai suoi vicini di casa; ogni istante della puntata ci ricollega immediatamente a una delle tavole, dai dialoghi alla giusta scelta della fotografia, dagli effetti speciali e dalla resa più che convincente, così come la performance di tutti gli attori principali (l’impressione che ho avuto è stata che tutto sembrasse molto naturale anche a loro). Possiamo quindi dire che anche la scelta degli attori sia stata azzeccata, e mi auguro che il livello si mantenga costante (o magari crescente!) durante il resto della stagione.
Dunque, questo pilot, diretto da Adam Wingard, si è rivelato a mio parere all’altezza delle aspettative e della forte sponsorizzazione ricevuta qui in Italia, soprattutto nell’ultimo periodo. Ora ci toccherà attendere il 6 giugno (data in cui la serie inizierà ad essere trasmessa sul canale FOX con cadenza regolare) prima di tornare a Rome e investigare sul passato di Kyle e sul futuro del secondo prodotto che quell’autore dalle mani d’oro e dalla creatività folle che è Robert Kirkman ha confezionato per gli appassionati del genere. Ciò che è certo, è che il Reietto sta facendo parlare davvero molto di sé.
Stay tuned for more!
– Antonio Sansone –
Outcast 1×01: Venite a prendermi – Recensione
Antonio Sansone
- Grande cura per i particolari e grande fedeltà col fumetto;
- Ottima quasi la totalità del cast e buona resa degli effetti speciali;
- Battute, caratterizzazioni e ambientazioni calzano a pennello;
- Qualche inesattezza nei sottotitoli in italiano su Facebook;