“WE ARE THE WALKING DEAD!”: probabilmente il momento più agghiacciante della serie tv e del fumetto; il momento in cui Rick Grimes pronuncia queste parole è sicuramente la chiave di lettura più adatta con la quale affrontare questa storia. I “Walkers” o “Zombie”, come preferite, sono solo il contesto, un vero e proprio pretesto che Robert Kirkman (autore della serie a fumetti ed ovviamente uno dei principali sceneggiatori dello show AMC) utilizza per uno scopo ben preciso: far capire alla gente che il vero problema di questa nuova civiltà post apocalittica non sono i mostri nei quali ci trasformiamo dopo la morte fisica, bensì chi continua a vivere. Siamo noi i morti che camminano (e qui l’ambiguità del titolo della serie esprime in chiaro la sua brutalità), costretti alla lotta per la sopravvivenza contro i nostri stessi simili. Una deriva totale, un nuovo inizio per tutti, quando la civiltà attuale è arrivata al punto di farci immaginare che non ci sia progresso, che non ci sia nulla più di ciò che abbiamo, oltre la morte.
Fra i motivi che hanno spinto Kirkman a creare lo spin-off Fear the Walking Dead insieme a Dave Erickson (produttore esecutivo), troviamo sicuramente il desiderio dell’autore di raccontare la vicenda umana che va oltre lo splatter e il non-morto nascosto nella stanza al piano di sopra o al seminterrato. Proprio da una recente dichiarazione di Erickson intuiamo facilmente la differenza fra questa e la serie madre: “Questo show è basato sull’ansia!” ha annunciato “[…] e gli Zombie appariranno diversi da quelli visti nella serie principale” – perché più “freschi” aggiungerei. Ed è proprio ciò che questa storia ha da raccontarci. Ad anticipare l’uscita della puntata in America della scorsa domenica, AMC ha rilasciato i primi tre minuti della stessa: per chi non l’ha ancora vista, questo piccolo… aperitivo, potrebbe stimolare il vostro appetito!
Il tizio disperato che avete visto in questi primi tre minuti (sempre che non abbiate già visto l’intera puntata ed abbiate aperto questo articolo per vedere se contenesse troppo spoiler e rompere i coglioni in qualche modo!) è Nick Clark, interpretato da Frank Dillane, drogato di mestiere e figlio naturale di Madison Clark (la nostra madre di famiglia interpretata da Kim Dicken, nota più che altro ai fan di House of Cards o l’altrettanto poco fantasy Sons of Anarchy per aver interpretato il ruolo del puttanone sensibile). Un doppione della coppia padre figlio Rick/Carl (a proposito, qualcuno sa dirmi dov’è Carl?)? E invece no, vi sbagliate alla grande. Perché da questo Pilot potrete uscirne sicuramente traumatizzati, ma in modo sensibilmente diverso. Potrete adorarlo e capire il genio di Kirkman (sempre che non abbiate letto il fumetto, perché lì il genio l’avrete capito ormai già da un bel po’ – ringrazierò ogni giorno della mia vita chi me l’ha consigliato!), oppure potrete odiarlo perché semplicemente non è quello che vi aspettavate fosse.
Ciò che vi interesserà capire, a mio parere, è che il lavoro dello sceneggiatore questa volta non lascia scampo ad equivoci e segue una strategia chiarissima, scegliendo di mettersi in prima linea e forse evitare che anche questa volta il senso della sua storia venga trascurato. Raccontare la vicenda umana e come la civiltà sia stata costretta a diventare esattamente come Rick Grimes e compagnia bella; su come l’uomo con il passare del tempo abbia capito che il vero pericolo non siano i morti, ma i vivi; una profonda analisi su cosa siamo diventati, su cosa ci ha trasformati a volte in persone tremendamente pigre, o viceversa ansiose ed iperattive; al fatto che, per quanto si viva un uno stato agiato, si riesca comunque ad essere pessimi e a cercare di prevaricare l’altro (ho appena scoperto l’acqua calda, in effetti). Fear The Walking Dead ci mostrerà cosa la nostra società ci ha abituati ad essere, e come la cosa potrebbe finire alla deriva con i nostri atteggiamenti umani: questo pilot vi porterà dove tutto ha avuto inizio. La realtà è che questa stagione ha il potenziale di farci riflettere su qualcosa di reale: su quanto quelli che respirano facciano ancora più paura di quelli che invece hanno smesso di farlo. È così che ho interpretato questa prima puntata che, come immagino succeda facilmente, deluderà i fan più accaniti delle prime due o tre stagioni di TWD ed esalterà i lettori del fumetto. C’è chi l’ha definito un prequel della stagione madre, ed effettivamente a livello cronologico ci ha preso: gli accadimenti si svolgono nel momento in cui questa misteriosa causa del virus (o qualsiasi altra cosa sia ad aver scatenato questa infezione – in tutto questo tempo credo di non aver avuto ancora modo di capirlo!) inizia a sconvolgere la vita di tutti i giorni.
Qualcuno spera anche che le due serie vadano a collimare e ci possa essere un crossover prima o poi: io spero francamente di no, confortato dalla stessa produzione, che ha già dichiarato che sarà molto difficile far convergere le storie, anche geograficamente parlando (visto che le vicende dello spin-off sono ambientate a Los Angeles). In ogni caso, per i fan del doppiaggio italiano ci sarà da aspettare, visto che il canale sul quale sarebbe dovuto essere trasmesso in Italia è stato sospeso proprio poco tempo dopo aver annunciato l’acquisto in esclusiva dello show (per i più curiosi, si tratta di Horror Channel), e quindi l’uscita di FTWD sugli schermi nostrani è rimandata a data da destinarsi.
Un’altra delle cose che dovete sapere (ed anche qui non è un gigaspoler, cercate di mantenere la calma!) è che la madre del drogato, anche madre di Alicia Clark – interpretata da quella fregna di Alicya Debnam Carey, è innamorata di un simpatico attore neozelandese, Cliff Curtis (che interpreta Trevis Manawa), a sua volta padre di un’altra famiglia. Quindi tutto apposto, insomma, il dramma familiare è garantito! Potrebbe essere una mia impressione, ma credo che il livello di recitazione iniziale sia migliorato di molto che visti gli standard dei primi TWD – per chi non mi crede quando dico che avrei interpretato Rick Grimes meglio di Andrew Lincoln nella prima stagione, vi invito a rivedere il primissimo episodio! –, anche rispetto agli standard dei Pilot della AMC. Si vede che c’hanno fatto i soldi.
Vi aspettavate la trama minuto per minuto della puntata? Sbagliato. L’unica cosa che posso dirvi, è che il maggiordomo non è l’assassino.
– Antonio Sansone –
Fear the Walking Dead 1×1 Pilot – Recensione
Antonio Sansone
- Il livello di recitazione è adeguato allo standard dello show;
- Kirkman ha deciso di prendere in mano la sua creatura, anche in formato tv show;
- I presupposti perché la serie si sviluppi bene ci sono tutti;
- Hanno già confermato la seconda stagione, garantendo la continuità (qualcosa vorrà pur significare!);
- La trama del pilot si sviluppa molto lentamente;
- Alcune battute scontate ed evitabili;
- In quanto spin-off, non manifesta le stesse potenzialità esplosive della serie madre;
- Rischia di non risultare molto convincente al grande pubblico quanto al pubblico del fumetto;