‘Dragonero’ chiude in bellezza il 2015 con questa storia distribuita su due interi albi, il n. 30 e il n. 31, rispettivamente intitolati ‘Il Contagio’ e ‘L’agonia di Yastrad’. Non solo perché ci regala una vicenda di ampio respiro, nella quale azione, magia oscura e intrighi politici si mescolano nella migliore tradizione della serie, ma anche perché, come da lungo tempo ho modestamente auspicato nelle mie precedenti recensioni, tantissimi nodi, intrecciati in passato, vengono finalmente al pettine. E lo fanno in maniera sorprendente, tutt’altro che scontata e moralmente ambigua. Come piace a noi, insomma.
DISCLAIMER: Questo articolo contiene SPOILER dagli albi n. 30 e 31 di ‘Dragonero’, almeno quelli giudicati indispensabili per la comprensione dell’argomento. Se non avete ancora provveduto a leggerli, non addentratevi nella recensione o verrete avvelenati da un fungo modificato geneticamente!
N. 30 – IL CONTAGIO
Lehorian è un piccolo ma prospero Regno sovrano, legato alla dinastia erondariana da antichi vincoli di parentela che fanno sì che, in caso di morte del Principe ereditario dell’Erondar, la casa regnante del piccolo Stato possa avanzare pretese sul trono imperiale. Incidentalmente, Lehorian controlla anche l’unico accesso al mare di tutto l’Occidente. Forze oscure sono al lavoro proprio in questa regione per diffondere una micidiale pestilenza a Yastrad. La sintomatologia è piuttosto inquietante: dapprima le vittime di questa piaga impazziscono e iniziano a uccidersi a vicenda, poi cadono preda di dolori lancinanti e, alla fine, vengono letteralmente divorate da formazioni micotiche che erompono dal loro stesso corpo e che, per propagare il contagio, si protendono verso le più vicine riserve idriche. Una sapiente regia diffonde il malcontento contro gli Eleusi, una setta nota per l’utilizzo dei funghi per finalità principalmente curative, ma vista con sospetto dalla maggioranza della popolazione.
Tra questi c’è Eryana, affascinante guaritrice già incontrata nei numeri 6 e 7 della serie che, memore della cavalleria dimostrata dal nostro Ian Aranill, pensa immediatamente a lui come destinatario di una richiesta di salvataggio. Che cliché, verrebbe da dire, ma non precipitiamo i giudizi. L’eroe, accompagnato da Gmor e Sera, vola senza sosta – o quasi – a dorso di sauro verso i confini occidentali dell’Erondar. Arriva a Yastrad e trova la città in quarantena, in preda alla devastazione causata dalla folla che, dopo aver attaccato gli Eleusi, inizia a rivoltarsi contro chiunque sia a portata. Braccato dai grifonieri di Lehorian, Ian assiste al suicidio di massa degli Eleusi, che si gettano dalla torre in fiamme pur di evitare di morire carbonizzati, e salva per il rotto della cuffia la sola Eryana. Non è un gran salvataggio, però: i quadrelli centrano il suo sauro e lo mandano a schiantarsi proprio in mezzo ai roghi.
N. 31 – L’AGONIA DI YASTRAD
Tra le fiamme che divorano Yastrad, Ian e soci tentano disperatamente di lasciarsi alle spalle le mura cittadine. Nel frattempo arrivano, capitanate dal Cancelliere Ausofer a bordo dell’ammiraglia dei nuvolanti, ‘La Rosa dei Venti’, le forze imperiali. Queste si dedicano a uccidere chiunque tenti di abbandonare le mura, con l’obiettivo dichiarato di contenere l’epidemia in atto, arpionando i poveri aspiranti fuggiaschi dalla groppa di viverne mai così cattive. Che l’Impero stia giocando sporco è evidente anche a un’anima pia come Dragonero, ma cava letteralmente gli occhi a noi lettori, che abbiamo immediatamente associato gli untori che hanno messo in moto l’epidemia con le misteriose guardie del Cancelliere.
L’ingerenza imperiale scatena le ire del Principe ereditario di Lehorian, il quasi impronunciabile Leheren, che si reca a bordo dell’ammiraglia per manifestare il disappunto della dinastia regnante del piccolo Stato indipendente. Ausofer appare più spietato che mai quando uno dei suoi sicari elimina il rampollo e, com’è intuibile, ne assume l’identità, abbandonando il nuvolante ridotto a ben più miti consigli. Nel frattempo, Morvana, affascinante agente di Ausofer la cui metà destra è stato divorata dall’oscurità dell’Inframondo (e che gli appassionati avranno immediatamente e correttamente identificato con Fem, la spigliata Tecnocrate dispersa proprio nell’Inframondo nella storia narrata negli albi 15 e 16), è sulle tracce di Ian. Approfittando della debolezza di Sera, rimasta contagiata dal morbo, uccide senza nessuna difficoltà la povera Eryana (per questo dicevo prima: non si cade nel cliché del salvataggio a tutti i costi della damigella in difficoltà!), poi affronta Ian, ma nessuno dei due pare davvero intenzionato a prendere la vita dell’altro.
La fedeltà di Dragonero all’Impero è messa a dura prova, ancora una volta. Per quanto Ian rivendichi di “non avere padroni”, Fem-Morvana compra la sua lealtà e il suo silenzio – seppur, par di capire, momentaneo – con l’antidoto che può salvare Sera. Ed è a questo punto che le trame annodate nei numeri precedenti si rivelano, con una potente retrospettiva che getta nuova luce su tante vicende passate: il lettore prova quasi una sensazione di vertigine, i riferimenti agli albi pubblicati negli scorsi anni sono tali e tanti da far smarrire la bussola, ma tutto appare coerente, solido, ben costruito. Soprattutto – e in ciò io ravviso un punto di forza di questa storia e dell’intera serie – sia la sceneggiatura di Luca Enoch, sia la “trama orizzontale” creata da lui stesso e da Stefano Vietti, evitano di scadere nel cliché del manicheismo morale, dove tutto è bianco o nero, i cattivi sono brutti e sporchi e i buoni hanno sempre ragione.
Morvana racconta che a salvarla dai demoni dell’Inframondo sarebbe stato proprio Ausofer, in una mise da cavaliere nero, armato di una spada fiammeggiante. Il che, di per sé, è piuttosto inatteso. Ma tra il racconto di Morvana e un mezzo spiegone – forse inevitabile – del Luresindo Alben, apprendiamo che gli assassini che avevano attentato alla vita del Principe Ereditario dell’Erondar (nei già citati albi 15 e 16, in cui guarda caso era apparsa-scomparsa Fem) erano stati inviati proprio dal Regno di Lehorian per aprire la successione dinastica a proprio favore; la crudele operazione di Ausofer, dunque, per quanto abominevole dal punto di vista umano, ha il sapore amaro della vendetta e, in maniera un po’ machiavellica, è valsa anche ad assicurare all’Impero una posizione strategica.
Non solo e non tanto per lo sbocco sul mare, quanto perché proprio a Lehorian è previsto lo sbarco delle Regine Nere degli Elfi (se ne è parlato di recente nell’albo n. 29), scomparse secoli prima verso Occidente e pronte a ritornare nell’Erondar, con il supporto della casa regnante di Lehorian – almeno, così pare, ma personalmente nutro qualche dubbio, visto che verso ovest è diretta anche Elara, l’iperattiva mamma di Ian. Il ritorno delle Regine Nere scatenerebbe “una guerra di proporzioni immani”, per la quale l’Impero, sotto la sapiente regia di Ausofer, sta accumulando armi devastanti (il fango pirico visto in ‘Dragonero Magazine 2015’), reclutando alleati e cercando il favore dei Khame, con lo sradicamento dei culti pagani (come quello affrontato da Ian nel n. 21, ‘Gli spettri del lago’).
I due numeri recensiti oggi ci regalano lo snodo narrativo che agognavamo da tempo: molte cose accadute in passato acquistano un senso inatteso, mentre una guerra si prepara per il futuro. In chiusura, vorrei enfatizzare qualche altro aspetto positivo di questo volume: senz’altro i disegni di Gianluigi Gregorini (e, nel secondo volume, anche di Giancarlo Olivares), che rendono in maniera cruda e spaventosa sia l’epidemia, sia la devastazione della città di Yastrad. Lo stesso dicasi per le due copertine di Giuseppe Matteoni, la prima ricca di suggestioni horror, la seconda capace di catturare icasticamente l’agonia della città preda delle fiamme. Ma, soprattutto, vorrei indirizzare un plauso alla scelta di ospitare una storia davvero epica in due interi volumi, in modo che, grazie allo spazio concesso, possa prendersi i suoi tempi (con una premessa doverosamente abbondante) come raramente si è visto nella serie. Per riassumere in quattro parole, ‘Dragonero’ al suo meglio.
– Stefano Marras –
Dragonero 30-31, Il contagio-L’agonia di Yastrad: recensione
Isola Illyon
- Una storia epica, distribuita tra un volume e l'altro, che gode del giusto spazio e si sviluppa in maniera perfetta;
- Una vicenda apparentemente marginale si trasforma nel più imponente snodo narrativo che la serie abbia visto finora;
- Belle copertine di Giuseppe Matteoni;
- Ottimi disegni realizzati da Gianluigi Gregorini (n. 30-31) e Giancarlo Olivares (n. 31);
- Impianto morale ambiguo, non scade nel cliché dei buoni vs. cattivi;
- Molti altri cliché evitati;
- Un po' scontato il salvataggio di Sera...