Ricordo bene quando uscì Star Wars: The Force Unleashed: era da diverso tempo che non si vedevano videogame di Guerre Stellari caratterizzati da una cura simile; l’uso della Forza, le varietà di spade laser messe a disposizione, una trama ricca e incisiva… tutto era stato gestito al meglio per offrire una grande esperienza che rimanesse nei cuori dei fan storici. L’entusiasmo fu presto sedato dal tiepidissimo sequel, progetto assolutamente privo di anima e di carisma, messo sulle mensole dei negozi solamente per battere cassa e cavalcare un’onda che pareva poter portare lontano. A quel punto i fedelissimi, traditi e disillusi, hanno cercato disperatamente consolazione nel prototipo di un brutale “Battle of the sith lords” (poi mai sviluppato) e dall’annuncio di un certo ammaliante Star Wars 1313.
A primo acchito pareva che LucasArts avesse rimaneggiato le meccaniche dietro a The Force Unleashed (cosa poi rivelatasi fasulla, visto che 1313 era mosso dal sempreverde Unreal Engine 3) per proporre al pubblico un’esperienza adrenalinica e caotica nei panni di un pistolero incastrato in una navicella in procinto di schiantarsi. Era il 2012, e abbiamo avuto un anno per recuperare informazioni e indiscrezioni sul gioco in questione; inizialmente si vociferava che il giovane protagonista potesse essere un Han Solo adolescente, quindi si è scoperto si trattasse di un giovane Boba Fett, le cui fattezze erano state abilmente alterate per non svelare sin da subito il colpo di scena: da lì ci si è concentrati sulla geografia dell’avventura e sui dettagli minori.
Ambientato nelle zone più profonde e peggiori di Coruscant, “thirteen – thirteen” avrebbe visto il noto cacciatore di taglie alle prese con una serie interminabile di bersagli da catturare e riconsegnare al cliente di turno. Memori del più che dignitoso Star Wars: Bounty Hunter (nei quali si vestivano i panni del “padre” Jango), tutti eravamo in piena frenesia per questa novità che, tra le altre, sembrava essere un’ottima pietra miliare per varare quelle nuove console che erano Xbox One e PlayStation 4. Ho parlato di un anno, però: nel 2013 i sogni sono andati in fumo, e la LucasArts è stata smantellata ed esiliata a seguito del rimpasto prepotente che la Disney ha preteso non appena ha serrato le grinfie sul brand.
Da allora su tutto è calato il silenzio. Certo, inizialmente erano udibili cori di protesta che chiedevano disperatamente che 1313 potesse essere portato avanti, o che Battlefront 3 non venisse dimenticato, ma – a dire il vero – qualsiasi cosa fosse riuscita a far dimenticare il tremendo Star Wars Kinect sarebbe stata accolta con urla di gioia. Ma niente. Quando poi si è esplicitato che le produzioni inerenti a jedi e imperiali sarebbero cadute sotto l’ala di Electronic Arts, i fan si sono del tutto rassegnati a non veder mai sviluppato quel teaser che aveva fatto germogliare sogni nerd. Eppure, dopo molto tempo, il sito SlashFilm finisce inavvertitamente per smuovere queste acque che oramai si consideravano stagnanti.
Intervistando Kathleen Kennedy, colei a capo della Lucasfilm, il giornalista Peter Sciretta le ha chiesto che fine avessero fatto i progetti di Star Wars: Underworld, l’ipotetico telefilm live action annunciato nel 2005 e mai realizzato. Lucas giurava che la serie, ambientata tra gli episodi III e IV, nelle zone d’azione della mala coruscantiana (vi ricorda qualcosa?), avrebbe visto ben 400 episodi, di cui 100 già redatti e pronti a essere filmati. Che fine hanno fatto questi testi, dunque?
“[…] a giudicare dal materiale da lui sviluppato e che abbiamo letto, saremmo decisamente interessati a esplorare quell’area“, dichiara Kennedy. “E poi vi era il gioco 1313 […] Il nostro atteggiamento è il non voler buttare via niente di tutto ciò. Si tratta di oro puro! È una cosa a cui dedichiamo molto tempo, scrutinandola, discutendola, ed è molto probabile che svilupperemo oltre questi progetti. Certamente vogliamo farlo.“
Ovviamente questa (succosa) dichiarazione non è da considerarsi come un’effettiva resurrezione del gioco che tutti vorremmo, inutile illudersi vanamente. Considerata la carica ricoperta da Kathleen è facile che le sue affermazioni siano da inserire in un contesto cinematografico, più che videoludico. Sappiamo per certo che ci attendono decine di anni di film e spin-off della saga di una galassia lontana lontana, dunque non sarebbe così improponibile che uno dei prodotti in corso di progettazione vada a concentrarsi su di un personaggio che, per quanto figo esteticamente, sul grande schermo ha sempre collezionato figure misere.
Allo stesso tempo, nel profondo del mio cuore, sento che una nuova speranza si è accesa in me con flebile fiamma. Lo so, sono un ingenuo e la mia fiducia verrà probabilmente annichilita per l’ennesima volta, ma sarei un ipocrita se non ammettessi di provare un brivido all’idea di poter avere tra le mani un action-adventure in cui possa ricalcare la salita alla gloria del cacciatore di taglie più noto della galassia. A pensarci bene, tuttavia, a marzo avevamo già notato come la “mamma” di Uncharted, Amy Hennig, si fosse unita ai Visceral Games per portare avanti un misteriosissimo progetto in salsa starwarsiana… vuoi vedere che… ?!
–Walter Ferri–