Numenera è un nome ormai noto alla maggior parte dei nerdacci che popolano il globo terrestre: vincitore del premio Gioco di Ruolo dell’Anno al Lucca Comics & Games 2015, pluripremiato anche all’estero, nonché base per l’attesissimo videogioco Torment: Tides of Numenera, è il bambino covato da Monte Cook per quasi vent’anni.
La chiave di volta del gioco è riassumibile nella seguente citazione di Sir Arthur Clarke: Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia. Su queste premesse Gene Wolfe ha sviluppato il suo magistrale Ciclo del Nuovo Sole, una saga di romanzi che partono fantasy e si svelano fantascienza, realizzando quella che a oggi è forse la miglior commistione fra i due mai partorita dalla letteratura di genere.
Wolfe è un genio e Monte Cook lo sa. Il suo Numenera potrebbe essere definito come la realizzazione ludica della visione colossale contenuta nel Ciclo del Nuovo Sole: un salto avanti nel tempo di un miliardo di anni permette di immaginare nascita e morte di civiltà avanzatissime, creando uno spazio cronologico così surrealmente grande da essere equivalente all’intero spazio della fantasia. In quel miliardo di anni la magia è tornata in vita rivestendosi di tecnologia, per poi essere percepita nuovamente come magia dalla civiltà del Nono Mondo. Il salto in avanti ci introduce a una realtà dal sapore fantasy, dove la tecnologia è sepolta sotto gli strati del passato – grattati dai drifters nel tentativo di strappare alla storia i propri grandiosi pezzetti.
L’uomo che ci introduce al cortometraggio Numenera: Strand riassume il tutto con voce pastosa (la penna è quella di Monte Cook). Il film, finanziato con Kickstarter nel 2015, è finalmente disponibile gratuitamente su Vimeo. Premo play pieno di curiosità: dalla narrativa al ludico, siamo arrivati anche alla cinematografia. Cosa ne verrà fuori?
All’inizio sono convinto che a parlare sia Jorah Mormont. Poi googlo il nome del narratore e viene fuori che è la voce di Thor in Kung Fury. Vabbe’. Il cortometraggio è privo di dialoghi, ha come protagonista un drifter e dura una decina di minuti in tutto. La voce di Thor offre un info-dump forse necessario, stemperato dalla sapienza dalla penna del Monte ma comunque un po’ pedissequo.
La telecamera ballonzola sempre, le inquadrature sono un po’ meh, ma si intravede un tocco di CGI sapiente già dai primi due minuti. La trama è semplice e complessa allo stesso tempo: un drifter trova un artefatto del passato che non comprende, ma che aprirà la strada a qualcosa di magnifico, o forse pericoloso, o forse entrambe le cose.
Il taglio fra l’introduzione e l’avvio vero e proprio del film è poco chiaro, e in effetti sembra che il corto sia per lo più diretto alla nicchia di pubblico che conosce bene il gioco. In ogni caso, già al terzo minuti si capisce che i soldi sono stati ben spesi. Ci vogliono quattro minuti perché il film decolli, poi ESCE UNA FOTTUTA ASTRONAVE DALLA NEBBIA e il gaso è totale. L’ultima parte è un omaggio al miglior Kubrick, e la voce del finto-Jorah Mormont e la penna del Monte chiudono il tutto in bellezza.
–Luca Pappalardo–
Numenera: Strand – Recensione del cortometraggio
Luca Pappalardo
- La CGI è di ottima qualità;
- A volte le inquadrature tremano troppo;
- L'interpretazione del drifter non è il massimo;