Il protagonista della recensione di oggi è il più famoso condottiero d’Italia. No, non sto parlando di Giancarlo Magalli, ma di Giovanni dalle bande nere: è a lui che è dedicata questo fumetto realizzato da Marco Rastrelli e Lorenzo Nuti, ed edito da Kleiner Flug.
Prima di parlarvi del volume, vorrei fare una premessa proprio sull’editore. Invece di dedicarsi ai supereroi d’oltreoceano o a generi popolari, Kleiner Flug ha deciso di puntare su serie storiche e letterarie (come ad esempio Salomè, che abbiamo recensito qui pochi giorni fa). Aprendo “Giovanni dalle Bande Nere” si fa un salto indietro nella storia. Il tratto del disegnatore è inquieto, a tratti caotico, sempre fanatico del dettaglio, che si tratti delle mille pieghe di una gonna o delle foglie di un albero. Anche sul versante cromatico il fumetto comunica la stessa inquietudine, interpretata spesso dalle tante sfumature del rosso e dell’arancio, o da atmosfere più algide. Questa veste grafica ci accompagna in una narrazione rapida che ricapitola la storia di del personaggio dalla nascita e fino alla morte del papa Leone X, in una sorta di lungo flashback.
Quello del condottiero, in quegli anni, era un mestiere piuttosto normale. In un dedalo di stati microscopici, in costante guerra con i loro vicini ma incapaci di mantenere un esercito regolare, i nobili che avevano un buon cognome ma né terre né castelli potevano guadagnarsi la pagnotta guidando manipoli di mercenari. Il termine stesso di “condottiero” viene da un documento detto “condotta”, essenzialmente un contratto tra il datore di lavoro e la truppa mercenaria.
La storia di Giovanni sarebbe troppo lunga per le 46 pagine del fumetto, e così gli autori hanno fatto una scelta radicale: tralasciarne le imprese di guerra e la morte (già raccontata, ad esempio, nel film Il mestiere delle armi) per focalizzarsi invece sulla sua gioventù, in una sorta di (non picchiatemi per il paragone!) Smallville delle bande nere.
Probabilmente è proprio per questo che la quarta di copertina ci dice: “Questa però non è la sua storia [di Giovanni]. Questa è la storia di Lodovico, figlio di Caterina Sforza e Giovanni de’ Medici detto il “popolano”, che sarà conosciuto anche con il nome di Giovanni di Giovanni de’ Medici.”
Niente paura, non ci vedete doppio: ci sono un po’ troppi Giovanni in questa frase, ma è tutto sotto controllo! In breve, Lodovico nacque poco prima della morte del padre, e per questo Caterina gli cambiò subito dopo il nome di battesimo in Giovanni, in memoria del defunto padre.
Capisco comunque che qualcuno di voi potrebbe non avere un laurea in dinastie dell’Italia rinascimentale, e per questo ho fatto le mie ricerche: Lodovico di de’ Medici è il famoso capitano di ventura. Semplicemente, se ho interpretato correttamente, la frase sibillina vorrebbe indicare che qui non si parla tanto del famoso condottiero, ma della sua movimentata vita, che si apre e chiude con l’episodio della morte del Papa. Una parte da leone la gioca anche sua madre Caterina, la donna che guidò la resistenza all’assedio di Forlì e che occupò Castel Sant’Angelo a Roma. Madre attenta, governatrice illuminata: insomma, buon sangue non mente.
Spesso la storia non ha niente da invidiare alla fantasia: anche quella di Giovanni è una storia di intrighi, di risse in strada e amori poco leciti. Un personaggio oscuro ma dallo strano senso dell’onore; il fumetto ci ricorda che sgozzò un suo soldato che aveva bruciato un crocifisso per scaldarsi, ne uccise un altro che rubava in chiesa, e nel mezzo della battaglia gli fa citare la Divina Commedia. Probabilmente un ritratto piuttosto fedele di un uomo cresciuto tra assassini e battaglie, ma senza perdere una certa peculiare nobiltà d’animo.
La lettura scorre rapida tra una rissa, un esilio e una fornicazione, ma ecco che proprio questa lettura scorrevole e rapida è un po’ il tallone d’Achille del volumetto: si ha l’impressione di leggere una sorta di introduzione o di prequel, che ci porterà a uno sviluppo epico che semplicemente non arriva. Non fraintendetemi: la storia è ben scritta, di senso compiuto, ma a fine lettura viene da chiedersi: finisce qui? Dov’è il sequel? La facciamo una bella graphic novel di 500 pagine?
Io nel frattempo, per la frustrazione ho consumato la pagina di Wikipedia su Giovanni e Caterina Sforza. Da amico, però, vi consiglio piuttosto di andare qui con il carrello della spesa, e di caricarlo bene. Avvertenza: i fumetti potrebbero migliorare il vostro voto in storia in maniere impreviste!
–Daniele Gabrielli–
Giovanni dalle Bande Nere – Recensione del fumetto
Daniele Gabrielli
- Una storia vera e ben raccontata;
- La lettura è rapida e piacevole;
- I personaggi sono davvero interessanti;
- La trama avrebbe avuto bisogno di più pagine per svilupparsi adeguatamente;