“Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di ammettere che ha sbagliato, che non è altro che dire di essere più saggio oggi di quanto non fosse ieri”. Mi servo di questa traduzione non proprio letterale di una celebre frase di Alexander Pope per confessare il mio errore: non avevo mai letto L’Eroe è Morto!. Certo, come giustificazioni potrei dire che questo manga è ancora in corso di pubblicazione, o che l’edizione italiana, a cura di J-Pop, ha visto la luce solo da pochi mesi, ma la verità è che un’opera così divertente per la sua assurda ironia avrebbe dovuto incrociare il mio cammino già da diverso tempo.
L’Eroe è Morto! (Yuusha ga Shinda in originale) è un manga shōnen fantasy e d’avventura scritto e disegnato da Subaruichi a partire dal 2014. Confesso che dopo aver letto qualche pagina mi è venuto il sospetto che finalmente i Giapponesi si fossero decisi ad adottare il metodo di lettura occidentale che va da sinistra a destra. Perché, mi state chiedendo? Beh, perché come dice il titolo, la storia inizia con l’eroe che tira le cuoia. Bam, secco! Non si ha nemmeno il tempo di memorizzare un nome che sia uno, che Shion, il valoroso Eroe Leggendario, l’uccisore di demoni, il possessore della Spada Sacra, regina degli Andali e dei Prim… ah no, quella è un’altra… insomma, in tempo zero l’unica speranza al mondo contro la nuova invasione di orrori ci lascia le penne. A questo punto entra in scena Anri, una negromante ex compagna di viaggio di Shion, che segretamente infonde lo spirito di Touka, il contadino responsabile della morte (nonché vero protagonista), nel cadavere dell’eroe. L’intento è quello di trovare un degno sostituto, contando anche sul fatto che una persona in grado di uccidere l’eroe debba essere per forza qualcuno con capacità fuori dal comune. Peccato che il buon Touka sia pressoché una nullità in tutti i campi in cui un combattente dovrebbe eccellere. Parte così l’avventura dei due improbabili salvatori del mondo, a cui si aggiunge Yuna, l’amica d’infanzia di Touka, sempre pronta a mollargli qualche cartone. E così, tra la ricerca di una soluzione al problema e la messinscena del finto eroe, si delinea all’orizzonte una vera lotta per la sopravvivenza della razza umana.
Ora, per come vi ho descritto a grandi linee la trama, potreste pensare al classico shōnen d’azione, che al cospetto dei colossi di pari genere si farebbe la pupù addosso. Tuttavia ho omesso volutamente una parte fondamentale di questo manga: la comicità. L’ho fatto perché vorrei concentrare ora l’attenzione su questo elemento, dal momento che trasforma qualcosa visto più e più volte in una storia diversa, strana, ma in fin dei conti originale. Tutti i sottogeneri da cui pesca L’Eroe è Morto! vengono brutalmente perculati e parodiati. Dall’Ecchi (una categoria cugina dell’hentai, anche se soft, basata su perversioni e fantasie) che viene ridicolizzata mediante l’adorazione di Touka delle “gambe paffutelle” vestite di solo parigine, al fantasy d’avventura declinato in armi improbabili, combattimenti-farsa e personaggi grotteschi. Persino la figura del protagonista è stravolta: egli non è il classico eroe che combatte sempre, ama i suoi compagni e ti strappa il sorrisino. Le uniche cose che Touka è in grado di fare sono scappare, infilare calze alle ragazze, ed essere stupido. E per quanto possa sembrare infantile, tutto ciò fa dannatamente ridere, perché raggiunge un climax di assurdità a cui il lettore non è preparato, dal momento che la trama di base dovrebbe essere semiseria. Non pensate, però, che sia solo un’infantile accozzaglia di nudismo e battute scadenti: dietro al velo di situazioni che ti fanno “cadere le braccia” sempre di più, si nasconde un intreccio ben studiato e accattivante.
In generale il primo volume mi è piaciuto, l’ho trovato originale e divertente pur rimanendo entro i confini dello shonen d’avventura. Certo, nei primi capitoli il lato comico tende a superare il limite, risultando in alcuni punti disturbante, ma grazie al prosieguo della storia e al ritmo che diventa maggiormente incalzante, esso arriva a bilanciarsi perfettamente con la trama. Complimenti, infine, a Subaruichi per i disegni ben curati, nonostante sia il suo primo lavoro di un certo livello, e per la scelta geniale di parodiare i temi classici della tradizione fumettistica giapponese. L’inizio è promettente, e chissà se in futuro L’Eroe è Morto! si confermerà a questi livelli.
Voi l’avete già letto? Cosa ne pensate?
–Andrea Camelin–
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L’Eroe è Morto! #1 – Recensione manga
Andrea Camelin
- I temi classici della letteratura manga vengono stravolti in maniera ironica;
- I disegni sono dettagliati e curati;
- C'è un giusto bilanciamento tra comicità e trama di fondo seria;
- All'inizio il ritmo non è gestito benissimo;
- Il lato comico a volte calca troppo la mano;