Continua l’esplorazione, è proprio il caso di dirlo, delle ambientazioni ottocentesche più stuzzicanti da parte di Limana Umanìta per la sua corazzata Brass Age. Dopo la nebbiosa e occulta Londra vittoriana, la pericolosa e infida frontiera americana, il neonato e già incasinatissimo Regno d’Italia, è ora la volta della culla dell’umanità: l’Africa. Il XIX secolo vide infatti le grandi potenze coloniali (con l’Impero Britannico ovviamente in testa) sempre più affamate di materie prime e, ahimè in alcuni casi, schiavi, abbandonare le relativamente conosciute e già colonizzate coste per l’esplorazione dell’interno del continente, ancora vergine e completamente ignoto, tanto da sfumare nel mito. Stiamo parlando dei decenni di spedizioni collettive o in solitaria di mitici cartografi, giornalisti e antropologi come Livingstone e Stanley, molte volte in cerca di luoghi altrettanto mitici come le Fonti del Nilo o perdute città nella giungla. Ed è proprio questo il perimetro dentro al quale si muove Brass Age Africa, ovviamente con il contorno di società segrete, sette massoniche e intrighi sconfinanti nell’occulto che da sempre rappresenta il marchio di fabbrica del brand.
IL DOTTOR LIVINGSTONE, SUPPONGO…
Il manuale a copertina rigida di oltre centodieci pagine mantiene l’impostazione grafica e di lettering tipica di Brass Age, giocando sulla monocromia sia per le evocative illustrazioni che per le ricostruzioni a matita e carboncino delle perdute città nel cuore del continente, che sembrano scaturite davvero dall’abilità di un illustratore al seguito di qualche spedizione storica della Royal Society.
Dopo un veloce capitolo che introduce allo spirito del manuale e spiega come le varie Cospirazioni (o società segrete, elemento cardine delle dinamiche di Brass Age) presentate nei titoli precedenti del GdR agiscano sul suolo africano, arriviamo alle nuove Specialità e ai nuovi Trucchi appositamente concepiti per l’ambientazione. Negromanzia e Sciamanesimo Africano tracciano la strada a livello di Specialità per due delle nuove Carriere che valuteremo tra poco, andando a rappresentare un po’ il “Cuore di Tenebra” del continente tra zombi, possessioni, e spiriti ferali. Ampia la selezione di nuovi Trucchi, principalmente relativi all’esplorazione e all’orientamento, ma anche alla comunicazione con le fiere e relativi tentativi di non farsi sbranare strada facendo. Completano la sezione dedicata alle statistiche alcune armi tipiche africane (esclusivamente bianche e/o da lancio) e un paio di creature a metà strada tra mito e mondi perduti, mentre la suddivisione in classi sociali sul continente africano rimane identica a quella del manuale base (il che, se non correttissimo dal punto di vista storico, è ampiamente giustificabile in termini di gioco).
Dieci nuove carriere, tutte estremamente calate nel contesto, ma interessanti da giocare anche in altre ambientazioni, solleticano il palato degli utenti: tra le più stuzzicanti segnalo l’Avventuriero (una sorta di Indiana Jones ignorante), i già citati Negromante e Uomo Totem (in pratica lo sciamano, colui che ha la connessione diretta con il mondo degli spiriti e, in definitiva, con lo spirito del continente), e il Selvaggio Bianco (avete presente Tarzan?). Insomma, anche in presenza di nuove feature, Brass Age ormai fila liscio come le placide acque del Nilo.
ULTIMO TANGO A MOMBASA
Dove davvero Brass Age Africa dà il meglio di sé è nel capitolo I Mondi Perduti, nel quale si dà libero sfogo al topos letterario e mitologico della Città Perduta, scrigno di inestimabili tesori e oscure conoscenze, nascosta nei recessi più irraggiungibili del continente. Dalla tecnologica civiltà nascosta tra le sabbie del deserto alla necropoli persa nella giungla più nera, dal mitico cimitero degli Elefanti alla antica colonia romana di cui si sono perse le tracce, Architetti e giocatori avranno di che immaginare, giocare e divertirsi. La varietà è sorprendente e ricca di dettagli, tra struttura della città, abitanti, cospirazioni, tesori, e conoscenze mistiche. A tanta attenzione in fase di “destinazione finale” delle avventure (le città nascoste come luoghi di avventura) non ne corrisponde però altrettanta quando si tratta di fornire gli strumenti in-game per arrivare a destinazione, ovvero la fase esplorativa propriamente detta. Nessuno avrebbe preteso delle regole ad hoc (come per la fase “Journey” in Adventures in Middle-Earth, per capirci), ma avrei gradito qualche informazione in più sull’esplorazione, la logistica e la topografia del Continente Nero, dato che non tutti i Master hanno nozioni di storia e antropologia dell’epoca.
Il manuale, che potete acquistare qui, si chiude poi con una divertente campagna lunga quasi trenta pagine.
–Luca Tersigni–
Brass Age Africa – I Mondi Perduti: la recensione
Luca Tersigni
- Presentazione grafica evocativa e impeccabile;
- Nuove Specialità, Carriere e Trucchi ben contestualizzati e divertenti da giocare;
- La sezione sulle città e le civiltà perdute è davvero sontuosa;
- Manca una sezione riguardante l'esplorazione geografica, sia a livello regolamentare che di “lore”;