Ricordo con affetto i primi giorni al liceo quando, nel garage sgombrato alla buona di un amico, mi apprestavo a iniziare a giocare a D&D per la prima volta. Fu un esperienza incredibile e Morvan, il mio nano bardo, è ormai diventato una sfumatura permanente di me. Come sarà accaduto a molti di voi, però, prima di riuscire a capire bene come funzionasse un attacco di opportunità, o a calcolare efficacemente i raggi d’azione di attacchi e incantesimi, ci sono volute tante (e a volte noiose) consultazioni del Manuale, fattore che forse tende a scoraggiare i potenziali giocatori più giovani e meno pazienti, i quali magari preferiscono una partita veloce a Call of Duty piuttosto che trascorrere ore e ore col naso su un libro.
I nostri amici della Wizards of the Coast, con l’aiuto di Studio Press, Candlewick Press e Matt Forbeck, hanno però pronta una soluzione per questa tipologia di pubblico, ovvero Dungeonology, un vero e proprio manuale pensato per introdurre D&D ai più piccoli. Grazie a questo volume si può varcare la porta d’ingresso dei Forgotten Realms, una delle ambientazioni di D&D più popolari di sempre, venendo scortati tra le varie stanze del dungeon attraverso la “voce” ironica e saggia di Volothamp Geddarm.
La prima frase del libro ci fa comprendere fin da subito il tono con il quale tutto è trattato. “Un avventuriero sfacciato e orgoglioso non diede retta ai miei consigli, finendo divorato da un froghemoth. Riuscimmo a tirarlo fuori di lì, ma continuò a puzzare come il fondo di una palude per molti mesi a venire”: iconica, divertente, corretta e abbastanza fiabesca.
Il libro racconta ciò che succede nel mondo di Dungeons & Dragons, rompendo una sorta di quarta parete e mostrando al novizio giocatore cosa lo aspetta scheda alla mano. La caratteristica principale del tomo, però, è l’essere quasi esclusivamente “Pop-Up dipendente”: gran parte degli elementi delle varie pagine possono essere estratti, allungati, ricreati in 3D, e tanto altro. L’intera mappa dei Forgotten Realms, se estesa completamente, occupa quasi un metro quadrato di spazio, con città, montagne e personaggi in bella mostra. E alla fine del libro, rompendo la ceralacca, si può leggere anche una lettera da Elminster in persona (so che molti giocatori ultraquarantenni staranno sbavando alla sola idea)!
Il prodotto, come già ribadito, è indicato per un pubblico giovanissimo, che abbia in media sui dieci anni. È facile, quindi, che una persona adulta che dovesse acquistarlo potrebbe rimanere delusa. Uno dice, vabbe’, ma il target di utenza è chiaro. E invece, a giudicare dalle tante recensioni negative fioccate su Amazon (“Un libro infantile, che non consiglio a nessun mio amico”; “Nemmeno mia mamma, che non sa nulla di D&D, riuscirebbe a leggerlo”), la strada per combattere la superficialità umana è ancora lunga.
Chiunque sia dotato di mente funzionante può invece comprendere come questo libro sia lo strumento ideale per far affezionare le nuove generazioni al GdR di Wizards. Potremmo dire che se lo Starter Set serve per prendere confidenza col gioco, e il Manuale del Giocatore a comprendere tutte le regole, Dungeonology ha lo scopo di far capire perché ruolare sia così divertente.
D’altronde, non sarebbe bello poter fare da Dungeon Master ai propri figli, magari durante le vacanze natalizie? Genitori in ascolto, fateci un pensierino!
–Yari Montorsi–