Settimana dopo settimana, ‘Game of Thrones’ si avvia rapidamente verso la conclusione della sesta (e probabilmente penultima) stagione: oggi vediamo insieme la 6×06, ‘Blood of my Blood’. Do i canonici avvisi anti-spoiler ed entro subito nel vivo della recensione.
DISCLAIMER: Contiene SPOILER dal sesto episodio della stagione in corso.
Questa puntata appare, a prima vista, il classico episodio di transizione. Per prima cosa bisogna dire: ci può stare. Dopo lo shock del passaggio a miglior vita di Hodor, dopo lo struggimento provato lunedì scorso, può darsi occorresse un po’ di tempo per tirare il fiato. In secondo luogo, però, mi sento anche di difendere ‘Blood of my blood’: non è un banale riscaldamento in vista di cose più interessanti, ma una puntata che prepara un’infinità di sviluppi per le “guerre che verranno”. E forse segna anche un primo ricongiungimento fra la trama dei libri e quella della serie TV.
Bran e Meera sono in fuga, inseguiti dagli sgherri non-morti degli Estranei. Il ragazzo continua ad avere visioni del passato, del presente e del futuro: vede il Re Folle che grida “Bruciateli tutti!”, Jaime Lannister che compie l’atto che gli varrà la nomea di Kingslayer, la sagoma di un drago su Approdo del Re, Ned Stark decapitato, i piromanti che versano Altofuoco… Sono tantissimi flash, rapidissimi: se volete soffermarvi su ciascun frammento e ragionarci con comodo, vi segnalo questa galleria già spuntata in rete. Qual è il significato di queste visioni? C’è chi adombra la distruzione futura di Approdo del Re, e chi trova conferme della teoria per cui sarebbe stato Bran a far impazzire Aerys Targaryen. Davvero il famigerato “Bruciateli tutti!” era rivolto agli Estranei e non alla popolazione di Approdo del Re? Per il momento, mi pare manchino ancora conferme.
Ad ogni modo, quando ogni speranza sembra persa, Bran e Meera vengono salvati da Benjen Stark, disperso dalle prime puntate della prima stagione a Nord della Barriera: è la seconda reunion degli Stark nel corso di poche puntate, quindi per l’andazzo della serie dovrebbe colpirli a breve una tragedia immane, no? Ad ogni modo, Benjen è già, tecnicamente, morto, ma i Figli della Foresta hanno impedito che si trasformasse in uno zombie al comando degli Estranei (chi è che diceva che gli Stark non hanno la pelle dura?). Per cui ora è… solo uno zombie, ecco. È un altro spoiler dai libri? L’identificazione di Benjen con Manifredde, personaggio apparso finora soltanto nei libri, era stata negata da un appunto di Martin al suo editor, astutamente individuato da un fan. Ci troviamo dunque davanti a una rivelazione che a) rappresenta uno spoiler per i lettori, oppure b) è semplicemente una commistione fra più personaggi per esigenze televisive.
Il sangue degli Stark imperversa anche in Arya: va vicinissima ad uccidere l’attrice, come le è stato ordinato da Jaqen, ma alla fine si tira indietro e impedisce alla donna di bere il veleno che lei stessa le ha servito. In gioco ci sono mille fattori: la bravura dell’attrice, la sua umanità una volta scesa dal palco e levata la parrucca, la stessa empatia che, per suo tramite, Arya sembra provare per Cersei. E poi, in cima a tutto, l’idea di giustizia: le mani della lupacchiotta sono macchiate di sangue, ma si tratta di sangue che Arya ha sempre versato per salvare delle vite, per alleviare delle sofferenze, oppure per punire azioni malvagie. Non può, però, accettare di uccidere senza motivo, per soddisfare una gelosia fra teatranti. Il cuore sobbalza quando Ago vede la luce, estratta dalla sepoltura che – lo sapevamo – doveva essere temporanea. Ora l’Orfana, più cattiva che mai, è sulle tracce di Arya: come finirà?
Samwell e Gilly, intanto, arrivano a Collina del Corno, sede della Casa Tarly. Alla spontaneità un po’ ingenua della madre e della sorella del Guardiano della Notte fanno da controcanto l’ottusa boria del fratello minore di Sam e l’antipatia del padre Randyll, che non tardano a manifestarsi quando si scopre che Gilly è una bruta. Per quanto Sam non sia esattamente un cuor di leone, il suo silenzio davanti agli insulti rifilatigli dal padre è, a modo suo, un atto di coraggio: aveva paura di rispondere, non per sé, ma per il futuro di Gilly e del piccolo Sam. Un sacrificio, anche questo. Solo che poi un’altra decisione si affaccia nella mente del nostro eroe: fuggire nel cuore della notte, rubando la spada in acciaio di Valyria della Casata – anche se penso che gli occorra più per ragioni di studio che per altro – è comunque, a modo suo, un atto di coraggio, anche se magari un po’ subdolo.
Ad Approdo del Re, per la prima volta dopo qualcosa come un secolo, le cose iniziano a farsi interessanti. Attuando il piano concordato coi Tyrell, Jaime guida un esercito davanti al Tempio di Baelor, dove Margaery attende, vestita da penitente. Le forze dell’Altopiano sono pronte a colpire, quando l’Alto Passero rivela che non ci sarà nessuna Camminata della Vergogna per la Regina (coro maschile di disappunto). Perché? Perché Margaery fa mostra di aver trovato il pentimento (bisognerà poi capire se per davvero o per convenienza), tanto da aver portato dalla parte del Credo Militante il Re e la Guardia Reale. Olenna è costretta a spiegare a Mace Tyrell, politicamente meno brillante della mamma, che la partita è finita e i Passeri l’hanno vinta.
Subito dopo Jaime viene destituito dalla sua posizione di Lord Comandante della Guardia Reale e inviato nelle Terre dei Fiumi, a procurare la conquista di Delta delle Acque. La scena è piena di suggestioni – anche visive – e riferimenti (dall’inquadratura della sala del Trono alla corazza gettata in terra) all’analogo episodio accaduto nella prima stagione, in cui Re Joffrey aveva spogliato della carica di Lord Comandante Barristan Selmy. Dunque Jaime è ora erede di Castel Granito? Tywin si starà rivoltando nella tomba! Ci aspettavamo, comunque, un po’ più di resistenza da parte del Giovane Leone, che aveva rinunciato a tutta la sua eredità pur di restare nella Guardia Reale; ma è chiaro che la serie proceda con l’ansia di risolvere tutte le situazioni, sacrificando approfondimenti psicologici evidentemente reputati superflui.
Noto però con piacere che nelle Terre dei Fiumi sembra crearsi una “tempesta perfetta” che fa convergere Jaime, Brienne, Pod, Brynden Tully, Edmure Tully e i Frey: almeno su questo punto la sensazione è che la trama si stia riallineando a quella dei libri, non vi pare?
Abbiamo comunque la conferma che Ditocorto non ha mentito a Sansa: la città dei Tully è stata riconquistata dal Pesce Nero. Vediamo infatti i Frey (spariti dopo la terza stagione) litigare fra loro, accusandosi della perdita della piazzaforte e proponendosi di riconquistarla con l’arma più consona alla loro Casata: il ricatto. Torna infatti Edmure, lo sposo delle Nozze Rosse, tenuto in ostaggio fin dalla notte del suo matrimonio.
La puntata si chiude con Daenerys che, riapparsa in groppa a Drogon, fortifica la fedeltà dei dothraki, nominando tutti loro come “cavalieri di sangue” (“sangue del mio sangue”; da qui il titolo dell’episodio). Gli effetti speciali appaiono oggettivamente migliorati rispetto alle brutture viste nella 5×09, ma a maggior ragione penso che questa scena, in groppa al drago come un khal su un gigantesco cavallo alato, avrebbe avuto ragion d’essere nell’episodio 6×04, magari dopo l’incendio della capanna delle Dosh Khaleen, piuttosto che buttato lì in mezzo al deserto. Resta da chiedersi se Dany troverà ancora qualcosa ad attenderla ad Approdo del Re, dato il contenuto inquietante delle visioni di Bran a inizio puntata.
Insomma, per quanto ‘Blood of my Blood’ appaia come un episodio di transizione, non si tratta del classico filler, e dopo aver visto il promo della prossima puntata, ‘The Broken Man’ (che vi lascio qui sotto), l’attesa subisce una decisa impennata. Non mi resta che attendere il vostro parere su questo episodio e darvi appuntamento alla recensione della 6×07!
– Stefano Marras –
Game of Thrones 6×06: Blood of my Blood – Recensione
Isola Illyon
- Non un banale filler, ma un episodio che pone le basi per le “guerre che verranno”;
- Tantissimi riferimenti criptici al passato, al presente e al futuro dei Sette Regni;
- Pare profilarsi un riallineamento con alcune trame della saga cartacea;
- Riappaiono Benjen (Manifredde?), Edmure e i Frey!
- Quanto mai imponente l’apparizione di Drogon;
- Sorprendente la svolta di Approdo del Re;
- Qualcosa si muove anche nella storyline di Arya a Braavos;
- L’episodio manifesta un calo di ritmo rispetto alle precedenti;
- Jaime viene espulso dalla Guardia Reale quasi senza opporre resistenza;
- La serie pare procedere in maniera un po’ affrettata, tralasciando alcuni approfondimenti psicologici;