Indagatori dell’incubo, cacciatori di streghe, semplici folli popolani: è a voi che ci rivolgiamo. Di certo avrete udito le ultime missive della Wizards of the Coast che annunciano l’uscita di una nuova avventura per la Quinta Edizione di D&D. Ebbene, le voci che circolano sono esatte, sarà ambientata proprio a Ravenloft, il semipiano del terrore dove albergano oscuri signori pronti a farvi le scarpe al primo fallimento critico.
Come dite? Non avete paura? Folli! Forse non avete ben compreso chi è tornato tra i vivi. Stiamo parlando del Conte Strahd von Zarovich, l’oscuro signore del castello Ravenloft, il “primo vampiro”, come ama definirsi.
Non sapete di chi stia parlando? Dovrei strapparvi il cuore e gettarlo ai demoni del fossato! Ma oggi il Conte è di buon umore e ha deciso di rispondere a qualche domanda. Del resto ci tiene a farsi conoscere, tutti devono tremare al solo sentire bisbigliare il suo nome!
Conte Von Zarovich, è… è un onore averla tra noi. A… a cosa dobbiamo questo ritorno in grande stile?
Innanzitutto l’onore è mio e porgo i miei saluti agli isolani tutti, ma la invito a calmarsi. Siamo qua per fare quattro chiacchiere, suvvia, perché essere così nervosi? Per rispondere alla sua domanda, beh, i giocatori erano stanchi di quei tediosi e monotoni reami dimenticati… un fatina intrappolata qua, un elfo in pericolo di là, sempre le solite storie da raccoglitori di margheritine. C’era bisogno di una sana dose di terrore per risvegliare i loro animi sopiti e Ravenloft piomberà nelle loro vite come una freccia penetra nella carne di un innocente. In tanti hanno provato a sconfiggermi, senza riuscirci. Ecco per loro l’occasione di una rivincita. Per non parlare di tutti i verginelli, di quelli che non mi hanno mai incontrato, la nuova generazione insomma. Con loro mi divertirò particolarmente.
Non vorrei sembrare inopportuno, ma… le va di dirci qualcosa sul suo passato? Ci dicono che un tempo lei non era così malvagio.
Non che ami parlarne particolarmente, ma me lo chiedono sempre in molti e la storia ormai dovreste conoscerla. Risale a molto tempo fa, credo di aver perso il conto degli anni che sono trascorsi. Le notizie non sono false, a quei tempi ero un guerriero integerrimo, così almeno mi vedevano i miei uomini. Lottavo per il mio popolo, sputavo sangue sul campo di battaglia contro i barbari che volevano impossessarsi delle nostre terre. Fu una guerra che durò anni, ma alla fine li portai alla vittoria e riconquistai Barovia, insediandomi nel castello Ravenloft, dal quale iniziai a dettare legge sulla mia nuova terra.
Un passato di tutto rispetto, Conte. Cos’è successo dopo?
Vedete, la guerra è infida. Tutta quella gente caduta sulla mia spada, quel sangue, quei cadaveri sui quali eravamo costretti ad accamparci… tutto questo ti cambia nel profondo dell’anima, un’anima che forse lasciai proprio lì, sul campo di battaglia, senza più ritrovarla. Il mio cuore si inaridì, iniziai a comandare col pugno di ferro, molti provarono a ribellarsi, ma non facevano che accrescere la mia stanchezza e il mio odio. E poi c’era lei, che mi guardava sempre più da vicino, la Morte. Era lì ad aspettarmi, ogni alba sempre più vicina, tanto da poterla guardare negli occhi.
E lei l’ha vista? Intendo la morte… l’ha vista proprio coi suoi occhi?
Mi ero innamorato e forse sì, ciò significa vedere la morte. Non sopportavo il fatto di dover morire senza poterla prima avere, senza farla mia. Sto parlando di Tatyana, questo era il suo nome. Non mi aveva mai corrisposto. Era accecata dal fascino di mio fratello Sergei e i due erano fidanzati. Ciò mi faceva male come un coltello di spine conficcato tra le costole. Io ero sempre più vecchio, lei sempre più distante. Fu così che mi convinsi a stringere un patto con la Morte, che mi decisi a guardarla negli occhi e chiederle un favore, quello di tornare giovane, così che lei avrebbe potuto amarmi. Il patto prevedeva l’uccisione di mio fratello e lo feci poche ore prima delle sue nozze con Tatyana. Fu rapido e indolore, lui comprese perché ne avevo bisogno, ne sono certo. E quando cercai la mia donna, convinto di renderla felice, lei mi respinse. Aveva compreso ciò che avevo fatto per lei e adesso mi vedeva come un mostro! Provai a spiegarle, le corsi dietro per il castello, ma lei correva come il vento, fino a inciampare e cadere in uno dei fossati tra i torrioni. Non potei far nulla per lei, il suo corpo giaceva immobile in una chiazza di sangue e gli ultimi frammenti della mia anima volarono via con lei.
Una storia straziante, Conte. Ma le sorprese non finirono quella sera, non è così?
Esatto. Quando rientrai nel castello barcollante e ancora scosso per quanto accaduto, mi resi conto che una ribellione era in atto. Una delle famiglie che erano invitate alle nozze aveva ideato un piano per farmi fuori e occupare Ravenloft.
Stolti!
Quando entrai nella sala, la maggior parte dei miei familiari e amici erano morti sotto le loro lame. Ed erano lì ad attendermi per a completare l’insurrezione. Quando il primo venne verso di me, piantandomi la lama allo stomaco, non sentii nulla. Ne venne un altro, e un altro ancora. Le lame penetravano nella carne, sentivo un pizzico, poi le ferite si rimarginavano. Fu allora che compresi, quando misi mano alla gola del bastardo e la spezzai con un semplice gesto. Quello alla mia destra provò a scappare, ma gli apparii davanti e le mie unghie penetrarono la sua carne come un panetto di burro.
Quella sera scorse molto sangue a Ravenloft. Trucidai gli usurpatori, non ne lasciai nemmeno uno in vita e i tappeti si tinsero di rosso.
È stato in quel momento che Ravenloft divenne un semipiano?
Non saprei dire con certezza quale fu il momento adatto, se in seguito all’uccisione di Sergei, alla morte di Tatyana o alla carneficina. Forse tutte e tre le cose insieme scatenarono qualcosa. L’intera Barovia venne avvolta da una nebbia fitta e carica di paure, il castello divenne qualcosa di più di un semplice edificio, i miei poteri si accrebbero al punto da rendermi immortale. Sì, fu creato il semipiano del terrore e chiunque provò a mettervi piede, da quel momento in poi, dovette pagarne le conseguenze.
E’ senz’altro una storia affascinante. Ma adesso che lei è tornato, cosa dobbiamo aspettarci? Non sarà mica l’ennesima storia del vampiro che deve essere ucciso col paletto? Insomma, questa cosa del conte nel castello non le sembra un po’… datata?
Sa, lei mi sta simpatico, quindi la invito a pescare una carta dai miei tarocchi. Su, coraggio, non sia timido, ne peschi una e la guardi attentamente. Bene… era proprio la carta che le serviva, non è vero? Cos’è quello sguardo preoccupato, suvvia… per così poco! Ahimè, penso penso proprio che adesso dovrò continuare da solo, non vorrei lasciare chi ci ascolta in modo troppo brusco, sarebbe poco elegante. Beh, non mi resta che augurarvi una buona notte miei cari, ricordandovi che le porte del mio castello sono sempre aperte ai viandanti desiderosi di visitarlo.
– Andrea Carbone –