Il grande successo mediatico dell’ultimo film di Star Wars ha portato con sé anche polemiche sui temi più disparati. C’è chi si è lamentato del film, parlando di remake o mancanza di originalità, o chi invece non ha apprezzato la figura del cattivo Kylo Ren, non all’altezza delle aspettative, o il modo in cui la Forza si è risvegliata. E poi ci sono state le polemiche su Lucas che insulta la Disney per poi rimangiarsi le accuse, ma le più fastidiose sono sicuramente quelle sorte nell’ambito della sfera personale di Carrie Fisher, l’interprete di Leila Organa.
Molti se la ricorderanno in quello striminzito corpetto metallico che lasciava poco all’immaginazione, incatenata al mostruoso Jabba. Probabilmente è l’immagine più rappresentata del personaggio: erano gli anni ’80 e l’attrice non poté non diventare protagonista dei sogni di tanti uomini che la elessero a diva, a fantasia erotica di ogni nerd che si rispetti, ma è innegabile che sia divenuta anche un vanto per le donne, esempio di femminismo che va di pari passo alla sensualità. Non a caso era lei a comandare le truppe e fu sempre lei a mettere più colpi a segno con la pistola laser (sapevatelo!).
E tale rimase per molti anni, anche perché l’attrice, pur non sparendo dalle luci dei riflettori, si limitò a una carriera fatta di ruoli secondari e comparsate in serie televisive, sebbene degne di rispetto.
Insomma, l’immagine della principessa Leila era rimasta immutata per tutti i fan di Star Wars, che alla prima di The Force Awakens sono sobbalzati nel rivedere l’attrice: una donna avanti con l’età, che ha preso qualche chilo, non proprio in forma smagliante, insomma. A nulla è valso il fatto che siano passati trent’anni dall’ultima volta, né che Leila continui comunque a comandare diligentemente la Resistenza. Non sono valse a nulla nemmeno le scene assieme ad Han Solo, quegli sguardi carichi di mille ricordi, di una storia andata male, ma pur sempre vissuta.
No, perché molte persone hanno deciso di focalizzarsi sul suo aspetto fisico. Ed ecco venir fuori le battute, le risatine, gli sfottò che hanno inondato il Web, arrivando fino all’orecchio dell’attrice stessa che, toccata sul personale, ha deciso di rispondere su Twitter: “Per favore, smettetela di parlare del mio peso o del modo in cui sono invecchiata. È una cosa che mi ferisce. Il mio corpo non è invecchiato bene quanto me. Lasciate perdere”
Poco dopo, ha aggiunto che il suo corpo è solo un mezzo con il quale trasportare il suo cervello.
La vicenda ha ottenuto un cospicuo numero di interventi, tra sostenitori e detrattori dell’attrice, che ha retwittato alcuni di questi e risposto dicendo che la bellezza è solo un prodotto temporaneo e del DNA, ed è inutile sprecare fiato su di esso.
Carrie si è sfogata anche in occasione di un intervista su Good Housekeeping, dicendo che si trova in un business dove l’unica cosa che conta sono il peso e l’apparenza, il che è frustrante. Infatti, come ha sottolineato di recente, per tornare a interpretare il ruolo di Leila si è sentita costretta a perdere 16 chili, rinunciando però a essere se stessa e a sentirsi bene col suo corpo.
E Mark Hamill e Harrison Ford? Lo ha chiesto lei in un tweet, provocatoriamente, per capire come mai a loro non fosse stato criticato l’invecchiamento. C’è chi ha affermato che siano invecchiati meglio di lei, ma qualcun altro ha colto nel segno rispondendo che gli uomini non invecchiano bene: a loro è semplicemente permesso farlo, in quel contorto meccanismo di Hollywood che pare non essere cambiato rispetto a cinquant’anni fa.
Insomma, il nuovo film ha risvegliato non solo la Forza, ma anche la solita massa di gente che utilizza i social network per dar sfogo alla propria stupidità. Possiamo comprendere la critica a un Sith (o presunto tale) che si fa battere troppo facilmente o a un luogotenente che apre gli scudi senza batter ciglio, ma criticare una donna di 59 anni per qualche chilo di troppo rasenta le capacità intellettive di un Sarlacc.
Me li immagino, i barbuti trentacinquenni davanti allo schermo del portatile, con una ciambella in mano e una coca nell’altra, il pancione pieno di molliche, il dito puntato contro lo schermo pronto ad accusare tutto ciò che non è conforme a quello che vorrebbero vedere, ad accusare il tempo di fare il suo corso, il DNA di causare l’invecchiamento, e il corpo umano di cedere di fronte all’età. In fondo, motivazioni del genere potrebbero essere perfino poetiche, rappresentando un continuo ribellarsi all’inevitabile, un grido di protesta nei confronti della caducità della vita. Ecco, vediamoli così, come poeti del nuovo millennio pronti a ricordarci la nostra natura umana e a metterci in guardia dai pericoli dell’invecchiamento.
Vi auguro che il tempo sia più clemente con voi, ma le statistiche parlano chiaro: persino i Jedi invecchiano, quindi quella spada laser appesa alla parete difficilmente vi salverà, soprattutto se la maleducazione scorre potente in voi. Di certo quella non aiuta a invecchiar bene!
– Andrea Carbone –