Ecco, il momento tanto aspettato è finalmente arrivato. Un’attesa che, devo essere sincero, forse non ho mai sentito tanto forte in vita mia. Una sensazione che sicuramente hanno condiviso con me allo stesso livello milioni, ma che dico, miliardi di persone in tutto il mondo. E proprio quest’aspetto rivela quanto il racconto della storia collettiva e il potere del mito condiviso siano qualcosa di intessuto inestricabilmente nella natura umana. Ognuno di noi vuole sentirsi partecipe di queste narrazioni sociali, farne parte, esprimere la propria idea su di esse e rielaborarle in modo personale. In questo senso, il potere evocativo del franchise di Star Wars e la profondità con cui esso ha permeato la nostra società negli ultimi quarant’anni è qualcosa di ineguagliabile. Nell’attesa spasmodica di questi mesi, e ancor più dopo aver visto il film, ho capito davvero quanto sia incontrollabile il potere del racconto, della narrazione, della parola. Certamente la forza più genuina e archetipica a disposizione dell’umanità per riappropriarsi della propria identità, dei propri sogni e dei propri valori.
Ora mi trovo nella posizione di commentare “Il risveglio della Forza” cercando di dare un senso al turbinio di emozioni che mi accompagna da quando ho messo piede in sala – e, vi assicuro, non è facile. Vi prometto che non anticiperò nulla, non una parola sui tanti segreti svelati e sulla trama del film: potete tranquillamente continuare la lettura di questa recensione spoiler-free.
Dunque, ci sono diversi modi per analizzare una pellicola, ma a nessuno di voi importa sapere se la regia è all’altezza delle aspettative – sì, lo è – o se gli effetti speciali sono da capogiro – visto l’investimento della produzione, non poteva che essere così. Voi vi starete chiedendo se Episodio 7 sia epico, avvincente ed emozionante come i sei capitoli che l’hanno preceduto. Quando la scritta gialla Star Wars appare sullo schermo e la classica musica d’apertura mi investe, il mio cuore parte a battere all’impazzata e non accenna a rallentare quando il prologo inizia a scorrere in obliquo sul cielo stellato; poi il film inizia e voglio concentrarmi per non perdermi un solo fotogramma.
Inizio con il dire che la trama non ha nulla a che vedere con il passato: assistiamo a qualcosa di diverso, che vuole prendere le distanze da ciò che è stato, come a dire: ok quella era la lotta tra l’Impero e i ribelli, tra il Lato Oscuro e i Jedi; ma l’universo è andato avanti, raccontiamone altri punti vista e altri aspetti.
La sinergia che si crea tra i personaggi principali del film, Rey e Finn, parte da questo presupposto, e ci propone una coppia di protagonisti complementari old-school che nelle intenzioni vuole riportare sulla scena le atmosfere per certi aspetti tragicomiche che tanto hanno contraddistinto la trilogia originale. Mi hanno piacevolmente sorpreso sia la presenza di una vera eroina, perché se Leia era importante ma pur sempre comprimaria, qui Rey è LA protagonista, sia i dubbi esistenziali che arrovellano lo Stormtrooper “redento” Finn. E a proposito di girl-power, fa la sua comparsa anche il primo vero cattivo al femminile nelle vesti del capitano dall’armatura cromata Phasma, interpretato da Gwendoline Christie. Anche il ritorno di personaggi storici come Han, Chewbacca e la stessa Leia (inguardabili i suoi costumi), oltre che ad emozionare profondamente, è lì per ricordarci che il tempo è passato, che tutto era vero ma che ora sono altri i problemi che la Galassia lontana lontana deve affrontare.
E i problemi si chiamano Primo Ordine, Snoke e Kylo Ren. Riguardo al primo, vi posso solo anticipare che il nazismo a confronto era pacifista; sul Leader Supremo sorvolo dicendo che ne sapremo di più nelle prossime puntate; su Kylo Ren, invece, ci sarebbero pagine da scrivere. Se personalmente non mi ha convinto l’interpretazione di Adam Driver – saper emozionare ed essere carismatici è ben altra cosa, chiedete a Harrison Ford –, il personaggio è comunque tra i più interessanti per le sue sfaccettature, per l’animo tormentato e ossessionato, per la caratterizzazione data dagli scatti d’ira da cui si fa sopraffare cedendo alla disperazione. Elementi fondamentali per definire e capire l’animo di questo combattente autodidatta, perché non è un Sith e non è un Jedi, e pertanto non possiede quella disciplina che è propria di chi ha fatto sue fino in fondo le vie dalla Forza, chiara o scura che sia.
Ma ahimè devo dirvelo. La mia paura più grande si è avverata. Tolto di mezzo George Lucas, il palco è caduto fragorosamente. La sceneggiatura incalzante nasconde una banalità a dir poco disarmante nella ripetizione quasi pedissequa di certi elementi della trama del primo Guerre Stellari, ora conosciuto da tutti come “Una nuova speranza”. Un conto sono le citazioni – i siparietti tra Han e Chewie sembrano quelli di un tempo –, un conto è vedere il Falcon con tutto ciò che esso contiene al proprio posto – e vi confesso che alla sua prima apparizione la lacrima mi è scesa –, un conto infine è aver continuato la tradizione che vuole i droidi protagonisti assoluti – e BB-8 è semplicemente sorprendente, tanto che lo cercherete con lo sguardo in continuazione.
Ma ciò che mi ha deluso è il come si svolga la trama in sé, di cui non vi svelo niente ma che vi invito ad analizzare, magari a freddo, per poi farmi sapere nei vostri commenti se concordiate con me sulla sensazione di “già visto”. Inoltre, non ho potuto non storcere il naso di fronte a certe scene improbabili che mi hanno fatto pensare “ma per fare questo non bisognava essere un Jedi addestrato?” – e qui mi fermo perché capirete da soli a cosa mi riferisco. Ulteriore delusione riguarda la colonna sonora. L’elemento che ha contraddistinto i precedenti episodi per incisività ed emotività, contribuendo per una buona parte a rendere alcune scene leggendarie, qui l’ho percepita fiacca e impalpabile, solo un lontano ricordo delle sinfonie epiche che conosciamo a memoria, e tra l’altro incapace di sottolineare a dovere i momenti salienti del film. Un vero peccato.
Un altro aspetto che darà ulteriore adito a polemiche è la totale assenza di spiegazioni. Il regista J. J. Abrams sceglie di non indugiare in digressioni sul passato e su cosa sia successo nei trent’anni trascorsi dalla morte di Darth Vader. Le cose sono così come sono, prendere o lasciare. Ma se questa tecnica poteva inizialmente funzionare per la trilogia originale, con il passare del tempo anche Lucas ha sentito la necessità di spiegare e svelare quello che fino ad allora era stato percepito come un assioma, e lo fa con la trilogia prequel. Non vi è piaciuta? Poco male, ma non si può negare che dall’Episodio 1 fino al sesto sia stato seguito un filo logico e filosofico ben preciso, e che la mente geniale del povero George avesse trovato il modo per restituirci il bandolo della complessità dell’intera vicenda. Dovremo quindi attenderci le tanto attese delucidazioni nel corso dei prossimi due episodi? Quasi sicuramente sì, ma intanto Abrams ha sentito il bisogno di precisare nei titoli di coda che le vicende sono liberamente ispirate alla saga di George Lucas…
In definitiva, “Il risveglio della Forza” mi ha investito con una fotografia grandiosa, con colpi di scena memorabili e con battaglie astronavali in cui gli X-Wing non sono mai stati così fighi – grazie soprattutto all’indomito pilota Poe Dameron –, ma non ha saputo colpirmi al cuore e non nascondo che la delusione è stata tanta. Tanto che per emozionarmi ho dovuto guardare negli occhi di Han, sentire l’abbraccio nostalgico di Chewbacca, e immaginarmi nella cabina del Millennium Falcon.
Alzi la mano chi riponeva fiducia cieca nella Disney. Aiutaci Luke Skywalker, sei la nostra unica speranza.
– Michele Martinelli –
Star Wars – Il risveglio della Forza: recensione NO SPOILER
Michele Martinelli
- Nuovi personaggi dai caratteri interessanti e affascinanti;
- Un eroe al femminile ci voleva per andare oltre la tradizione;
- L'emozione è tanta grazie a Han, Chewie e al Falcon;
- La spada laser con la guardia;
- Le battaglie con gli X-Wing;
- Trama troppo simile a "Una nuova speranza";
- Non è un reboot: qualche ulteriore spiegazione ci voleva;
- Colonna sonora deludente;
- Scene improbabili: chiunque può impugnare una spada laser?
- Interpretazioni non abbastanza carismatiche da parte di alcuni attori;
- Ma Leia come è vestita?!