Quindici anni fa nasceva una delle compagnie che avrebbe, più di tutte, impressionato il mercato videoludico dell’ultima decade. Partendo in sordina con non più di una manciata di dipendenti, i ragazzi di CD Projekt RED hanno deciso di sfruttare una rara perla del fantasy, allora sconosciuta fuori dai confini polacchi, per costruire il loro successo: all’uscita del terzo capitolo, la saga dello strigo Geralt di Rivia e delle sue avventure rappresenta un vero e proprio fenomeno letterario e videoludico per il mondo del fantasy e dei giochi di ruolo. Pochi si sarebbero immaginati che un piccolo team potesse raggiungere un successo tale da riuscire a rilanciare una stagione di pubblicazioni per i libri, già completi da diversi anni.
Adesso che è tutto concluso, però, CD Projekt RED non può non domandarsi se abbia davvero finito con il mondo di Geralt, Yennefer, Triss e Ciri. Per sua stessa ammissione, sono quindici anni che ha il materiale della saga in mano. Conosce e respira il mondo che ha creato, e per esso ha sfidato ogni limite pensabile, strabiliando il mondo videoludico con giochi sempre più ambiziosi e con una qualità nettamente in salita. Nonostante la voglia di provare a dare spazio ad altre idee con la lavorazione di Cyberpunk 2077, un titolo che tutti aspettiamo e del quale siamo ansiosi di saperne di più, una parte della software house sarà sempre legata a The Witcher.
Quest’anno i ragazzi sono al lavoro su Gwent, il card game digitale ispirato al minigioco del terzo capitolo, con numeri che già fanno sorridere: è lecito quindi chiedersi se assisteremo presto all’annuncio di un possibile quarto episodio della saga del Lupo Bianco.
Beh, io credo che non dovremo attenderlo con troppa impazienza. La storia del team ci ha insegnato che questo ama prendersi il proprio tempo, sia per sviluppare un gioco che per annunciarlo, e che fortunatamente non si tratta mai di tempo mal speso. A oggi The Witcher 3 è uno dei titoli più premiati di sempre: qualsiasi fantasia l’azienda possa avere per un eventuale quarto capitolo, sarà difficile superare i traguardi raggiunti.
Ma proviamo a lanciarci in una previsione per cercare di immaginare quando potrebbe essere eventualmente annunciato un nuovo episodio della saga, dopo aver osservato la storia di CD Projekt RED.
La software house è stata fondata nel 2002, e quasi immediatamente è entrata in contatto con Andrzej Sapkowski per accaparrarsi i diritti che le avrebbero permesso di creare una saga videoludica basata sulla sua serie di racconti e romanzi. Nonostante gli venga offerta una percentuale su tutti gli introiti guadagnati, l’autore declina sonoramente la proposta in cambio di più soldi sull’unghia – e viste come sono andate le cose, penso che ancora oggi stia contando quanto denaro abbia perso. Nel 2007 viene alla luce il primo The Witcher, su PC, sviluppato da un gruppo di circa centocinquanta persone e con un budget di cinque milioni di Euro. La critica lo apprezza molto, e in un anno totalizza un milione di copie vendute.
Dopo una breve parentesi nella quale viene annunciato lo sviluppo di They, uno sparatutto in prima persona (successivamente cancellato), sul mercato arriva il secondo capitolo della saga, Assassins of Kings (2011). Questo episodio, come ben sappiamo, opera una rivoluzione copernicana sia all’interno di se stesso, che rispetto al prequel. I cambiamenti sono notevoli e, non meno importante, attraverso una patch il team ne rimuovere i DRM: nonostante sia tutt’oggi contrario alla pirateria, infatti, la sua idea di non utilizzare software di protezione che “complichino ulteriormente le cose” si rivela vincente. Questo titolo segna un netto miglioramento sotto tutti i punti di vista, ricevendo ancora una volta il plauso della critica e l’approvazione del pubblico.
L’anno successivo viene annunciato il già citato Cyberpunk 2077, titolo che dovrebbe essere la prossima major release della software house polacca, mentre è nel 2013 che si parla per la prima volta di The Witcher 3. Lo sviluppo di questo gioco ha visto molti giocatori, me in primis, domandarsi se sarebbe stato davvero mai pubblicato, visti i continui rinvii che arrivavano puntuali a ogni evento che contasse. Wild Hunt, però, riesce a giungere sul mercato nel 2015, conquistando tutti col suo open world reale e pulsante. Non credo esista qualcuno che non sia rimasti affascinato da questo titolo, che ha posto uno standard altissimo per la categoria degli RPG, dimostrando che quantità e qualità non devono necessariamente essere nemiche se si hanno il tempo, la passione e il budget giusto.
In media, quindi, CD Projekt Red impiega quattro o cinque anni per sviluppare degnamente un titolo. Stando a questo brevissimo calcolo e lanciandoci in un’ipotesi azzardata, quest’anno dovremmo scoprire la data d’uscita di Cyberpunk 2077, mentre nel 2020 potrebbe essere la volte delle prime informazioni su un eventuale The Witcher 4.
Ma su cosa dovrebbe puntare il team per questo quarto capitolo? A pensarci bene, le strade potrebbero essere due: si potrebbe portare avanti la storia di Ciri, oppure (e sarete d’accordo con me nel dire che sarebbe l’ipotesi più accattivante) saltare indietro di qualche secolo e mostrare l’età d’oro delle scuole degli strighi. Voi che ne dite?
–Simone Maccapani–
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