Nel caso aveste ancora qualche dubbio, lo facciamo presente di nuovo: è ufficialmente riaperta l’era delle streghe. Dopo l’annuncio della serie Netflix The Chilling Adventure of Sabrina the Witch e un reboot di Hocus Pocus, è confermata un’altra produzione che in molti attendono dal lontano 2014: sono iniziate infatti le riprese di Maleficent II, secondo capitolo della storia mai raccontata de La bella addormentata nel bosco (1959).
Il film, diretto stavolta dal norvegese Joachim Rønning, regista dell’ultimo capitolo della saga de I Pirati dei Caraibi, confermerà i protagonisti del primo capitolo e ne includerà di nuovi: a far compagnia ad Angelina Jolie ed Elle Fanning ci saranno il premio Oscar Chiwetel Ejiofor (Doctor Strange, 12 Anni Schiavo), Ed Skrein (Deadpool, Il Trono di Spade), Robert Lindsay (My Family, Wimbledon) e, udite udite, la megagalattica Michelle Pfeiffer nei panni di una non meglio specificata regina Ingrith; Harris Dickinson (Darkest Minds, Trust) sostituirà invece Brenton Thwateis nel ruolo del principe Filippo.

© Disney
Inutile dire quanto questo appuntamento, attesissimo dai fan Disney, non sia privo della polemica che ha interessato anche la prima pellicola di quella che ora sembra iniziare ad assumere tutti i connotati di una serie cinematografica (…sento come un profumo di trilogia nell’aria?). Dati gli ottimi incassi di Maleficent (750 milioni di bei dollarini) è più che comprensibile che ideatori e produttori abbiano avuto il via libera da mamma Disney per un secondo capitolo: il mondo dei fan è rimasto però diviso dal modo in cui questa produzione ha rimaneggiato il materiale narrativo originale.
La particolarità di questa nuova opera, infatti, è di aver stravolto i ruoli del classico del ’59, indagando sulle origini della apparente malvagità di Malefica: nel film il ruolo dell’antagonista è affidato a Re Stefano, che noi ricordavano rubicondo e pacioccone, ora assetato di potere e traditore di Malefica, che per questo ne maledisse la prole, ovvero la principessina Aurora. Poi la storia si svolge come nell’originale, finché Malefica non inizia ad amare quella tenera ragazzina e decide di salvarla, riuscendoci grazie al “bacio del vero amore”. Questa libertà narrativa ha lasciato interdetti un po’ dei fan storici del cartone animato, a cui non è piaciuto il buonismo in odore di femminismo della nuova Malefica – anche se una parte consistente degli amanti del classico disneyano ha approvato questa versione della cattiva dagli zigomi più alti di sempre (dopo Crudelia e Izma).

Angelina Jolie (Malefica) ed Elle Fanning (Aurora) sul set del film.
Ma siamo sinceri: da quando il buonismo e l’happy ending obbligatorio sarebbero una novità in casa Disney? Personalmente, credo che il primo film abbia almeno il merito di sbarazzarsi della principessa oggettivamente più insignificante di sempre, oltre che di quella pericolosa baggianata dell’amore a prima vista: la nuova Aurora è una ragazza interessante, non più solo una principessa, ma una futura regina degna di questo nome. La storia del triangolo fra l’insensibile Stefano e le incolpevoli Malefica e Aurora mi ha un po’ ricordato la vicenda di Enrico VIII e delle sue figlie, sorelle eppure nemiche mortali: è un po’ come se Maleficent avesse fatto giustizia in modi che la Storia non ha saputo fare (il re cattivo e incapace crepa e le due figlie regnano – mica male, no?). C’è del buonismo in questo? Ovvio: è una fiaba, ricordate? Se proprio vogliamo muovere una critica al film, io mi soffermerei piuttosto sulla nuova, indegna traduzione dei nomi delle tre fatine del cartone: da quando in qua Verdelia, Fiorina e Giuggiola sono meglio di Flora, Fauna e Serenella? Abbiate un po’ di rispetto.
–Francesca Canapa–
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