Con l’albo di agosto, ‘Gli artigli del cervo’, ambientato tra le innevate montagne dell’Enclave, abbiamo lasciato Ian dopo la conclusione di uno scontro all’ultimo sangue che ha messo a dura prova la sua determinazione e la sua morale. L’albo numero 28, ‘Cacciatori di Kraken’, sceneggiato da Stefano Vietti e disegnato da Francesco Rizzato, riporta le vicende di Dragonero sul più abituale binario dei viaggi in giro per l’Erondar.
DISCLAIMER: Questo articolo contiene SPOILER dall’albo n. 28 – almeno quelli giudicati indispensabili per la comprensione dell’argomento. Se non lo avete ancora letto, non addentratevi nella recensione o verrete abbrancati dal tentacolo di un Kraken di aria!
La pacifica cittadina di Awanart sorge sulla costa orientale della grande Isola degli Orchi, già visitata dai nostri eroi nella mini-saga introduttiva della serie a fumetti, nello scontro con la misteriosa-ma-non-troppo Dama Nera. Il piccolo insediamento umano vive la sua vita semplice, con barche che pescano, scaricatori di porto che trasportano merci, soldati che si lamentano e si preparano a molestare fanciulle indifferenti… quando all’orizzonte appare qualcosa che sembra una tempesta, “ma tempesta non era” (semi-citazione da un celebre brano di Elio e le Storie Tese): si tratta di un Kraken di aria (o Kraken delle nuvole), una creatura dalle dimensioni inconcepibili che arriva in volo sopra l’abitato e inizia a spazzare via navi, fortificazioni ed esseri umani. È un delirante incrocio fra un uragano, uno scorpione e un calamaro gigante: meritano davvero un plauso tanto l’ideazione quanto il character design (sensazionali, a mio avviso, le tavole di Rizzato a pagina 11 e a pagina 17). Come se non bastasse, dal mostro si calano dei Draughen, un tempo servitori dei grandi Draghi senzienti, da secoli abbandonati, sbandati e reputati estinti. Ma si sa che nel fantasy non si estingue mai davvero niente e nessuno, giusto? Per cui eccoli qui, pronti a calarsi con corde e rampini come pirati del cielo e saccheggiare i magazzini e i rifornimenti di armi della colonia.
L’offesa non può, comprensibilmente, restare impunita; ragion per la quale Ian si fionda verso la capitale sul dorso di un sauro, accompagnato dalla sola Sera, lasciando ai box il povero Gmor. L’orco è rimasto a Solian perché ad Ian è stato richiesto di recarsi da solo presso la capitale, ma il nostro ha – come sempre, del resto – qualche problema con l’autorità, e ha deciso di infischiarsene e di portare con sé la piccola elfa, insolitamente meno pestifera del normale. L’albo sembra contraddistinto, fin da queste primissime pagine, da una tematica visuale ricorrente, quella del volo sul mare. Nello svolgimento della storia incontriamo, nell’ordine: un Kraken di aria, il sauro cavalcato da Ian e Sera, le viverne imperiali condotte dai Dragonieri, un’altra viverna imperiale che conduce Ian verso la sua missione, i cresta rossa che i cacciatori di Kraken utilizzano per seguire le piste delle loro prede, degli enormi nuvolanti sui quali i Folli di Queman inseguono i Kraken, un Kraken ibrido… Insomma, creature e mezzi di locomozione, sospesi fra il mare ed il cielo, sono il leitmotiv di questo episodio. E la cosa, vi dirò, non mi dispiace affatto: la resa è stupenda, le scene (ne cito una per tutte, quella di pagina 77) spesso e volentieri mozzafiato. Si respira quasi l’avventura, il sense of wonder nel trovarsi davanti creature e velivoli così lontani dalla nostra quotidianità.
A dispetto di ciò, tuttavia, ‘Cacciatori di Kraken’ non consiste solo in scene d’azione, ma raggiunge un equilibrio perfetto (complice, certamente, anche la possibilità di concludere la storia nell’albo successivo) tra azione e approfondimento dei personaggi. Ian, infatti, fa diversi incontri nella capitale e sulla strada per rintracciare i Folli di Queman, i cacciatori che dovrà convincere affinché aiutino l’Impero nella caccia al Kraken di aria (che è un eufemismo per dire: “Uccidetelo voialtri, noi al massimo vi mandiamo Dragonero per tenere d’occhio la situazione”). Incontriamo il loschissimo Cancelliere Ausofer, che in passato si è già mostrato abbastanza misterioso da risultare estremamente sospetto; Ogor Vosgy, capo della Corporazione dei Naturalisti, l’uomo che conferisce l’incarico a Ian e che, di fatto, è il datore di lavoro della mamma di Dragonero; infine proprio Elara Nomenille, la madre di Ian.
Ebbene sì: anche gli eroi hanno una mamma che gli raccomanda di non fare tardi la sera, di non litigare coi fratellini e di mettersi il golfino se fuori fa freddo. La differenza rispetto alle nostre sta nel fatto che questa, spesso e volentieri, parte per pericolosissime spedizioni all’altro angolo del mondo, per cui gli incontri fra lei e Ian sono ridotti al lumicino. L’incontro con Elara, che non è del tutto a suo agio con il figlio, prelude evidentemente a qualcosa che accadrà nei numeri futuri (la spedizione per la quale si prepara a salpare è coperta dal segreto di Stato: salutatela, chissà quando la rivedremo…), ma è anche utile per approfondire, indirettamente, la conoscenza di Ian.
Scopriamo infatti che Dragonero non è ancora divenuto un vero e proprio Varliedarto, non ha completato l’addestramento, non è “sceso nella grotta”. Ora, a parte quest’ultima frase che mi ricorda da vicinissimo l’addestramento di Luke Skywalker su Dagobah nel film ‘L’Impero colpisce ancora’, è interessante scoprire che tutto questo dipende da una rottura mai saldata col padre, da un trauma passato mai sanato. Inutile dire che non vediamo l’ora che tutto questo venga svelato per filo e per segno.
C’è anche tempo per un incontro con Alben, il Luresindo, che fornisce a Ian una mappa per rintracciare i Folli di Queman e, tanto per non alimentare i sospetti su Ausofer, rivela che è impossibile utilizzare la magia per sondare il Cancelliere. Misteri su misteri dentro altri misteri. Ian prende e incassa, quindi salpa verso l’azione e l’avventura. Il finale viene raccontato nell’albo numero 29, ‘Il nido del Draughen’, uscito il 9 ottobre in edicola, che ben presto troverete recensito su queste stesse pagine!
Qual è stata la vostra impressione su questo volumetto, Isolani? Qui di seguito, il nostro giudizio finale!
– Stefano Marras –
Dragonero 28 – Cacciatori di Kraken: recensione
Isola Illyon
- 'Dragonero' come deve essere: perfetto equilibrio fra narrazione, approfondimento dei personaggi e descrizione del lore;
- Stupendi i disegni di Francesco Rizzato;
- Grande abbondanza di creature alate e velivoli, ritratti sempre in maniera efficace fra cielo e mare;
- Finora, caratterizzazione piuttosto scarsa per le tribù dei Cacciatori di Kraken e i Folli di Queman;
- Sempre più carne al fuoco;