Bentrovati, Isolani e amanti degli old school RPG! Oggi siamo qui per fare il punto della situazione su ‘Pillars of Eternity’ e su un suo eventuale sequel, ancora non ufficialmente annunciato, ma in un certo senso già concreto. Sembra passata un’eternità da quando ‘Pillars’ è sbarcato ufficialmente sui nostri PC (era il fatidico 26 marzo 2015), eppure sono passati poco meno di sei mesi.
In questo lasso di tempo ‘Pillars of Eternity’ è riuscito a conquistare orde di giocatori (potete leggere qui la nostra recensione) e ha sfornato la prima grande espansione, ‘The White March – Part 1’, rilasciata alla fine di agosto. Nel nuovo contenuto aggiuntivo, il cui approdo è coinciso con la release della versione 2.0 del gioco, gli utenti hanno potuto trovare non solo un’ampia aggiunta alla storia principale, ma anche una quantità immane di oggetti magici, nuovi membri del party, abilità e un’inedita porzione del mondo di gioco tutta da esplorare. Ai più non è sfuggita una certa “corrispondenza d’amorosi sensi” con il classico RPG isometrico ‘Icewind Dale’, ispirazione della quale gli sviluppatori non hanno certo fatto mistero.
Un breve recap a beneficio di chi dovesse essersi perso le puntate precedenti: ‘Pillars of Eternity’ è un gioco sviluppato da Obsidian Entertainment, software house nata da una costola dei leggendari Black Isle Studios (‘Fallout’, ‘Planescape Torment’, il già citato ‘Icewind Dale’) e a sua volta entrata nella leggenda con titoli del calibro di ‘Star Wars: Knights of the Old Republic II’, ‘Neverwinter Nights 2′, ‘Fallout: New Vegas’, oltre all’ormai prossimo gioco su licenza ‘Pathfinder’. Alla fine del 2012 i ragazzi di Obsidian, capitanati da Feargus Urquhart e da Chris Avellone (che ha successivamente abbandonato la software house), si sono rivolti alla platea di Kickstarter con un progetto sicuramente ambizioso: produrre oggi, a distanza di oltre quindici anni dall’epoca d’oro dei CRPG, un videogame che potesse riproporre quegli stilemi, quelle atmosfere, quelle sensazioni proprie di capolavori che giravano con l’Infinity Engine come ‘Baldur’s Gate’.
Quella della Obsidian era una scommessa pesante: chiedeva infatti un milione di dollari per resuscitare un genere che i più davano già per morto. Eppure, quella scommessa è riuscita. La cifra di un milione di dollari è stata ben presto superata, poi è raddoppiata e alla fine ha superato i quattro milioni, sintomo che la passione per i videogame old school RPG era tutt’altro che tramontata e che gli appassionati erano disposti ad investire pur di avere un nuovo prodotto… che sapesse di “vecchio”.
Dopo due anni e mezzo di sviluppo, ‘Pillars’ è entrato in open beta, poi è stato distribuito ufficialmente, seducendo vecchi e nuovi appassionati del genere con le sue atmosfere decisamente dark fantasy, una trama densa che pregnava l’intera ambientazione del gioco, una intrigante rielaborazione delle razze e delle classi, un combat system decisamente impegnativo e la giusta dose di omaggi e citazioni ai capolavori che lo avevano ispirato.
Visto il successo di ‘PoE‘, era inevitabile che l’utenza e gli addetti ai lavori si interrogassero su un eventuale sequel. Intervistato da Polygon a febbraio 2015, Urquhart aveva chiarito che il suo team stava ancora lavorando sugli artwork delle future espansioni. “Ma ‘Eternity 2’, questo è il prossimo punto. Probabilmente verso la fine di questo mese Josh [Sawyer] e Adam [Brennecke], i ragazzi-chiave del team, si siederanno ad un tavolo. Se ne sono già usciti con una lista delle cose che vogliono fare, tipo nuovi sistemi di gioco e altra… roba. Ci proveremo e partiremo non appena possibile”. Dato dunque praticamente per scontato che un ‘Pillars of Eternity 2’ possa essere realizzato, sebbene manchi la stretta ufficialità, il punto su cui Urquhart si concentrava nella citata intervista era piuttosto il meccanismo di finanziamento: ovviamente, nonostante le alterne sorti dei giochi che si sono presentati sulla piattaforma, il primo istinto era quello di tentare ancora una volta la fortuna con la lotteria di Kickstarter, alla quale però la Obsidian potrebbe in futuro presentarsi forte dei risultati già conseguiti e ormai sotto gli occhi di tutti.
A distanza di mesi, a gettare benzina sul fuoco dell’aspettativa dei fan per il nuovo capitolo della saga sono le recenti dichiarazioni di Josh Sawyer, director, designer e sceneggiatore del primo gioco, intervistato da Gamasutra: “Abbiamo intenzionalmente creato un’ambientazione che desse la sensazione di essere legata ai ‘Forgotten Realms’. Era molto da D&D, roba high fantasy. […] Per il nostro progetto volevamo fare qualcosa che fosse parecchio in linea con ‘Baldur’s Gate’ e ‘Icewind Dale’, e questo significava Euro-fantasy. Abbiamo sviluppato un mondo nel quale, in futuro, potremo esplorare tutte queste altre culture che abbiamo costruito, che sono non-Euro – le definisco così in mancanza di termini più precisi”.
Ora che il team ha stabilito un mondo per ‘Pillars’ al quale si accede attraverso una zona estremamente familiare, insomma, può dunque utilizzare questa testa di ponte per condurre i giocatori verso luoghi sconosciuti e meno familiari, sapendo di averli già fatti ambientare con il lore. Un po’ sulla falsariga di quanto fatto a suo tempo nel passaggio tra ‘Baldur’s Gate’ e ‘Baldur’s Gate 2’, con un’ambientazione molto diversa, ma in qualche modo resa familiare dall’esperienza maturata con il primo capitolo.
Il sequel c’è, ma per adesso non si vede. Le informazioni trapelano col contagocce, ma il progetto sembra molto più solido di tanti altri dei quali viene sbandierato ogni dettaglio. E voi, Isolani? Avete provato ‘Pillars of Eternity’? Cosa vorreste trovare in un eventuale sequel?
– Stefano Marras –