Come molti appassionati di ‘Guerre Stellari’, sono rimasto particolarmente scosso dalla notizia di quello che, di fatto, è un azzeramento del tradizionale Universo Espanso della saga. La svolta è stata talmente repentina e draconiana da lasciare disorientati: pochissimo è stato salvato, ogni cosa è stata rimessa in discussione. Da un lato, questa decisione storica ha sicuramente avuto i distinti pregi di eliminare tante corbellerie che si erano accumulate nel corso dei decenni e di garantire amplissimi margini di libertà artistica alla produzione dei nuovi film dell’Universo di ‘Star Wars’. Dall’altro lato, tuttavia, confinare indistintamente tutto il materiale del Continuity Canon nel non-più-proprio-canonico cosiddetto Universo Legends (sulla falsariga degli universi narrativi alternativi delle case di fumetti) sembra una scelta affrettata e indiscriminata. La Disney avrebbe fatto meglio a indicare con chiarezza fin dall’inizio almeno le parti che intendeva “salvare”, piuttosto che gettare alle ortiche, salvo eventuali ripescaggi, tutto ciò che dagli Anni Ottanta al 2013 era andato a costruire l’Universo Espanso: videogiochi, romanzi, fumetti.
Insieme al bluastro ammiraglio Thrawn e alla redhead Mara Jade, tra le vittime più eccellenti della ristrutturazione del canone di ‘Star Wars’ dobbiamo annoverare Revan. Si tratta, a mio modesto parere, di uno dei personaggi più affascinanti dell’intera saga: non solo perché protagonista di un videogame (il primo, leggendario ‘Knights of the Old Republic’, per gli appassionati KOTOR, sviluppato dalla Bioware) in cui le scelte sull’evoluzione del PG erano rimesse esclusivamente al giocatore, ma anche per la costante ambiguità che lo contraddistingue. Revan è Jedi, Signore Oscuro dei Sith, Jedi redento, Jedi Grigio, capo religioso: tutto questo e molto di più. Il tutto è simboleggiato in maniera icastica dalla maschera di Revan, espediente che consente agli sviluppatori di celare al protagonista del videogame la sua stessa identità, fino allo sconvolgente colpo di scena; ma che, in un senso più ampio, rappresenta le mille incarnazioni di un attore sfaccettato e inafferrabile.
IL PASSATO È GIÀ SCRITTO
Revan nasce presumibilmente su un qualche pianeta dell’Orlo Esterno intorno al Quarto Millennio BBY (prima della battaglia di Yavin, sarebbe a dire quattromila anni prima delle avventure di Luke Skywalker e soci) e viene addestrato sin da giovane nelle vie della Forza, sia su Coruscant che nell’enclave Jedi di Dantooine, unitamente all’amico di una vita Alek. Sin da subito si contraddistingue non solo per la grande abilità nell’utilizzo della Forza, ma anche per il suo carisma trascinante, per la sua impazienza, per la sua spregiudicatezza. Queste caratteristiche vengono drammaticamente alla luce durante le Neo-Crociate Mandaloriane, che mettono a dura prova la Repubblica e che vedono i Jedi restare neutrali: Revan si mette a capo dei Revanscisti, Jedi che premono per l’entrata in guerra del Consiglio e che, sfidandone il volere, contrastano per proprio conto i Mandaloriani. Alla fine il Consiglio, con le spalle al muro, approva l’intervento di Revan nell’interesse della Repubblica: iniziano le famigerate Guerre Mandoloriane. Nel corso del conflitto Revan e Alek fanno uso di tattiche efficaci, ma calcolatrici, brutali e sempre più spregiudicate (“scorciatoie morali”), non esitando a sacrificare civili (quando non interi pianeti) pur di distruggere il nemico, che inizia finalmente ad arretrare. Nonostante il prezzo pagato, Revan riesce ad uccidere Mandalore il Definitivo e a nasconderne la maschera nel sarcofago di Dramath, gettando nel caos le forze mandaloriane.
Durante questo conflitto epocale, Revan e Alek intraprendono il percorso che li conduce verso il Lato Oscuro, fino a giungere al pianeta segreto dei Sith, l’oscuro – in tutti i sensi – Dromund Kaas, dove vengono convertiti nientemeno che dall’Imperatore. Sbarcati sul pianeta Rataka, i due entrano in possesso di un antico artefatto, la stazione spaziale denominata Star Forge, e fanno ritorno come Darth Revan, Signore Oscuro dei Sith, e Darth Malak, suo apprendista. Grazie al proprio carisma, Revan porta al Lato Oscuro decine di seguaci e molti ammiragli della Repubblica, dando inizio ad una devastante Guerra civile Jedi. A fermarlo è l’intervento di Bastila Shan, Jedi in possesso del letale strumento della Meditazione da battaglia, che riesce, complice il tradimento di Darth Malak nei confronti del suo Maestro, a catturare l’avversario.
IL PRESENTE È NELLE TUE MANI
Privato della memoria, isolato dalla Forza, Revan – o comunque il giocatore decida di chiamarlo – si sveglia sulla nave Endar Spire, sotto attacco. Da qui prendono il via le avventure narrate appunto in KOTOR, in cui sono le decisioni del giocatore a stabilire il percorso dell’ex Signore Oscuro: non solo è possibile scegliere il sesso e la classe del Sith noto come Revan (anche se nel canone è un maschio), ma ogni nostra decisione ci farà virare verso il Lato Chiaro o verso il Lato Oscuro della Forza. L’unica certezza è che Malak deve essere distrutto: sta poi a chi si trova dall’altra parte del monitor scegliere se farlo da Jedi chiaro, nell’interesse della Repubblica, magari anche ammettendo di provare dei sentimenti per Bastila, oppure se tradire quasi tutta la propria squadra, uccidere l’ex apprendista in una vendetta in stile Sith e unirsi a Bastila, convertita al Lato Oscuro e mai così perfida, per dominare la Galassia grazie all’utilizzo della Star Forge. In questo caso il finale non è canonico, ma risulta davvero conturbante, e consiglio a chiunque sia in possesso di una copia del gioco di fare almeno un tentativo in questo senso.
IL FUTURO È SENZA SPERANZA
Da qui in poi il canone (sebbene ormai interno all’Universo Legends) riprende a dominare incontrastato: lo stabilisce Drew Karpyshyn, autore il cui nome è legato alle saghe di ‘Baldur’s Gate’, ‘Neverwinter Nights’, ‘Mass Effect’ e, ovviamente, ‘Star Wars’, con il romanzo del 2011 ‘Star Wars – The Old Republic: Revan’. Il libro, nel quale ritroviamo tanti personaggi provenienti dai due videogiochi KOTOR (Canderous Ordo, il droide T3-M4, la nave Ebon Hawk, l’Esule Jedi Meetra Surik…), racconta gli avvenimenti successivi alle Guerre Mandaloriane: perseguitato da incubi provenienti dal suo passato come Darth Revan, il nostro eroe lascia la moglie Bastila, incinta, per seguire il percorso che lo ha portato a divenire un Sith. Tornato su Dromund Kaas viene catturato dal Sith (di nome e di fatto) Lord Scourge, che lo tiene prigioniero per diversi anni. Alla fine, dopo un improbabile salvataggio, Revan decide di sfidare l’Imperatore dei Sith, nella speranza di porre fine alla minaccia una volta per tutte, ma le cose non vanno secondo i piani. Imprigionato dall’Imperatore, condannato a vegetare in un campo di stasi, Revan è unicamente in grado di usare la propria influenza mentale per rallentare i piani del Signore dei Sith di invadere la Repubblica, riuscendo a tenerlo a bada per quasi trecento anni.
Tutto ciò giustifica la ricomparsa di Revan centinaia di anni dopo la sua presunta morte quando, nel contenuto aggiuntivo per il MMORPG ‘Star Wars – The Old Republic’ intitolato ‘Shadow of Revan’, torna in scena a capo della setta eretica dei Revaniti, pronti a minacciare l’estinzione sia della Repubblica che dell’Impero Sith. Insomma, per adesso le avventure dell’ex Darth Revan si fermano qui, ma dato il carisma che ha dimostrato di possedere è lecito aspettarsi di ritrovarlo in un prossimo futuro. Chissà, magari tra una stasi e l’altra potrebbe arrivare anche a mettere i bastoni fra le ruote a Luke Skywalker o ai suoi eredi! Solo fantasie? Di sicuro la prima impressione nel vedere Kylo Ren, il villain del prossimo venturo Episodio VII, con il cappuccio e la maschera, è stata quella di una forte ispirazione del character design al Revan della Vecchia Repubblica.
E voi, Isolani? Qual è la vostra opinione su questo personaggio? Anche voi sareste curiosi di incontrarlo ancora una volta?
– Stefano Marras –