“L’attaccamento è proibito. Il possesso è proibito. La compassione, che io definirei amore assoluto, illimitato, è al centro della vita di un Jedi. E quindi si può dire che noi siamo spronati ad amare.” (Anakin Skywalker, ‘Guerre Stellari – Episodio II: L’attacco dei cloni’)
Queste sono le parole che Anakin Skywalker, il futuro Darth Vader, pronuncia davanti a Padmé Amidala, nel tentativo più o meno riuscito di giustificare i propri sentimenti nei riguardi della ex Regina di Naboo. Sebbene stia già provando a fare il cascamorto con la bella senatrice, le sue parole contengono un ampio fondo di verità: l’Ordine Jedi, nel G Canon starwarsiano (non lo ricordate? Ripassatelo qui!), vieta non soltanto le relazioni amorose, ma anche qualsiasi “attaccamento”. Ma non è sempre stato così, anzi: i fruitori dell’Universo Espanso, sviluppatosi dopo la chiusura della prima trilogia e fiorito ben prima dell’approdo al cinema della seconda, sono stati abituati per lungo tempo non solo a relazioni amorose, ma anche a veri e propri matrimoni tra Jedi, oppure tra Jedi e non-Jedi.
Qualche esempio? Sicuramente il Jedi per eccellenza, Luke Skywalker, fondatore del Nuovo Ordine Jedi, conosce l’amore e trova una moglie nella persona di Mara Jade, rossa di capelli e dal passato un po’ burrascoso. La sua sorellastra Leia Organa, addestrata nella vie della Forza dallo stesso Luke, è felicemente sposata con Han Solo, con il quale ha messo al mondo anche un paio di gemelli, naturalmente anch’essi Jedi di rara potenza. Non parliamo poi della Vecchia Repubblica, teatro dei videogiochi sviluppati da Bioware e Obsidian, dove ad essere sposati sono, tanto per fare un esempio, l’ex Jedi Oscuro Revan e l’altrettanto redenta Bastila Shan (così nella versione canonica, consacrata dal romanzo ‘Revan’ di Drew Karpyshyn), che per questa decisione sono stati – di fatto – ostracizzati dall’Ordine. Ma nel corso dei secoli sono diversi i Jedi sposati nonostante il divieto del Consiglio, con le conseguenti sanzioni disciplinari. Il Maestro Jedi Ki-Adi-Mundi, che incontriamo della trilogia dei prequel, è sposato, ma ha ottenuto a tal fine una dispensa dal Consiglio, a causa della penuria di nuovi nati sul pianeta natio Cerea. Anche Kit Fisto e la bella Twi’lek Aayla Secura, Cavalieri Jedi che compaiono nella seconda trilogia, intrattengono da tempo una relazione amorosa, pur non consacrata con tutte le formalità (necessarie, a questo punto?), apparentemente senza nessuna conseguenza negativa. E non dimentichiamoci che persino l’integerrimo Obi-Wan Kenobi ha avuto una sbandata per la Jedi Siri Tachi.
“Dal momento in cui ti ho incontrata – quanti anni sono, ormai? – non è passato un solo giorno senza che pensassi a te. E adesso che sono di nuovo con te… soffro da morire. Più sto vicino a te, più mi tormento. Al solo pensiero di stare un attimo senza di te, mi sento soffocare. Sono ossessionato da quel bacio, che non avresti mai dovuto darmi. Ho una ferita, nel cuore, e aspetto che un altro bacio la rimargini. Tu mi sei entrata nell’anima, che si tortura per te. Che devo fare? Dimmelo tu, e io lo farò.” (Anakin Skywalker, ‘Guerre Stellari – Episodio II: L’attacco dei cloni’)
Davanti a questo intreccio di relazioni, ecco che comprensibilmente l’esplicito divieto di “qualsiasi attaccamento”, introdotto dal secondo film della trilogia prequel, ha sorpreso molti appassionati e fatto storcere la bocca ai più attenti. In diversi hanno pensato che si trattasse solo di un espediente buttato lì per accrescere il dramma del passaggio al Lato Oscuro di Anakin, con un elemento di proibito e di segreto idoneo a catturare i cuori degli – e soprattutto delle – adolescenti. In più si tratterebbe di un’aggiunta superflua, visto che Anakin cadrebbe comunque sotto l’influenza dell’Imperatore. Se anche voi siete di quelli che si accontentano delle spiegazioni veloci, potete fermarvi qui. Se invece amate la dietrologia, cerchiamo di dare una giustificazione di questo “improvviso” divieto nel quadro complessivo del lore starwarsiano: alla luce del quale potrebbe essere meno fuori luogo di quanto non sembri.
Abbiamo visto quanti siano gli esempi di relazioni amorose, clandestine e formalizzate, nel passato e nel “futuro” dell’Universo Espanso di ‘Star Wars’. Come per Anakin, anche nel caso di Shaela Nuur l’amore è stato il catalizzatore per il passaggio al Lato Oscuro. Sebbene Anakin, nella citazione sopra riportata, cerchi di mascherare l’amore sotto forma di compassione filantropica (o forse dovremmo dire… xenofila, visto che ci sono gli alieni di mezzo), l’amore vietato dai Jedi è proprio quello che si risolve nell’attaccamento, nel possesso, nella gelosia, nella passione: tutti elementi dei quali è lastricato il cammino verso il Lato Oscuro.
“Forse potremmo fare in un altro modo. Tenerlo nascosto.” (Anakin Skywalker, ‘Guerre Stellari – Episodio II: L’attacco dei cloni’)
Ma la chiave per capire il divieto è il concetto di attaccamento: nella Repubblica tratteggiata dalla trilogia prequel i bambini particolarmente dotati nel controllo della Forza vengono reclutati e strappati alle famiglie di origine in tenerissima età – tanto che Anakin, ad appena nove anni, è giudicato “troppo vecchio per iniziare l’addestramento”… salvo poi fare eccezione per l’inusitato conteggio di midi-chlorian. Seguendo un percorso realmente monastico, i giovanissimi Iniziati vedono reciso ogni legame con la famiglia d’origine, verso la quale ogni attaccamento viene scoraggiato ed estirpato.
Per i Jedi non sono proibite solo le relazioni amorose in senso stretto, ma anche il mantenimento di legami verso genitori, fratelli e altri parenti. La ragione è agevole intuirla: ricordate il combattimento tra Luke e Darth Vader sulla seconda Morte Nera? C’è un momento in cui Luke sfiora il Lato Oscuro, attacca per uccidere e non per difendersi, spinge Vader sulla difensiva e gli stacca la mano destra, fermandosi solo quando il moncherino gli ricorda icasticamente le sempre più accentuate somiglianze con il padre. Perché Luke attacca a quella maniera belluina? Perché Darth Vader lo manipola minacciando di far passare al Lato Oscuro la sorella Leia. Ecco, in definitiva, la ragione per cui l’Ordine dei Jedi mal sopporta le relazioni amorose e l’attaccamento in generale. Certo, da saggi Maestri Jedi sarebbe stato lecito attendersi una risposta meno tranchante al problema, magari con un addestramento specifico ed equilibrato al dominio delle emozioni. Come quello che introduce Luke nell’Accademia Jedi rifondata su Yavin… ma quello, si sa, ormai è ‘Legends’.
-Stefano Marras-