E anche lo Star Wars Celebration Day di Anaheim, California, è arrivato. Lo attendevamo al varco, carichi di aspettative per quelle insistenti voci di corridoio che davano per certa la proiezione di un trailer (un teaser o, addirittura, un full trailer) destinato ad accrescere ulteriormente l’hype già devastante nei confronti del prossimo venturo Episodio VII, ‘Il Risveglio della Forza’. Come se non bastasse il teaser diffuso a dicembre 2014, come se non fosse sufficiente l’ufficializzazione della release anticipata, in anteprima mondiale, per l’Italia: il 16 dicembre è lontanissimo, ma la Disney e J.J. Abrams non conoscono pietà. Implacabili come camminatori AT-AT, avanzano verso la data stabilita, facendo breccia anche nei cuori dei più scettici, districandosi con la grazia delle danzatrici Twi’lek tra l’omaggio alla vecchia saga e l’introduzione di novità alle quali, volenti o nolenti, ci stiamo già abituando. Un esempio su tutti è la spada laser con l’elsa cruciforme brandita dal misterioso Kylo Ren fin dalla prima apparizione, nel teaser dello scorso dicembre: c’è chi la ama, c’è chi la odia, c’è chi cerca di capire se sia più o meno difficile da brandire di una spada laser senza guardia, ma alla fine chiunque ne parla, anche solo per dire “si era già vista nell’Universo Espanso”.
Il filmato rilasciato ad Anaheim giovedì (lo trovate qui sotto) conferma tutte le tendenze viste finora nella campagna di promozione di questo Episodio VII: un equilibrio magistrale tra vecchio e nuovo. Superata l’emozione e inghiottito il groppo alla gola, causato soprattutto dalle sequenze finali, dopo la nona o decima visione, a mente lucida viene voglia di fare un applauso a chi si occupa del marketing del nuovo film: è senza dubbio un genio. Non possiamo sapere, in questo momento, se la pellicola riuscirà ad ottenere lo stesso equilibrio, ma possiamo affermare con una certa serenità che le premesse sono ottime. Nel chiudere questa introduzione, limitiamoci a dire che il filmato rilasciato ad Anaheim era, alla fine, un nuovo teaser, non un full trailer. Ma nessuno ha osato lamentarsi.. cerchiamo di capire perché.
Il teaser inizia con l’indimenticabile logo cangiante della Lucasfilm e una musichina di sottofondo. Passano pochi istanti e questa lascia il posto ad uno dei temi sinfonici più belli della trilogia classica, ‘Light of the Force’, che, fra le altre cose, faceva da colonna sonora al funerale di Darth Vader. Il collegamento è immediato, la suggestione è già fortissima. Nel frattempo ci troviamo ad osservare uno scenario desertico (no, sapientoni, non è Tatooine: è stato rivelato che si tratta di Jakku, un pianeta completamente nuovo!), ripreso in campo lunghissimo, sul quale sfila quello che – nonostante la distanza – possiamo identificare come uno speeder (forse quello a forma di gelato visto nel vecchio teaser). Il veicolo scorre in avanti, velocissimo, lasciandosi sulla destra il relitto di un X-Wing semisepolto dalla sabbia e, sulla sinistra, la colossale carcassa di uno Star Destroyer imperiale la cui prua triangolare è sprofondata fra le dune. Scheletri di un lontano passato, echi di una battaglia dimenticata.
Stacco, fondo nero. Gli spettatori della versione originale odono una voce familiare, un ritorno a lungo atteso: è Mark Hamill, l’attore che interpretava e torna ad interpretare Luke Skywalker. La voce italiana scelta per il doppiaggo, quella di Francesco Prando, sembra piuttosto azzeccata e ricorda, per cadenza e intonazione, quella dello scomparso Claudio Capone, che prestava la propria nella trilogia classica. Ma più ancora dell’intonazione e del timbro, sono le frasi pronunciate a farci scorrere brividi profondi lungo la spina dorsale: “La Forza scorre potente nella mia famiglia”. Ve lo confesso, il teaser mi ha steso solo con questa citazione. L’avete riconosciuta? Andiamo avanti, perché va avanti anche Luke: “In mio padre”, mormora, mentre ci viene mostrata la maschera di Darth Vader, carbonizzata dopo il rogo purificatore. Le sue orbite vuote ci guardano, dandoci l’impressione di essere faccia a faccia con un teschio. In sottofondo sentiamo il caratteristico respiro artificiale di Anakin Skywalker. “In me”, soggiunge Luke, e vediamo quello che altri non può essere che lui, incappucciato e col volto nascosto, posare una mano bionica sulla cocuzza del fedelissimo R2-D2. Dobbiamo dedurre che Luke non si vergogna più della protesi, ma anzi la ostenta? Ci piace pensarla così. Addio guanto, addio pelle sintetica. Quella mano è diventata un memento. “In mia sorella, anche”. Ebbene sì, se non le avete ancora riconosciute, queste sono le stesse frasi che Luke rivolge a Leia su Endor, rivelandole la parentela che li unisce, poco prima di avviarsi verso un’apparente missione suicida sulla seconda Morte Nera. Ma il contesto è radicalmente diverso: vediamo una manina porgere una spada laser (opportunamente spenta) ad una figura femminile, che presumiamo essere Leia ma che, ancora una volta, non ci viene mostrata in viso. Il riutilizzo di quelle battute, vecchie ormai di trentadue anni, è semplicemente magistrale. Per tutto il tempo c’è un’eco oscura, misteriosa, in sottofondo (se ascoltate con le cuffie, o con casse molto potenti, dovreste notarla), che ripete parola per parola quello che dice Luke, introducendo una sfumatura sinistra, preoccupante.
Nuovo stacco, fondo nero. Luke continua a parlare: “E quei poteri li hai anche tu”. Beh, ragazzi, se tanto mi dà tanto, e se la genetica conta qualcosa, Luke sta parlando al proprio figlio – o figlia (personalmente, mi piacerebbe molto questa seconda ipotesi). Scorre la scritta “A Natale” (giusto per farci soffrire al pensiero degli otto mesi che ci separano dal ritorno di ‘Star Wars’ nelle sale!), quindi, mentre la sinfonia di sottofondo si impenna, veniamo catapultati sulla superficie di un lago, ad osservare delle spericolate manovre a bassa quota di uno stormo di X-Wing; ricompare la già citata spada laser con elsa cruciforme, brandita per una frazione di secondo da Kylo Ren; vediamo quindi Rey (Daisy Ridley) e Finn (John Boyega) scappare da un’esplosione alle loro spalle, quindi ci troviamo a un palmo dal volto mascherato di Kylo Ren che, spada laser nella mano sinistra, usa la destra per utilizzare la Forza contro qualcuno che non ci è dato vedere. Assistiamo quindi a un’imponente parata di Stormtrooper con gli elmi di nuova generazione (un gradito elemento di realismo: miglioreranno anche la mira?), alle cui spalle sventola una gigantesca bandiera rossa e nera che preannuncia un Impero più forte di quanto ci saremmo mai aspettati. Espressione intensa di Rey, quindi, mentre la musica va in crescendo, via con una carrellata di TIE fighter, Stormtrooper e Star Destroyer (“vivi” e vegeti, anche questi sfoggiano qualche innovazione in punto di design), un pilota di TIE armato di fucile e munito di mantello che ha l’aria di essere importante, il nuovo droide BB-8 che fa capolino, ancora Rey e Finn. A questo punto si innesca una delle sequenze più emozionanti del trailer, in cui vediamo il Millennium Falcon scappare da alcuni TIE Fighter in uno scenario desertico e, nel tentativo di lasciarsi dietro gli inseguitori, si caccia negli scarichi del rottame di un incrociatore stellare.
Stacco, fondo nero. E qui, signori, viene giù il teatro. La voce di Harrison Ford (o del doppiatore Michele Gammino, nella versione in italiano) arriva alle nostre orecchie mentre la scena non è ancora comparsa. È una voce dura, come si conviene per Han Solo, ma è anche tinta di una profonda emozione: “Chewbe, siamo a casa”. E i due lo sono davvero: si materializzano in uno dei corridoi del Millennium Falcon, finalmente ben visibili (sono gli unici due personaggi della trilogia originale di cui vediamo i volti in questo teaser). Han ridacchia, ma si vede che è emozionato. Accanto a lui c’è Chewbacca, che non sembra invecchiato di un secondo (neanche un pelo grigio!); non è invecchiata nemmeno la sua balestra, se è per questo. Lo Wookie ruggisce in approvazione, mentre la musica giunge al culmine e su schermo scorrono il titolo del film e la data di release.
Consentitemi un commento veloce, in chiusura: ero molto scettico sulla scelta di reintrodurre i personaggi della trilogia originale nella nuova trilogia targata Disney. Personalmente avrei preferito una trilogia completamente nuova, ambientata mille, diecimila anni nel futuro (che per noi sarebbe comunque un passato, no?). Questi due teaser, per il momento, mi hanno fatto ricredere: non nego che ci sia il pericolo che il film scada nel becero fanservice, ma per adesso la commistione tra passato e futuro mi sembra ragionata, equilibrata e, complessivamente, riuscita. I film confermeranno questa impressione? Lo sapremo il 16 dicembre.
E voi, Illyoners? Siete a casa?
– Stefano Marras –