Lucca C&G 2014: intervista al gruppo Acchiappasogni
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Siamo onesti, non è stato un venerdì come un altro. Tutti eravamo lì in attesa, impazienti, sentendo continuamente un tremito nella Forza, per poi scoprire inesorabilmente che si trattava solo dell’ennesimo fake (alcuni, peraltro, davvero riusciti!). Ma alla fine è arrivato. Un filmato di appena un minuto e mezzo, ma che mostrava qualcosa che in cuor loro tutti i fan desideravano, o temevano, fate voi, da quasi dieci anni, da quando cioè, nel 2005, Episode III non concluse la saga. Tutti a quel tempo credemmo alle parole di Lucas, ovvero che non ci sarebbero stati mai più film di Star Wars e che tutto sarebbe continuato solo nell’universo espanso (romanzi, fumetti, videogiochi…) e che la storia di Anakin sarebbe rimasto il nocciolo duro al centro dell’universo starwarsiano.
Poi arrivò la Disney, non senza la complicità di Lucas, certo. E con la compagnia di Topolino lui, J. J. Abrams. L’appassionato di Star Wars medio credo abbia fatto più o meno questo pensiero: “Ma allora George Lucas sapeva tutto! Aveva anche provato ad avvisarci! Ma sì, nell’Episodio I: La minaccia fantasma. Era questa la minaccia… Ci aveva addirittura fornito un indizio sul nome… Jar Jar Binks, che già era quasi riuscito affondare la saga… J. J., proprio come lui!” Io, almeno, ho avuto questi terribili vaneggiamenti, dato che non ho gradito troppo il modo in cui Abrams ha trattato Star Trek (soprattutto con il secondo film), dove a mio parere è stato snaturato e reso commerciale un titolo storico della fantascienza televisiva e cinematografica per darlo in pasto ad un pubblico più vasto possibile.
E questo è stato ottenuto proprio grazie alle “qualità” di Abrams, quella sua regia sempre in corsa, senza un attimo di respiro, da luna park, piena di luci abbaglianti e telecamere tremolanti, con inquadrature e riprese vorticose da far venire la nausea peggio che sulle montagne russe (tranquilli, ci torneremo quando parleremo della scena finale del teaser con il Millennium Falcon, non temete). Il tutto a discapito della trama, ovviamente.
Questo è un problema che tocca molto meno Star Wars, non perché non sia anch’esso un caposaldo della fantascienza cinematografica, ci mancherebbe, ma perché nelle due trilogie di Lucas la trama è solo un pretesto per raccontare un’avventura spaziale dai toni fiabeschi, piena di azione e situazioni spericolate da cui gli eroi possano continuamente salvarsi. Qualcosa molto più nelle corde di Abrams, in effetti. Quindi, cari lettori di Isola Illyon, siete stati avvisati della mia avversione verso il simpatico occhialuto di Hollywood, ma nello stesso tempo tratterò l’argomento nel modo più oggettivo possibile, perché non ho perso la speranza che J. J. possa fare un buon lavoro, spezzando la profezia.
Ma veniamo a noi e a Star Wars: The Force Awakens. Naturalmente dobbiamo armarci della consapevolezza che stiamo per parlare di un teaser (neppure un trailer), ovvero di un brevissimo filmato di natura puramente promozionale da cui non trapela nulla sulla trama, quindi parleremo sostanzialmente del nulla, cercando di mungere da questo nulla, da bravi fan, ogni dettaglio possibile.
John Boyega nei panni di uno sfortunato Stormtrooper.
La prima scena ci porta immediatamente in un ambiente desertico che appare subito familiare. Quasi sicuramente, infatti, si tratta di Tatooine, il pianeta arso da suoi due soli, ma potrebbe anche essere Lothal, il mondo natale di Ezra, protagonista della serie animata Star Wars: Rebels, che ha più o meno le stesse caratteristiche. Se così fosse, Rebels avrebbe ancor di più la funzione di traghettatore dalla vecchia alla nuova saga. Ma sono pensieri che vengono subito interrotti dalla voce fuori campo, che pare essere quella di Andy Serkis (per gli amici Gollum), che avrà diversi ruoli all’interno del film per quanto riguarda il motion capture. «C’è stato un risveglio, l’hai sentito» viene detto, con chiaro riferimento al titolo di questo capitolo. Poi un cambio improvviso della colonna sonora (scritta, come non poteva essere altrimenti, dal maestro jedi John Williams) apre la scena ad uno stormtrooper senza casco che compare di scatto dal basso.
È John Boyega, già visto in “Attack the Block”, e non ci dobbiamo sorprendere troppo per un soldato imperiale di colore. Prima di tutto perché probabilmente “tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana” si era meno razzisti di ora, e soprattutto perché già in altre occasioni Lucas aveva specificato che l’esercito dell’Imperatore, rinnovandosi mano a mano, non era più formato solo dai cloni di Jango Fett, bensì da reclute arruolate in ogni angolo della galassia. Il nostro Boyega, in un bagno di sudore, sembra terrorizzato e si guarda attorno come se non sapesse dove si trova e avesse paura di essere inseguito.
Il nuovo robo-palla in una sua performance rotolatoria…
Poi lo schermo rimane nero per qualche secondo (già, il montaggio del teaser sembra essere stato lasciato in mano a Paperino, tanto per rimanere in tema Disney) e un astrodroide, con il corpo a forma di palla, rotola velocissimo emettendo i tipici buffi versi che abbiamo imparato ad amare con R2-D2 (personaggio confermato anche in questo film). Ok, se non fossi sicuro che l’avete già visto tutti penserei che non mi credereste. Sembra quasi il trailer di una parodia di Star Wars… Le scene successive, fortunatamente, restituiscono un tono serio al tutto. Vediamo infatti un battaglione di stormtrooper dentro un veicolo d’assalto, questa volta con i classici elmetti in testa. Il cambio di design dei caschi, così come dei blaster imbracciati dai soldati, è stato molto rispettoso dell’aspetto canonico, con qualche piccolo aggiustamento apprezzabile, che dà comunque l’idea dell’avanzare del tempo all’interno della storia. Come nella realtà, nulla resta immutabile e ci accorgiamo del passare degli anni proprio dalle differenze nelle cose che conosciamo. Meno rispettosi sono stati i fan (ma come dargli torto) con la scena dello speeder, con fotoritocchi che sottolineavano la sua somiglianza ad un tostapane o ad un gelato, fino alla battuta di Leo Ortolani sull’assorbente (sul suo blog ufficiale potete trovare l’intera vignetta). Fatto sta che in effetti è molto più elegante un trattore che l’aspetto che hanno deciso di dare a quello sventurato speeder. Lo guida Daisy Ridley, il secondo nuovo personaggio che ci viene mostrato nel teaser, in cui, per ovvie ragioni, non appaiono mai i volti storici della saga.
La splendida scena degli X-Wing è sicuramente la parte più riuscita del teaser.
I nostri occhi feriti da quell’armadio volante hanno però modo di rifarsi con la scena successiva, a mio avviso la più riuscita dell’intera presentazione: il volo degli X-Wing a pelo d’acqua. È un’immagine che ci fa tornare alla mente la distruzione della Morte Nera, esaltando quello che è forse, insieme al Falcon, il veicolo più simbolico della vecchia trilogia. La musica che intanto era diventata sempre più incalzante si ferma di colpo per poi riprendere con toni decisamente più cupi. Il cambio di locazione è repentina quanto inaspettata: in un bosco innevato seguiamo una figura incappucciata vestita di nero, e le nostre aspettative di essere in presenza di un sith, la nemesi dei cavalieri jedi, non vengono deluse. La sequenza è girata a Black Park, nel Buckinghamshire, luogo già utilizzato in Harry Potter e L’ordine della fenice. E in effetti la scena ricorda più quella di un film fantasy, tanto da chiedersi se non ci si trovi nei pressi della Barriera di Game of Thrones. I dubbi svaniscono quando il misterioso personaggio “sfodera” la sua spada laser. Orrore o meraviglia, a seconda dei gusti, visto quante polemiche questa scena ha generato. Con un richiamo ancora una volta molto fantasy, infatti, la spada laser è munita di una… guardia laser! Ebbene sì, la spada laser di un rosso acceso, tipica dei sith, appare più come uno “spadone a due mani” laser.
La scena incriminata della spada laser “medievale”.
Se si vuole esagerare bisogna farlo bene!
“Questa è l’arma dei Cavalieri Jedi, non è goffa o erratica come un fulminatore. E’ elegante invece, per tempi più civilizzati” e quindi noi ci chiediamo: dov’è finita la lightsaber, vera icona dell’universo Star Wars, così descritta a Luke, nel primissimo film, dal vecchio Obi Wan? Perché non solo la spada presenta quella goffa e poco pratica guardia ma, cosa che forse sarà sfuggita a qualcuno, la sua lama appare grezza, debole e sottile, e sembra quasi ardere, come se il fascio laser non scorresse perfettamente. Potrebbe essere il nuovo look, molto più cattivo e dark se vogliamo, che J. J. Abrams ha scelto per le lightsaber (in parte autorizzato anche da diversi fumetti in cui le lame di luce hanno proprio questo aspetto), ma non credo che sia così, perché apparirebbe come un cambiamento troppo netto e quasi uno sgarbo a tutto l’immaginario starwarsiano precedente.
È solo una mia modesta ipotesi, quindi prendetela come tale, ma considerando che i sith, dopo la morte di Darth Vader e dell’Imperatore, dovrebbero essere ormai scomparsi e che il Lato Oscuro non può mai essere sconfitto definitivamente perché è l’altra faccia del Lato Chiaro e non può esistere l’uno senza l’altro, potremmo trovarci di fronte ad un nuovo inizio dei sith, un risveglio, appunto, del Lato Oscuro e quindi saremmo in presenza di un apprendista sith che ha costruito una spada ancora poco raffinata, grezza. In fondo Luke Skywalker rifonda l’accademia Jedi, quindi è necessario che ci sia un nuovo punto di partenza anche per la parte antagonista della Forza. Quale sia la risposta a questo che mi sembra il più grande punto interrogativo lasciato dal filmato probabilmente lo scopriremo solo tra poco più di un anno con l’uscita del film.
Lens flare, lens flare ovunque…
Dopo averci fatto vedere il novello sith infuriato contro un alberello, quel gran furbacchione di Abrams deve aver pensato che saremmo stati cotti a puntino, e in effetti non sbagliava. Quindi giungiamo al gran finale, accompagnati dal tema principale della saga, con un Millennium Falcon ruggente e tirato a lucido (con tanto di nuovo radar quadrato, a dimostrazione che a Ian Solo non importa nulla dell’estetica) che si esibisce in un saggio di volo acrobatico, in una successione impressionante di volteggi e piroette seguite dalla telecamera. E se questo non vi bastasse Abrams tira fuori anche il suo asso nella manica: le lens flare! E per concludere anche due caccia TIE in omaggio, così da accontentare tutti.
Il teaser così finisce, dopo appena un minuto e mezzo, dandoci la sensazione di trovarci di fronte a qualcosa fatto di fretta e furia da dare in pasto al pubblico. Certo è che dopo la sua visione l’hype dei più è salito, è proprio il caso di dirlo, alle stelle, e questo era poi il suo fine ultimo. Ma ci sentiamo davvero più rassicurati e fiduciosi del futuro di Star Wars? Per quanto mi riguarda no, poiché gli elementi che potevano tranquillizzare sulla bontà del lavoro sono decisamente pochi e i dubbi sul regista rimangono.
Di certo la Disney sa vendere molto bene il suo prodotto e Abrams è riuscito con Star Trek a riempire i cinema con persone che non sapevano neppure a cosa si riferisse quel nome. Per alcuni, tra cui Hollywood sicuramente, questa è una grande capacità; a noi fan resta solo la speranza. Ma in fondo perdere la speranza significa cadere nel Lato Oscuro.
Per quali ragioni vedremo il settimo episodio di Star Wars in ritardo rispetto al lancio mondiale? E di chi è la colpa? Facciamo il punto della situazione.
Il teaser di Star Wars Episode VII fotogramma per fotogramma
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