Sono passati diversi mesi dalla release di ‘Dragon Age: Inquisition’, terzo capitolo della celebrata saga di videogame sviluppata da Bioware, e scommetto che, nonostante lo abbiate completato più e più volte, siete tutti alla ricerca della minima scusa per tornare ad immergervi nelle atmosfere dark fantasy della serie. Se dopo il successo di critica e di pubblico dell’ultimo gioco è pressoché scontato un quarto capitolo, in merito manca ancora qualsiasi informazione ma, parafrasando, non di soli videogiochi vive il fan di ‘Dragon Age’. La serie infatti ha sempre avuto un’impronta crossmediale, declinata in cortometraggi, romanzi (in Italia pubblicati da Multiplayer Edizioni) e fumetti (editi in America da Dark Horse Comics, in Italia da GP Publishing).
Proprio il mondo dei comics legati al franchise sta per beneficiare di una gradevole aggiunta, che promette di esplorare angoli del Thedas (la vastissima ambientazione della serie, il cui nome è appunto un fantasy-oso acronimo per… The Dragon Age Setting) ancora inediti e che, ne sono certo, interesserà non poco i fan di ‘Dragon Age’. Si tratta della nuova serie ‘Dragon Age: Magekiller’, il cui primo volume è atteso per novembre negli Stati Uniti (mentre non abbiamo ancora informazioni sull’eventuale edizione italiana). La serie avrà come epicentro Minrathous, la capitale del Tevinter, l’Impero del Thedas un tempo egemone, ma ormai caduto in disgrazia nell’Era del Drago, quella in cui sono ambientate le vicende dei videogame e dei prodotti collaterali. Il Tevinter è senza dubbio una delle location più cupe del franchise, con la sua economia rigidamente basata sullo schiavismo e con il suo governo magocratico, che mette al potere proprio quegli stessi maghi altrove temuti, controllati o addirittura asserviti. Finora, però, nonostante sia stata più volte nominata e persino centrale negli eventi del Thedas, non abbiamo ancora avuto il privilegio di vedere quest’ambientazione con i nostri occhi: ‘Magekiller’ ci darà per la prima volta questa occasione.
Alla sceneggiatura troviamo Greg Rucka, noto al pubblico d’Oltreoceano per una lunga collaborazione sia con la Marvel che con la DC Comics, da tempo (come rivela in un’intervista a Polygon) appassionato della saga ‘Dragon Age’ e, più in generale, dei giochi di ruolo, sia pen-and-paper che digitali. “Penso che gli sforzi che la Bioware ha messo in tutti i suoi giochi di ruolo – possiamo parlare di ‘Mass Effect’, di ‘Dragon Age’, di ‘Jade Empire’, si può scorrere la lista… – siano davvero stupefacenti. In particolare con ‘Dragon Age’ parliamo di un’ambientazione fantasy che è probabilmente uno degli esempi più belli e pienamente realizzati di costruzione di un mondo che abbia mai visto.” Il protagonista di ‘Magekiller’ è Marius, un personaggio nato da un suggerimento dell’ex lead writer della serie (e autore dei primi tre romanzi) David Gaider al lead designer Mike Laidlaw: “Ci vuole il Boba Fett del Tevinter!” Umano, ex schiavo, Marius è stato addestrato ad affrontare e uccidere i maghi senza utilizzare a propria volta la magia; al suo fianco troviamo la sua aiutante, Tessa, pupilla della potente famiglia nevarriana Forsythia, caduta in disgrazia ed esiliata dal suo Paese. I due – scopriremo più avanti come Marius sia evaso dalla prigionia, da chi sia stato addestrato e come sia finito ad instaurare una partnership con la nevarriana – iniziano ad uccidere maghi su commissione; è però lecito aspettarsi che la storia non sia limitata alla caccia al mago, ma prenda ben presto una piega più intrigante e variegata.
Il conflitto fra maghi e persone incapaci di incanalare la magia è un tema ricorrente nelle vicende di ‘Dragon Age’, in cui è l’istinto del giocatore a guidare le scelte: da un lato i maghi cercano la libertà assoluta di mettere in pratica il loro dono, dall’altro istituzioni e semplici cittadini diffidano del loro potere, che li rende particolarmente vulnerabili alla possessione da parte dei demoni dell’Oblio e dunque, “in buona sostanza” (cit.), un pericolo pubblico. Raramente questa tematica è stata trattata con la stessa cura e profondità offerta da ‘Dragon Age’ (con la lodevole eccezione della saga ‘La Ruota del Tempo’ di Robert Jordan, della quale costituisce un vero e proprio perno): “Si tratta di una tensione che dovremmo trovare in ogni mondo fantasy in cui esista la magia” sostiene Rucka, “vale a dire: “La magia esiste!”, ed inclina di brutto, ma veramente di brutto, il campo di gioco! È incredibilmente problematico, problematico a ogni livello […], a livello sociale, a livello politico, a livello economico, a livello di rapporti interpersonali, a un livello spirituale e religioso. Se ci sono società in cui alcune persone hanno la capacità di alterare – letteralmente! – la realtà, e nessun altro può, allora è logico che ci sia immediatamente della tensione”.
Ma Rucka promette di declinare la questione in termini diversi dalla già sperimentata contrapposizione maghi-Templari: Marius non sarà un fanatico della distruzione dei maghi, ma più semplicemente una persona che ha una certa abilità e che la fa fruttare come mercenario (come diceva il Joker de ‘Il Cavaliere Oscuro’? “Se sei bravo a fare una cosa, mai farla gratis”). Come ci si può aspettare, gli eventi del Tevinter non saranno fini a se stessi, ma saranno calati nel più generale contesto del Thedas dipinto in ‘Dragon Age: Inquisition’: assisteremo infatti all’ascesa dei Venatori, tanto che la chiusura del secondo volume coinciderà con la distruzione del Conclave, l’evento scatenante della trama del videogioco. ‘Magekiller’, però, non si fermerà qui: nel suo primo arco narrativo supererà la storia narrata in ‘Inquisition’, procedendo poi su territori inesplorati (almeno dal punto di vista narrativo). Ovviamente non possono mancare le apparizioni, a mo’ di cameo, dei personaggi principali della serie, ma ciò che Rucka desidera maggiormente è ampliare il setting di ‘Dragon Age’, creando una storia che possa adattarsi al percorso di ogni videogiocatore, quali che siano le scelte fatte.
L’attesa per ‘Magekiller’ è ancora lunga, ma non vi nascondo di essere rimasto molto incuriosito da questa nuova iniziativa editoriale. Dopotutto, come scrivevo all’inizio, ogni scusa è buona per immergersi nell’ambientazione sviluppata dalla Bioware, quale che sia il medium. Anche se, lo confesso, qualche notizia sull’ipotetico ‘Dragon Age 4’ sarebbe più che gradita. Perché tanto lo faranno. Perché lo faranno, sì?
– Stefano Marras –