Salve Illyoners! Se anche voi avete passato la vostra giovinezza nelle vostre camere in una perenne penombra nel mezzo del Federlen, allora siete esattamente come me. E, come me, avrete avuto una somma di hype (leggasi: eccitazione pre-uscita) e sofferenza dovuta al secondo capitolo della celebre saga della Bioware, ritenuto da molti un capitolo al di sotto delle aspettative. Ho atteso il day-one di Dragon Age Inquisition con un misto di sentimenti nel cuore ma, alla fine, è finito tra le mie mani: andiamo a vedere com’è.
DISCLAIMER: in questa recensione racconterò i primi minuti del gioco e narrerò un po’ di trama di fondo quindi, a chi volesse giocare senza saper nulla, consiglio di saltare il prossimo paragrafo.
Oblio e Templari…che fatica!
Un’enorme esplosione scioglie i partecipanti dell’Assemblea Pacificatrice tra Templari e Maghi. Il/la protagonista è l’unico sopravvissuto/a, con un marchio nella mano sinistra capace di chiudere, sembra, gli Squarci nell’Oblio, che vomitano demoni come se piovessero. Lady Cassandra Penthegast e Leliana (nostra adorata Leliana) si occuperanno di noi per i primi minuti di gioco, finché, percorrendo il sentiero per la montagna, non faremo la conoscenza di Solas, un mago Elfo, e Varric (nostro amato Varric), un nano scrittore/capospia/arraffone che porta con sé la sua fidata balestra Bianca. Proseguendo verremo a conoscenza di fatti che a noi erano completamente sconosciuti: la divina Jiustina V è stata uccisa da un essere malefico quanto misterioso e, prima di morire, ha supplicato il nostro aiuto. Dopo una battaglia alquanto difficoltosa, riusciamo a chiudere lo Squarcio nell’Oblio e comincia così la nostra storia come “Inquisitore“.
Pareri e Note Tecniche
Questo è solo l’inizio di Dragon Age: Inquisition. Un inizio travagliato, devo ammetterlo, che può lasciare interdetto il giocatore che si avvicina a questo titolo senza averne giocato i predecessori. La rivalità tra maghi e templari è, però, ben definita e fin da subito si può capire la condizione nella quale versa il mondo. Giocando a Dragon Age verremo investiti da tonnellate e tonnellate di discorsi, descrizioni, documenti, pezzi di storia e cutscene nelle quali ogni nostra decisione potrà influire (e influirà) sul passato. I personaggi principali, così come quelli secondari, sono il fiore all’occhiello di questo splendido gioco di ruolo: ognuno di questi ha un suo carattere, una sua mimica facciale ed una sua linea di pensiero. Ci possiamo ritrovare, bene o male, a condividere la linea di pensiero di un personaggio o a contrastarne quella di un altro e, in men che non si dica, potremo avere degli interessi da difendere ed il nostro personaggio, così, viene definito.
Passando al combattimento, abbiamo una leggera variazione dagli altri due titoli: se il primo Dragon Age ha un turno ben definito, il terzo capitolo lascia molto più spazio all’azione (pur mantenendo la sua parte strategica di fondo, ma in modo marginale) e, almeno ai normali livelli di difficoltà, ci troviamo a ricorrere solo poche volte alla visuale tattica (la visuale “dall’alto”). Solitamente i nemici concentreranno i loro sforzi sull’avversario che li colpirà per primi, quindi basterà “attendere” il colpo del guerriero di turno. Nel malaugurato caso nel quale doveste “aggrare”, attendere che il guerriero si addossi il nemico basterà a farvi uscire dalla maggior parte dei problemi.
La qualità della grafica è allucinante, riuscirà senza alcuna ombra di dubbio a farvi calare nell’ambientazione Federlen/Orlàis. Ombre dinamiche, incantesimi e mosse speciali davvero ben definite che lasciano segni sul terreno circostante, e poi animali selvatici, voli di uccelli causati dal movimento brusco dei personaggi e banchi di nebbia occasionali… questi sono solo pochi particolari rispetto all’esagerata quantità di attenzione che è stata riservata all’ambiente. Peccato, però, che nel 2014 non si riesca ancora a disegnare un fodero per il bastone da mago (che rimane svolazzante sulla schiena del personaggio) e che i capelli siano “di roccia” nonostante tutti i movimenti del nostro personaggio. Per un gioco che fa dell’equipaggiamento la sua seconda nota principale, questa è, per me, una nota pesantemente negativa. Per non parlare di texture di barba/capelli che escono dai cappucci e dagli elmi, armi che si intersecano tra loro e che entrano nelle texture. Un po’ di attenzione in più non avrebbe guastato.
Spostandosi sul discorso “cutscene”, vi assicuro che, almeno sulla versione PC, queste vanno a 30 frame al secondo. Una media forse bassa, se pensate che i giochi di ultima generazione arrivano tranquillamente a 60, scorrendo quindi molto fluidi e piacevoli alla vista. Andando a smanettare un po’ con i settaggi, però, ho scoperto che il blocco è imposto dal gioco stesso (ma che diamine???) e che quindi sono costretto a guardarmi i filmatini così (il gioco ne è pieno). Anche qui, una leggerissima nota negativa in un mare di cose positive.
Per quanto riguarda la scelta delle classi, l’ho trovata un po’ sguarnita. Vero che, grazie all’incredibile personalizzazione del nostro alter ego non avremo mai un PG uguale ad un altro, ma inserire, ad esempio, la classe del “Chierico” non avrebbe guastato il gioco nella sua bellezza. Alcune classi sono decisamente troppo potenti: un cammino di specializzazione del mago consente, ad esempio, di poter combattere ed eliminare i draghi 1v1, cosa che normalmente richiederebbe un livello ed un equipaggiamento “ad hoc”.
Ottimi, invece, l’uso gestionale dell’Inquisizione, delle cavalcature e delle pozioni, del meccanismo di potenziamento delle armi e delle armature, dell’acquisizione di abilità, influenza e potere, di compiti speciali e di azioni quali la raccolta di piante e minerali preziosi, la caccia e della varietà di mostri nemici e neutrali.
In sostanza, Dragon Age Inquisition si rivela un gioco davvero bellissimo. È vasto, vario, incredibilmente descritto da texture di buona qualità, da discorsi interessanti e da personaggi assai ben definiti e costanti. Un gioco che fa del gioco di ruolo il suo punto focale, riuscendo, ancora una volta, ad emergere dalla massa. Un gioco che, in dieci ore, permette un completamente forse pari allo 0,5 % (e l’ho passato senza leggere documenti, senza focalizzarmi sulle discussioni e andando un po’ allo sbaraglio).
Insomma, un gran gioco. E voi, cosa ne pensate? Scrivetecelo qui sotto!
– Yari Montorsi –
Recensiamo: Dragon Age Inquisition!
Yari Montorsi
- Grafica Eccezionale
- Dialoghi strepitosi e interessanti
- Personaggi ben definiti e indimenticabili
- Trama avvincente
- Buon sistema di combattimento
- Varric
- Alcune texture potevano essere perfezionate
- Un po' di classi in più non avrebbero stonato
- Necessari i precedenti capitoli per "entrare" al meglio nell'ambientazione
- Il blocco di FPS è davvero noioso