Continua la battaglia tra Paizo Publishing, casa editrice del gioco di ruolo ‘Pathfinder’, e mamma Wizards of the Coast, che vanta la proprietà del marchio ‘Dungeons & Dragons’. L’impressione di chi scrive è che i due editori, puntando a trasformare i rispettivi franchise in qualcosa di sempre più multimediale (o crossmediale, che dir si voglia), cerchino di accaparrarsi sempre nuove fette di clientela, vergini rispetto al mondo del gioco di ruolo – piuttosto che “spostare” le utenze ormai consolidate e affezionate all’uno o all’altro sistema. Se la Quinta Edizione, un probabile kolossal cinematografico e un nuovo, rivoluzionario videogame sono i cavalli di battaglia della Wizards, la Paizo non ha meno frecce al proprio arco: il nuovo sistema di regole Unchained, un accordo con la Obisidian per videogiochi basati sul mondo di Golarion e… le recentissime novità in tema di libri e fumetti. Andiamo con ordine, tenendo presente fin dall’inizio che le notizie qui riportate riguardano solo ed esclusivamente il mercato americano, mentre nulla è dato sapere su una eventuale traduzione italiana.
La prima notizia riguarda, appunto, il rinnovato interesse di ‘Pathfinder’ verso il mondo dei comics; a partire dal 18 febbraio, infatti, Paizo ha avviato, in collaborazione con la Dynamite, la distribuzione di una nuova collana di fumetti: si intitola ‘Pathfinder: Origins’ e, come suggerisce il nome, approfondirà il background dei personaggi dell’ambientazione ufficiale. I nostri eroi sono alle prese con Sheila Heidmarch, una donna, capitano di ventura della Società dei Cercatori, un pelino diffidente circa il reale valore dei viaggiatori al suo cospetto: per conquistarne la fiducia Valeros, Amiri, Seoni e compagnia cantante si trovano così “costretti” a raccontare le proprie avventure passate, facendo luce sulle storie dei protagonisti e sugli eventi che li hanno portati a viaggiare insieme. Il primo volume (potete ammirarne la copertina in versione variant qui sopra) tratta delle vicende di Valeros, guerriero e noto beone, e del suo incontro con Amiri, la barbara dalla spada tanto gigantesca quanto segnata da crepe e ammaccature: i due, reclutati come guardie mercenarie, si trovano a sorvegliare una carovana che attraversa la pericolosa Bloodsworn Vale. Il volumetto, come i futuri esemplari della collana, è frutto del lavoro di autori legati al materiale del gioco di ruolo: in questo caso Erik Mona alla sceneggiatura e Tom Garcia ai disegni. Ogni fumetto, della lunghezza di 32 pagine e del costo di 4,99$, conterrà inoltre una mappa tattica removibile (e utilizzabile) e un poster dei personaggi. La cadenza delle uscite dovrebbe essere bisettimanale, col numero 2 in distribuzione dal 4 marzo.
Il rinnovamento della Paizo investe anche il fronte collaterale della pubblicazione dei romanzi, fino ad ora tradizionalmente curata dalla stessa casa editrice. Lo scorso 24 febbraio, infatti, il già citato Erik Mona ha annunciato l’accordo tra la Paizo e la Tor Books per la pubblicazione dei romanzi ambientati nel mondo di Golarion. Si tratta di una scelta strategica da parte della Paizo, che avrà così modo di raggiungere un mercato più ampio sia nel settore cartaceo che in quello digitale. La Tor, d’altro canto, ha celebrato l’iniziativa per bocca del publisher Tom Doherty, che ha enfatizzato il conseguente arricchirsi dell’offerta della casa editrice statunitense in un settore finora trascurato, quale quello dei giochi di ruolo. Il controllo creativo resterà saldamente in mano alla Paizo, il cui managing editor, James Sutter, manterrà la supervisione delle pubblicazioni. È già stato anticipato che i romanzi, in formato cartaceo, verranno venduti alla cifra standard di 14,99$.
Le cose sembrano muoversi anche sul versante videoludico, dopo il già citato accordo con la Obsidian dello scorso settembre. Agli inizi di febbraio l’amministratore delegato della software house, Feargus Urquhart, ha dichiarato a Polygon che il primo prodotto su licenza ‘Pathfinder’, la versione per tablet del gioco di carte basato sull’avventura ‘Rise of Runelords’, sarà pronto “presto”, cioè nel giro di pochi mesi. Urquhart ha anche rivelato che la Obsidian è attualmente alla ricerca di un partner che si occupi della distribuzione del gioco, prima per tablet iOS e Android, poi anche per PC. Ha spiegato che la scelta di adattare per prima cosa il card game, anziché passare direttamente a un gioco di ruolo, è stata dettata dalla necessità di acquisire un po’ di esperienza con la programmazione per tablet: “Come sviluppatore è importante saper fare un sacco di cose. Stiamo pensando a come si possa prendere il materiale di un gioco di ruolo tradizionale e portarlo su tablet. Nessuno ha davvero risolto questo problema“, ma la conversione del gioco di carte è, agli occhi di Urquhart, un valido palliativo.
Il CEO della Obsidian ha aggiunto qualcosa di non meno interessante, e cioè che lo sviluppo di ulteriori giochi legati alla licenza di ‘Pathfinder’ è già avviato: “Abbiamo un sacco di idee. Ovviamente potremmo fare qualcosa come ‘Pillars of Eternity’. Ovviamente potremmo fare qualcosa come ‘Neverwinter Nights 2’. Stiamo valutando tutte queste cose per capire quale sia la migliore da realizzare. Direi che stiamo proprio iniziando ad immaginarlo.” Il prossimo passo è, com’è intuibile, lo sviluppo di un nuovo videogame RPG con ambientazione ‘Pathfinder’: i numeri della software house (170 sviluppatori) consentirebbero tranquillamente di lavorare al tempo stesso sia a ‘Pillars of Eternity’ (che, ricordiamo, uscirà il 26 marzo) che al nuovo gioco di ruolo in fase di ideazione. “Penso che per tutto ciò che concerne ‘Pathfinder’ le cose si faranno interessanti nei prossimi dodici mesi”.
Nella stessa occasione, Urquhart ha criticato ferocemente la strada intapresa da ‘Dungeons & Dragons’ (gioco al quale resta molto affezionato), spiegando la propria predilezione per ‘Pathfinder’. “La nuova versione di D&D è uscita l’anno scorso e la gente si sta chiedendo che cosa, in definitiva, gli stia accadendo. Una delle ragioni per cui effettivamente siamo passati a ‘Pathfinder’ è stata… come posso dirlo? Lo dico e basta: abbiamo avuto serie difficoltà a immaginare come procedere con ‘Dungeons & Dragons’.” Urquhart ha spiegato di amare molto il GdR di Gygax, essendo probabilmente una delle persone che ha all’attivo lo sviluppo di più videogame basati sula sua licenza, ma per quanto sia difficile allontanarsi da qualcosa che si ama, “‘Pathfinder’ è una parte importante del mondo del gioco di ruolo pen-and-paper e amo lavorarci. [Quelli della Paizo] vogliono che il gioco abbia successo, è di loro proprietà. Con D&D è tutto un po’ più complicato, perché ci sono la Hasbro ed altri soggetti coinvolti. Quindi penso che la difficoltà sia questa: ‘Dungeons & Dragons’ è parte della Wizards of the Coast e la WotC è parte della Hasbro. Hasbro è una compagnia molto grande, diciamo che fa un miliardo di dollari dal Monopoli ogni anno, non conosco i numeri esatti, ma diciamo così. Penso che quando le cose stanno così, quando hai questa compagnia che ha un marchio in qualche modo assimilabile a qualcosa di intramontabile come il Monopoli […] può essere difficile. D&D […] ha bisogno di un sacco di supporto, è guidato dalla community, ha bisogno di organizzare convention e tutto questo genere di cose, e non farà certo un miliardo di dollari.”
In tutto ciò, ‘Dungeons & Dragons’ ha smarrito la propria identità. “Una parte di me desidererebbe vedere D&D comprato da qualcun altro e tornare ad essere ciò che era in passato. Tornare ad essere TSR. TSR produceva altri giochi, ma D&D era il loro obiettivo principale.” E con queste nostalgiche dichiarazioni d’amore dell’amministratore della Obsidian, capaci di scatenare polemiche da qui al Ragnarok, vi rivolgiamo un fantasy-oso saluto e vi diamo appuntamento in un futuro imprecisato, con le prossime novità in casa ‘Pathfinder’, sulle quali non mancheremo di tenervi aggiornati.
– Stefano Marras –