A Natale puoi… fare quello che non puoi fare mai. La nostra testa è ormai gravida di questo motivetto, fino a giungere ad una nausea prenatale e nella fattispecie prenatalizia. Si attende lo sfogo. Sicuramente una delle cose che non si fanno mai durante l’anno è guardare i film di Natale. Cosa direbbero i nostri parenti e conoscenti se il 24 di Maggio, ci cogliessero davanti al televisore mentre urliamo a squarciagola davanti al televisore “ho-ho-hoooo!”, con un peluche di renna in braccio e cioccolata fumante corretta panna (anche se del rum non guasterebbe), alla destra del telecomando?
Siete quindi pronti alla maratona Una poltrona per due/Santa Claus è nei guai/Mamma ho perso l’aereo. Mamma mia, ho perso la voglia del Natale. C’è bisogno di un po’ di chiarezza, pena passare un altro cine-Natale nell’anonimato. Quindi ecco i nostri consigli per trascorrere questo periodo di festa con titoli che possono lasciare il segno. Ovviamente un segno fantasy.
Ominide verde e peloso, personaggio fondamentale del folklore anglosassone, da secoli minaccia il Natale dei bambini di tutto il mondo (o meglio il mondo filo-americano). Si aprono qui due strade, volendo anche due diverse scuole di pensiero. Da una parte abbiamo la versione del 2000, firmata da Ron Howard, in cui il cattivone verde che cerca di distruggere la festa più cara ai Nonsochi è interpretato da Jim Carrey. Dall’altra parte invece c’è il bellissimo corto del ’66: “Come il Grinch rubò il Natale”.
Il primo è un film più vicino ai nostri giorni – forse per questo distaccato dal personaggio creato dal Dr. Seuss -, interpretato da un Carrey forse eccessivo, il tutto condito da una dose di buonismo natalizio troppo forte e ambientazioni costruite con cura e caratterizzazione. Prendendolo per quello che è, riesce ad essere un prodotto gradevole, soprattutto se guardato insieme a nipotini, figli, bambini di ogni genere, che non si pongono troppi problemi come il sottoscritto.
Discorso a parte per il corto, che merita di essere visto in lingua originale, per poter apprezzare la profonda voce di Boris Karloff (Frankenstein vi dice niente?), un cartone animato che merita assolutamente, senza se e senza ma, quindi non perdete questa occasione!
Tracce indelebili nel cuore di ogni piccolo, macabro sognatore. Dire che questo film sia un must, forse è anche riduttivo, ma per chiunque non abbia ancora visto questo capolavoro di Tim Burton (che non porta il suo nome alla regia a causa del concorrente impegno con “Batman – Il ritorno”), porca miseria fatelo ora, prima che l’anno finisca, sono più di venti anni che è in circolazione. Una favola gotica, nera, allo stesso tempo divertente e romantica. Un incontro-scontro tra due mondi diversi, rispettive incarnazioni di feste opposte: Halloween e Natale. E ovviamente come non ricordare i meravigliosi personaggi che popolano questo pregevole film: Jack Skeleton in primis, Sally, il Bau Bau, Vado, Vedo, Prendo e così via.
Inoltre in questo film viene usata la tecnica dello stop-motion, una vecchia tecnica che consiste nel riprendere brevemente il soggetto inanimato per poi muoverlo a mano cambiandogli posizione o espressione. Il risultato è esteticamente perfetto, se aggiungiamo poi la colonna sonora/musical, già ottima nell’originale e resa altrettanto bene nella versione italiana, grazie a Renato Zero su tutti, beh…siamo a cavallo (o a renna).
Il canto di Natale di Topolino
Già mi sono espresso in passato su casa Disney, amatela, odiatela, potete fare qualsiasi considerazione sui Rockfeller del cinema d’animazione, una cosa è certa: si sono imposti e hanno saputo imporsi. La storia di Dickens è stata adattata alla lettera centinaia e centinaia di volte, in contesti e ambientazioni delle più sparute, ma sicuramente quella che merita una menzione di riguardo è proprio questa versione animata della Disney.
Ad oggi è diventato un classico delle vacanze natalizie, come lo era oltre cento anni fa il Canto di Natale. C’è poco da eccepire, il racconto non si poteva sposare meglio se non con l’attenta caratterizzazione emozionale che solo gli Studios Disney sanno avere, oltre ai topici siparietti di Mickey & Co. che riescono ad aggiungere sale ad una minestra di per sé già saporita.
Un assaggio e non potrete farne a meno. Queste non sono “bubbole”, come direbbe il caro Scrooge, ma la realtà. Vedere per credere.
Ora cambiamo registro e addentriamoci senza alcuna remora negli anni ’80, cari a molti, terrore e croce nera di altri. Questo non è un semplice film, è un piccolo calderone che riesce a contenere al suo interno svariati ingredienti, che lo rendono quantomeno prelibato. Prima di tutto riesce ad esprimere al meglio quello che gli anni ’80 avevano da offrire, nello specifico quello che la comedy-horror aveva da offrire, genere che al tempo tirava tantissimo: “Non si esce vivi dagli anni ‘80”, cantano gli Afterhours.
Questo film di genere e sui-generis, è assolutamente simpatico e adatto a grandi e piccini. Siate pronti a macchiette macabre e scene d’antologia trash, oltre che citazioni/parodie di altri titoli (E.T. l’extraterrestre, Flashdance). All’inizio del film veniamo calati in un’atmosfera natalizia, infatti tutta la vicenda parte da un regalo di Natale infelice: Ghizmo, un piccolo Mogway, un animale dolcissimo, solo che viene a contatto con acqua e mangia dopo mezzanotte…cribbio Billy, ti avevano avvertito.
Solo un piccolo appunto, risparmiatevi il sequel, “Gremlins 2: la nuova stirpe”, perdereste un po’ di pattume, poi se piace, fate vobis. Uomo avvisato…
Non a caso ho lasciato la chicca per ultima. La possibilità che lo abbiate già visto sono infime, è un film TV statunitense del 1970, reperibile solo nei meandri più oscuri e pieni di fiocchi di neve della rete, o eventualmente un acquisto online in DVD, visto che è distribuito dalla Dreamworks Classics.
Come il già citato Nightmare Before Christmas, anche questo film è girato in stop motion, ovviamente tutt’altra pasta e tutt’altri pupazzetti che si muovono in maniera più “arcaica”, con un effetto visivo diverso, ma altrettanto stupefacente. Punto a favore dell’animazione è l’uso nella costruzione dei personaggi di tanto morbido tessuto che crea visivamente un effetto avvolgente e – permettetemelo – coccoloso. Il plot, per quanto semplice, riesce a non annoiare, grazie anche a piccoli momenti musical che riprendono magnificamente l’attenzione dello spettatore.
Signori, devo confessarlo, io sono rimasto semplicemente incantato, vuoi per i personaggi pazzerelli, vuoi per la vena psichedelica che fa capolino dalla coltre di neve. Per me rimane un gioiellino sospeso nel tempo, per questo consiglio vivamente la visione.
Carissimi, noi andiamo a dare manforte ai fornelli, a voi le belle cose e i nostri più sinceri auguri.
– Vittorio De Girolamo –