Amici, siete alle prese anche voi con The Ringed City, l’ultimo DLC di Dark Souls III col quale From Software ha chiuso la sua popolarissima saga? Beh, allora vogliamo darvi ancora una volta una mano: continuiamo con le guide che contengono tutto quello che vi serve sapere per affrontare al meglio i boss del gioco.
La scorsa volta abbiamo sconfitto insieme il Principe Demone e tutta la sua razza, facendo fuori l’ultimo esemplare rimasto. Vi sentite meglio? Pensate di aver reso il mondo di Dark Souls un posto più sicuro? C’è poco tempo per riposarsi, perché la vera Città ad Anelli ci aspetta! Questa settimana vi spieghiamo come approcciarvi al secondo boss, l’unico che può essere affrontato e sconfitto a ripetizione all’interno del DLC.
Il suo nome ufficiale è Giudice Argo, ma nessuno di noi può sapere chi o cosa si troverà a combattere. Il gigante in questione non è, infatti, particolarmente difficile da buttare giù: basterà tirargli qualche colpo e lo vedremo scomparire. Sfortunatamente, però, nel momento in cui varcheremo la soglia della sua boss fight, egli evocherà un campione a combattere in sua vece. Chiunque abbia già giocato ai precedenti titoli, specialmente Demon’s Souls, avrà già capito che è tempo di PvP.
Il mio consiglio è di godervi lo scontro e di approfittare di questa battaglia per esplorare prima il PvP e sbatterci un poco la testa, per poi andare offline e affrontare il “campione” che il gioco propone come sostituto.
Mezzaluce
L’NPC che ci troveremo ad affrontare porta il nome di Mezzaluce, e non è da prendere alla leggera. Non comparirà subito, ma sarà preceduto da un guardiano del dipinto. Ricordate i simpaticoni all’interno della cattedrale di Anor londo? Diciamo che questa volta non avranno proprio voglia di lasciarvi passare. Volenti o nolenti, anche questa boss fight prevederà che teniate d’occhio ben due nemici e, come in quella precedente, converrà combatterli uno alla volta.
Il Guardiano tornerà ciclicamente, nonostante tutte le volte che lo sconfiggerete, ma sarà sempre meglio tirare via lui dal campo di battaglia prima di passare a Mezzaluce. Sfruttate le colonne presenti nella stanza per separare i due, fate attenzione alla stamina e, nel caso possiate, fate buon uso di Voto del Silenzio. Non avrete bisogno di sfruttare debolezze particolari, basterà essere oculati nelle scelte e non lasciarsi prendere dalla fretta di sferrare quel colpo in più.
Terminato lo scontro con la pedina, volgete la vostra attenzione sull’alfiere. Mezzaluce entrerà in battaglia con tutta l’intenzione di liberarsi di voi e proteggere l’ingresso alle stanze della principessa Filianore: userà attacchi fisici, oscuri, incantesimi e miracoli pur di fermarvi. Il mio primo consiglio è di sfruttare la sua mancanza di equilibrio per punirlo ogni volta che noterete un’apertura, cosa che avverrà praticamente dopo ogni suo attacco. Esattamente come in un PvP, utilizzerà esclusivamente equipaggiamento reperibile nel gioco, motivo per cui sarà bene tenerlo d’occhio e imparare i suoi attacchi.
La cosa che potrà sorprendere di Mezzaluce è la quantità di armi che possiede, motivo per cui dovrete sempre fare attenzione ai suoi cambi repentini. Potrà utilizzare una katana, che potrà tenere a una mano insieme a uno scudo, o a due per sfruttare gli attacchi caratteristici dell’arma (che fanno uso dell’oscurità); potrà sfruttare un arco, cosa che dovrete assolutamente utilizzare a vostro vantaggio per infliggere più danno possibile; potrà castare incantesimi e miracoli, e persino fare uso di oggetti esclusivi per il PvP online.
Una volta tenute a mente tutte queste cose e prestata la giusta attenzione, i suoi 3350 HP andranno in fumo prima di quanto possiate immaginare.
Per gli amanti del PvP, sappiate che questa boss fight potrà essere resettata e ricombattuta a volontà. Basterà avere il numero di anime necessarie e potrete lottare tutte le volte che vorrete sotto lo sguardo addormentato della principessa Filianore.
Infine, per coloro che avessero già completato la sua quest, Lapp potrebbe essere evocato per rendere le cose incredibilmente più semplici. Non sarebbe, però, come dargli ragione?
–Simone Maccapani–
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