Cosa sperate di trovare in un GdR quando, al momento fatidico della scelta di un nuovo acquisto, sfogliate per la prima volta un manuale? Se il vostro obiettivo è quello di creare una storia avvincente e originale, senza doversi fermare ogni cinque minuti a controllare chissà quale tabella o passare ore ogni giorno a compilare schede, quest’anno il nostro Andrea Carbone vi ha fatto un grande regalo: parliamo di HAWAT – Avatar’s Rage, gioco di ruolo edito da Acchiappasogni e già testato da noi di Isola Illyon allo scorso PLAY di Modena, un gioco dove ciò che conta non è quello che fai, ma come lo fai.
Il mondo di HAWAT ha tutte le caratteristiche di una grande storia: la premessa, classica e sempre avvincente, è l’apocalisse, portata in una direzione che rimescola e reinventa le atmosfere di decine di capolavori del mondo del cinema, dell’animazione e della letteratura di genere per consegnare un prodotto originale, rapido da leggere e semplice da giocare.
Come ci viene raccontato nel primo capitolo, il mondo che conosciamo è stato spazzato via da una serie di non troppo chiare guerre chimiche. La superficie terrestre è oggi una landa desolata e infetta, abitata da mostri deformi (i Parassiti), razziatori alla Mad Max, e pochi, disperati bastioni di civiltà. Chi sta veramente bene sono coloro che hanno trovato rifugio nelle città sotterranee gestite dalla HAWAT, l’ultima multi-nazionale esistente, il cui braccio armato è composto da soldati geneticamente modificati mescolando DNA umano e animale detti Avatar, controllati a distanza tramite collegamento neurale da operatori appositamente addestrati.
Sono loro i protagonisti del gioco, gli alter ego cartacei dei giocatori, specializzabili innanzi tutto in base alle caratteristiche del ceppo animale da cui sono stati creati (avremo avatar felini, canini, insettoidi, rettiloidi, ecc. – il manuale elenca sei varianti, ma nulla impedisce di crearne delle altre), ma anche in base all’addestramento ricevuto (che sblocca abilità speciali e attacchi particolarmente potenti da utilizzare in combattimento).
In generale, un Avatar è più forte, rapido, e resistente di un comune essere umano, fattore che lo rende il soldato ideale per le rischiose operazioni da condurre nelle zone contaminate: è l’arma definitiva di un mondo in rovina, e spetta ai giocatori decidere a che fine utilizzarla – se essere fedeli impiegati della HAWAT, combattenti ribelli determinati a rovesciare lo strapotere della compagnia, o predoni senza tanti scrupoli.
Le meccaniche di gioco sono stringate all’osso: quando si è in dubbio, si tira un dado da 6, e più alto è il risultato, meglio è. A modificare questi tiri sono le capacità e l’addestramento dell’Avatar, nonché la fantasia del giocatore: se un personaggio ha una particolare esperienza in un compito, o il giocatore descrive una sequenza d’azione (o un attacco) in un modo che gli conferirebbe un vantaggio, è facoltà della Guida (l’equivalente del Master) concedere uno o più dadi bonus. In altre parole, si tirano due, tre o più dadi contemporaneamente, e si conta solo il risultato più alto, ma attenzione: circostanze sfavorevoli potrebbero imporvi dei dadi malus, e in tal caso vale il contrario (si conta solo il risultato più basso).
Un elemento di cui tenere conto è l’Overdrive, ossia il sistema che media tra gli istinti animali dell’Avatar e il raziocinio umano del pilota. Volendo, è possibile porlo sotto stress, accumulando cariche di Overdrive in cambio di vantaggi temporanei (come dadi bonus per un’azione, o la possibilità di compiere un attacco particolare), mentre in altri casi le cariche saranno conseguenza inevitabile delle circostanze di gioco. Si tratta di una meccanica di rischio controllato: le cariche danno una marcia in più ai personaggi, ma abusandone si rischia di perdere il controllo o friggere il cervello del proprio Avatar.
Oltre all’ambientazione e alle regole, il manuale include un capitolo di spunti per missioni da proporre ai giocatori ambientate in ogni parte del mondo, nonché una missione demo (A.R.E.N.A.) in versione accorciata e estesa per chi (comprensibilmente) proprio non abbia voglia di aspettare per iniziare a giocare.
Infine, troviamo un’appendice sull’equipaggiamento e le abilità speciali (chiamate addestramenti): qua le descrizioni sono molto stringate, e limitate agli effetti in termini di gioco, in modo da lasciare campo libero alla fantasia dei giocatori per sbizzarrirsi nella descrizione di armamenti e tecniche di combattimento personalizzati.
In definitiva, HAWAT promette e consegna, con un ottimo rapporto qualità-prezzo e un manuale soft-cover stupendamente illustrato, un sistema di gioco rapido, coinvolgente e decisamente divertente che non dubitiamo farà la gioia tanto degli amanti di GdR post-apocalittici che dei giocatori e Master più creativi.
–Federico Brajda–
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HAWAT – Avatar’s Rage: la recensione del GdR
Federico Brajda
- Ambientazione profonda e ben sviluppata;
- Sistema di gioco semplice, intuitivo, ed estremamente gratificante per il giocatore;
- Non si contano gli omaggi, le citazioni, e i riferimenti ai grandi classici del cinema, del fumetto, dell’animazione…
- Qualche refuso ederrore di formattazione;
- Il manuale sembra troppo breve per entrare nel dettaglio su storie, personaggi, fazioni, luoghi e mostri;