In un epoca in cui sempre di più i videogiochi si impongono con forza nel panorama dell’intrattenimento – e qualcuno direbbe anche dell’arte – al pari di film e libri, ci sono personaggi che lasciano indelebilmente il segno, passando con disinvoltura da un media all’altro. Tra questi spicca, anche per vicinanza temporale, Geralt di Rivia, protagonista della fortunata saga letteraria fantasy dell’autore polacco Andrzej Sapkowski prima, e di una ancor più fortunata trilogia videoludica della software house CD Projekt Red.
E se i libri e i videogiochi a lui dedicati hanno soddisfatto, e soddisfano tutt’ora, la fame di avventure dei numerosissimi fan del Carnefice di Blaviken, lo stesso non si può dire per le trasposizioni in carne e ossa. Le uniche di cui si ha memoria sono un film e una serie tv polacca rispettivamente del 2001 e del 2002, in cui il nostro eroe veniva interpretato da Michal Zebrowski, ma in entrambi i casi, nonostante gli innegabili sforzi produttivi, siamo ben lontani dalle atmosfere che caratterizzano le storie del carismatico strigo.
Ma se ancora non si hanno notizie in merito a piani per portare su schermo il Lupo Bianco, di certo i fan non sono rimasti con le mani in mano: è il caso di Erika Rogers, che ha deciso di produrre un corto dedicato alla saga. L’idea di Erika era semplice: dar vita ad un fan movie di pura azione con protagonisti Geralt e Triss (interpretata da lei stessa) alle prese con un coriaceo e misterioso cavaliere maledetto.
Per realizzarlo ha avuto l’ottima pensata di chiamare a vestire i panni del Witcher Ben Schamma, in arte Maul Cosplay, cosplayer di chiarissima fama nonché modello del calendario non-ufficiale di The Witcher 3. Ed è proprio Ben, dalla sua pagina Facebook, a dare la notizia, qualche giorno fa, dell’avvenuta realizzazione del corto, ricordando a tutti, giustamente, che si tratta di un prodotto fan-made.
La scelta degli autori è chiara fin da subito: si tratta di un piccolo inseguimento a cavallo e conseguente coreografia di combattimento, per un totale di quattro minuti scarsi. Grazie all’utilizzo delle musiche del gioco, all’assenza di parlato (tutti i “versi” emessi dai due protagonisti sono presi anch’essi pari pari dalla loro controparte digitale) e all’ottimo lavoro fatto da Ben Schamma per replicare quanto più fedelmente possibile i movimenti che i videogiocatori ben conoscono, la sensazione di trovarsi effettivamente a guardare una delle molte missioni di caccia portate a termine da Geralt è reale.
Soprattutto l’assenza di dialoghi, che sicuramente avrebbero fatto storcere il naso ai fan (vuoi per il contenuto, vuoi per la differenza di timbro vocale), è da considerarsi una scelta azzeccata, nell’ottica di un prodotto di questo genere e con questo target.
Anche l’impatto visivo generale non è da meno, con Triss e Geralt estremamente riconoscibili, e una colorazione che ricorda da vicino quella del gioco, mentre la regia, che opta per un montaggio pieno di slow motion volti a sottolineare i momenti salienti del combattimento, rende giustizia alla coreografia ben realizzata dai due contendenti, ma non ci regala nessun momento di visuale realmente simile alle inquadrature di Wild Hunt.
Ovviamente non potevano mancare effetti speciali digitali che ricreassero le azioni magiche che sono parte del mondo di The Witcher: ed ecco quindi apparire onde di forza, il buon segno Aard, e svariate palle di fuoco, tutte a impreziosire un combattimento già di per sé gradevole, oltre a numerosi altri effetti ben nascosti con lo scopo di conferire peso e pericolosità ai fendenti menati a tutto spiano dai due guerrieri.
Due appunti sono da muovere anche a un’operazione del genere. In primis l’avversario, il cavaliere maledetto, che non rende minimamente giustizia a tutto il resto, con una realizzazione decisamente più grossolana da ogni punto di vista, soprattutto del trucco, troppo approssimativo, e con un costume fuori contesto. Un vero peccato.
In secondo luogo, ma questo è un appunto da fan, si fa sentire l’assenza della seconda spada di Geralt, elemento di fondamentale importanza nell’ambientazione di The Witcher, che smorza così la precisione dell’universo narrativo.
In ogni caso, un po’ di spadate condite da qualche sana palla di fuoco non stancano mai.
–Simone Formicola–