Tra i vari prodotti che Bethesda ha mostrato al pubblico durante l’ultimo E3, The Elder Scrolls Legends è tra quelli che più mi hanno incuriosito. Senza nulla togliere a titoli attesissimi come il nuovo Prey o Dishonored 2, ero curioso di capire come avrebbe fatto un gioco di carte collezionabili come questo ad approcciarsi a un mercato dove competitor “pesanti” di certo non mancano (chi ha detto Hearthstone?). Eh sì: TES Legends è proprio un card game online, dove due giocatori si affrontano in una delle tante arene di Tamriel, il continente più famoso – e popolato – del mondo di Nirn. Il titolo si presenta come un classico ‘spendi-risorsa, gioca-carta’ ma, differentemente dai suoi tanti cugini, qui si gioca su due zone diverse: una aperta e l’altra in ombra.
Lo scopo è quello di perforare le difese avversarie per annichilirlo rosicchiandone i trenta punti vita. Tutte le carte hanno un costo in magicka che va ad aumentare di una unità per ogni turno. Pagato il costo, la carta può essere attivata e, nel caso si tratti di una creatura, piazzata a scelta del giocatore su una delle due zone. Se giocata in quella in ombra, non può essere oggetto di attacchi da parte dell’avversario per un round. Nella zona aperta, invece, le carte sono immediatamente targettabili (e quindi è consigliabile giocare qui gli alleati più potenti).
Come nel più classico dei card game, i danni più consistenti li causano le creature evocate, grazie al loro punteggio di forza. L’altro valore, la resistenza, rappresenta il quantitativo di danni necessario per distruggerle. Ogni giocatore possiede, inoltre, 5 rune: ogni 5 punti vita subiti ne perde una, avendo il diritto a pescare una carta.
In quanto a meccaniche, il gioco è simile – ma non uguale – ad Hearthstone, soprattutto nella fase di accumulo mana/magicka, nevralgico per giocare le carte e stabilire una strategia a lungo termine. L’idea delle due zone è una chicca che amplia il già vasto ventaglio di opzioni strategiche, obbligando il giocatore a ragionare su un duplice livello di tattiche. La creazione dei mazzi (sulla base delle caratteristiche Forza, Intelligenza, Saggezza, Agilità, Resistenza) e la presenza di carte ultracomuni, comuni, non comuni, rare e leggendarie rappresenta un ulteriore elemento di profondità, dando del filo da torcere ai cercatori di combo.
Dal punto di vista del gameplay, le modalità sono ben cinque, e si va dall’allenamento contro l’IA allo scontro online. Nella beta che ho testato non sono incappato né in bug né in difficoltà nell’accesso all’arena; va ancora verificato il bilanciamento tra mazzi e carte, e al momento il rosso-verde (Forza-Agilità) sembra il più pericoloso. Merita una nota a parte lo Story Mode, che consente di affrontare un tutorial ben strutturato e di facile apprendimento, di far guadagnare carte speciali e nuovi mazzi con cui cimentarsi contro gli altri giocatori, e di immergersi massicciamente nel continente di Tamriel della Seconda Era. La sensazione di trovarsi nel mondo creato da Bethesda la si ha fin dal momento dell’accesso al gioco: abbiamo un filmato introduttivo (di qualità piuttosto bassa rispetto gli standard Bethesda, devo dirlo) e la creazione del personaggio sulla base delle razze già note agli amanti della saga (Argoniani, Bretoni, Nord, Redguard, Dunmer, Altmer e Chiari, Khajiiti ed Orchi), le quali hanno notevole impatto anche sul gameplay, senza dimenticare la scelta di una delle dieci classi, alle quali corrisponde un mazzo base diverso. In più ci sono delle missioni giornaliere che invogliano piacevolmente il giocatore a immergersi nelle trama per ottenere monete d’oro (utili per fare acquisti – il gioco, lo ricordo, è free-to-play) e carte speciali.
Indubbiamente è impossibile non percepire delle similitudini con i tanti altri giochi di carte in circolazione (e come potrebbe essere altrimenti?), ma personalmente non ho avuto l’impressione di avere a che fare con un clone: la possibilità di sfruttare strategicamente le zona rendono Legends piuttosto accattivante, la realizzazione tecnica è – fin da ora che siamo in beta – eccellente, e la grafica delle carte invitante e rievocativa. Il brand di The Elder Scrolls è sicuramente forte tanto quanto quello di Warcraft, e nonostante Hearthstone possa vantare una base di utenza decisamente più ampia, la soddisfazione di giocare carte come i Draghi di Sangue o gli Atronach è quasi simile a quella di stampare una Ysera in faccia all’avversario. Non ci credete? Allora guardate il nostro video-gameplay!
Vi ricordo, infine, che la data di uscita non è stata ancora fissata, ma il gioco dovrebbe essere pubblicato sicuramente entro quest’anno. In merito alle piattaforme, il titolo è previsto per PC e iPad.
– Fabrizio Palmieri –