Chissà quanti di voi si ricordano di “The Rocketeer” (in Italia “Le avventure di Rocketeer”), film in equilibrio tra sci-fi, steampunk e filone supereroistico, uscito nel 1991 e diretto da Joe Johnston, basato sull’omonimo fumetto indie di Dave Stevens.
Cosa vi ho riportato alla mente, eh? La pellicola racconta la storia dello spericolato stuntman e pilota Cliff Secord (Billy Campbell) che, alle soglie di una Seconda Guerra Mondiale alternativa, scopre un misterioso zaino a razzo che gli consente le più incredibili evoluzioni senza l’ausilio di un mezzo aereo. Con la complicità del meccanico di fiducia (Alan Arkin), progetta di utilizzare lo zaino per mero tornaconto personale, ma è costretto dagli eventi ad agire altrimenti: la sua ragazza Jenny, giovane promessa di Hollywood e omaggio alla diva anni ’40 Betty Page (interpretata da una giovane Jennifer Connelly) viene rapita da un misterioso figuro che si scopre essere Neville Sinclair, vanesio attore alla Errol Flynn, ma in realtà pericolosa spia nazista (interpretato dal britannico Timothy Dalton). Al giovane Cliff non resta che vestire l’elmetto (e lo zaino) del proto-supereroe Rocketeer e cominciare a calciare un po’ di sederi crucchi.
All’uscita nelle sale il film fu accolto tiepidamente dal pubblico, fino ad essere considerato un fallimento dalla produzione e dal regista, quel Joe Johnston responsabile degli effetti speciali di “Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta”, nonché director di “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”, “Jumanji”, “Jurassic Park 3” e il primo “Captain America” del 2011. Il film, omaggio alla serialità cinematografica degli anni ’30 e ’40, riuscì comunque, prendendosi molto sul serio e presentando una filosofia supereroistica piuttosto canonica, a guadagnarsi uno zoccolo duro di fan – zoccolo duro che si presentò in massa (parecchi pure in costume) alle proiezioni per il ventennale del film organizzate da Disney.
E proprio in quell’occasione deve essere saltato in mente, alla casa di Topolino, di lanciarsi in un ennesimo sequel-reboot. Secondo The Hollywood Reporter, la major californiana sarebbe, infatti, impegnata proprio in un progetto di questo tipo riguardante Rocketeer, attualmente in una fase iniziale di produzione. Lo script sarà opera di Max Winkler (figlio di Henry, il leggendario Fonzie di “Happy Days“) e Matt Spicer, mentre Blake Griffin e Ryan Kalil si occuperanno della produzione. Benché “The Rocketeer” (questo sarà probabilmente il titolo ufficiale anche del nuovo film) sia definito dalla stessa produzione come reboot-sequel, gli eventi che tratterà saranno ambientati sei anni più tardi rispetto agli accadimenti del film del 1991, e pare non terrà troppo conto della continuity precedente.
La vera notizia, però, è che a quanto pare l’attillata divisa di Rocketeer sarà vestita in questo caso da una donna di colore: sei anni dopo l’improvvisa scomparsa di Cliff Secord (il Rocketeer originale), avvenuta mentre combatteva i nazisti, si fa strada una giovane pilota afroamericana a rilevare il testimone e gli scomodi panni dell’uom… pardon, della donna-razzo. Le vicende la vedranno coinvolta nel tentativo di fermare il furto di tecnologia jet-pack da parte di scienziati criminali in piena Guerra Fredda.
Il progetto non può che incuriosirci e farci piacere: le eroine di colore nella cinematografia fantastica si contano sulle dita di una mano – ci vengono in mente giusto Ororo Munroe, alias Tempesta degli X-Men, e il tenente Nyota Uhura di “Star Trek“. Non appena avremo ulteriori dettagli, soprattutto riguardo regia e cast, vi informeremo a… razzo!
– Luca Tersigni –