Sin dalle prime pagine si capisce che Il Ritmatista, young novel di Brandon Sanderson edita in Italia da Fanucci, non è un libro come tutti gli altri. Confesso che dalla sinossi ho avuto un po’ il timore di trovarmi di fronte a una storia che volesse richiamare quella di Harry Potter, ma fortunatamente dopo poco ho realizzato come in realtà il tipo di trama si discostasse da quella del maghetto occhialuto, seppur mantenendo alcuni punti chiave che caratterizzano i romanzi per adolescenti.
Joel, il protagonista della storia, ha da sempre una passione assoluta per la Ritmatica, una disciplina nella quale, attraverso una particolare capacità e predisposizione che non tutti hanno, è possibile donare la vita a semplici linee tracciate con il gesso, creare dei campi difensivi e delle creature, i gesseri, che combattono e interagiscono con ciò che li circonda. Lui però non è un Ritmatista, non è stato scelto quando aveva otto anni dal Maestro durante la cerimonia nella camera di iniziazione, e non solo non può godere di tutti i privilegi legati a questa classe di combattenti d’elite, ma soprattutto, nonostante la grande predisposizione e l’arguzia che lo contraddistinguono, non può recarsi a combattere in Nebrask.
Nella prestigiosa scuola di Ritmatica Armedius, dove studiano ritmatisti e non, il nostro non-prescelto si ritrova però ad affrontare una delicata situazione a seguito di alcune sparizioni di studenti che, lontani dalla scuola, trascorrono le vacanze estive insieme alle proprie famiglie: qualcuno minaccia le vite dei Ritmatisti, dunque il lettore si trova ad accompagnare Joel durante questa sua avventura. Nel corso della lettura facciamo conoscenza anche con Melody, una ragazza ritmatista un po’ stramba, con la quale Joel indaga per cercare di fare chiarezza sulle vicende e scoprire cosa si nasconde dietro a queste misteriose sparizioni.
Il pregio più grande del libro sta nella semplicità con cui è scritto. È una storia umile che non vuole raccontare nessun evento troppo articolato, ma attraverso un mix di situazioni d’azione e altre più narrative e descrittive, riesce a tenere il lettore incollato fino alla fine della storia (che poi vi accorgerete come non abbia l’aspetto di una vera e propria conclusione). La capacità di Sanderson nel descrivere le situazioni è il punto forte della produzione, e riesce a rendere davvero tangibile il mondo in cui si svolge l’avventura, anche grazie ai disegni, che a ogni capitolo colorano ancora di più la fantasia del lettore.
Abbiamo comunque a che fare con un fantasy steampunk per ragazzi, quindi aspettatevi descrizioni di situazioni e personaggi che non indugiano troppo sulle parole; nonostante questo, vi posso assicurare che immergendosi sempre più a fondo nella storia diventa impossibile non affezionarsi a Joel, al suo carattere e al suo status di non-prescelto, col quale il lettore si identifica rapidamente. La decisione di affiancare Melody al protagonista, poi, rende tutto ancora più frizzante, visti i caratteri complementari dei due: da un lato abbiamo il non-ritmatista, orgoglioso dell’intelligenza e dell’arguzia di cui è dotato, animato dalla sua passione per la materia, con più tecnica e regole dei ritmatisti stessi, ma anche frustrato per il non poter far parte di questo mondo che tanto ama; dall’altro, invece, c’è una ritmatista, la prescelta, insicura e demoralizzata per il motivo opposto: lei odia la ritmatica, ma è stata costretta a intraprendere questo percorso per volere della sua famiglia, in quanto tutti i suoi fratelli sono ritmatisti. Lo status di insoddisfazione dei due protagonisti, unito alla misteriosità delle sparizioni, manda avanti senza intoppi la narrazione, creando situazioni di tensione, ma anche momenti ironici e rocamboleschi, che tendono a creare tra i due l’idea della coppia perfetta, che tuttavia alla fine sboccerà in qualcosa di ancora più epico di una semplice complicità adolescenziale.
L’unica nota negativa, a mio avviso, riguarda l’ambientazione, forse un po’ scontata: per quanto troverà sicuramente riscontro in una parte del pubblico, l’idea della scuola di “magia” (a patto che la ritmatistica possa rientrare in questa definizione) dà l’impressione di essere stereotipata, così come questa classificazione tra prescelti e non, senza dimenticare i professori, alcuni dei quali più disponibili nei confronti degli allievi, altri un po’ più scontrosi (e che potrebbero anche rivelare delle cattive sorprese) e infine il classico preside bonaccione (questo senza barba lunga però), che ha un rapporto privilegiato col protagonista.

L’autore
Sì, abbiamo citato tutti gli ingredienti per una young novel perfetta, ed effettivamente il risultato è proprio quello. Bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Sanderson ciò che è di Sanderson: l’autore ha senza dubbio confezionato un buon prodotto per chi è appassionato di questo genere, che si ritroverà ad apprezzare le quasi quattrocento pagine nelle quali si snodano le vicende.
Voi l’avete già letto? Cosa ne pensate?
– Alessia Bellettini –
‘Il Ritmatista’ di B. Sanderson – Recensione
Isola Illyon
- Trama avvincente e intrigante;
- Lo stile di scrittura permette una lettura facile e veloce;
- Ottima caratterizzazione per il protagonista;
- Grande cura per l'edizione italiana;
- Qualche situazione stereotipata di troppo;
- Entrare in sintonia e comprendere le linee ritmatiche, i cerchi ritmatici e i gesseri non è immediatissimo;