La più attesa e controversa stagione di Game of Thrones è entrata ormai nel vivo: i grandi snodi narrativi di cui è composto l’intreccio de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” stanno per essere via via dipanati. Ma spettatori e, soprattutto, lettori si trovano coinvolti in uno schizofrenico sviluppo della storia per cui, paradossalmente, esiste una trama condivisa tra saga letteraria e serie tv e una trama che, invece, vive solo sul piccolo schermo. C’è però un personaggio in particolare che fino alla quarta stagione, e per parte della quinta, è parso immune ai cambiamenti imposti dalla produzione della HBO rispetto a ciò che si legge nei libri di George Martin. Mi riferisco a Sansa Stark.
Diversamente da quanto è accaduto per la maggior parte degli altri protagonisti, le cui vicende sono state modificate o stravolte, fino a quando l’abbiamo vista ospite (oppure ostaggio?) a Nido dell’Aquila assieme al subdolo Petyr Baelish, tutto sembrava ricalcare la sua linea narrativa raccontata nei romanzi. Poi, però, tutti in carrozza e via verso nord, fuori dalla inespugnabile Valle di Arryn e dritti in bocca a quegli schizzati dei Bolton. E da lì in avanti è successo di tutto. Ora, non sappiamo cosa avesse previsto Martin per Sansa dopo gli eventi di “A Dance with Dragons”, però possiamo di certo dire che se prima la giovane Stark appariva come una bambolina indifesa in balia degli eventi e del volere di uomini potenti, la sua storyline, così come narrata nella serie tv, pare aver subito una svolta sostanziale.
Le lacrime agli occhi per la dipartita di Hodor nella puntata 6×05 potrebbero aver fatto passare in secondo piano un particolare potenzialmente esplosivo. All’inizio dell’episodio Ditocorto riesce raggiungere Sansa con un messaggio in cui la invita ad un incontro, ma le cose non vanno proprio secondi i suoi piani: l’erede di Grande Inverno non è più la ragazzina spaventata e ingenua a cui ci eravamo abituati. Il suo sfogo nei confronti di Petyr è una sorta di liberazione, l’urlo di chi non ha più intenzione di farsi prendere in giro dal destino.
Sai cosa mi ha fatto Ramsay? Se non lo sai, sei un idiota. Se lo sai, sei un mio nemico. Vuoi sapere della nostra prima notte di nozze? Non mi ha mai picchiata in faccia, perché il mio viso gli serve. È il viso della figlia di Ned Stark, l’erede di Grande Inverno. Ma tutto il resto… ha fatto ciò che ha voluto con il resto di me, perché potessi dargli un erede. Posso ancora sentirlo. Non intendo “provo ancora dolore nel mio tenero cuore”. E quello che mi ha fatto lo sento dentro al mio corpo, stando in piedi davanti a te, qui e ora.
Parole durissime sottolineate dall’espressione truce di Brienne alle sue spalle. Mai sentita una Sansa così esplicita e adirata, ma come darle torto e come non compatirla? La vita le ha riservato solo male fino a qui, salvata da Joffrey per finire violentata da Ramsay, di cui ora… porta in grembo l’erede. Già, questo è il particolare scottante a cui mi riferivo. Perché in molti si sono chiesti se le sue parole non lasciassero intendere il riferimento a qualcosa che non fosse solo il male fisico e psicologico. E quella sua frase “I can still feel IN my body” (dentro al mio corpo) lascia veramente poco all’immaginazione.
Ma gli indizi non si fermano a questa conversazione. In effetti, al Castello Nero vediamo Sansa rinunciare al cibo e perdere l’appetito e, come se non bastasse, Jon nota che la (presunta) sorella indossa dei nuovi abiti. Forse per stare più comoda? Beh, a giudicare dall’inquadratura che vedete qui sopra e che evidenzia una pancia quanto meno sospetta, direi che le serviva un vestito più largo. Certo, è vero che il cibo dei Guardiani della Notte non è sicuramente qualcosa che si vorrebbe mangiare, ed è altrettanto vero che, finalmente al sicuro dopo tanto tempo, Sansa potrebbe semplicemente aver ripreso interesse per ago e filo. Inoltre, uno stupro è un’esperienza degradante e distruttiva che lascia un segno indelebile nel corpo e nell’anima, anche senza gravidanze indesiderate. E conoscendo Ramsay, c’è da credere che le violenze non si siano limitate alla notte di nozze…
Un’ipotesi verosimile che potrebbe significare una svolta davvero importante, una di quelle che parrebbe strano non leggere anche nel prossimo libro di Martin, anche se gli autori della serie ci hanno già abituati a rovesciamenti di trama mica da poco. Ma qui stiamo parlando dell’eventuale figlio di Sansa, non di chi ha ucciso il Mastino.
In ogni caso, che la figlia di Ned sia incinta o meno nella testa di Martin, ciò che leggeremo nel sesto capitolo della saga, “The Winds of Winter”, sarà certamente diverso rispetto alla serie tv. Basti pensare, per esempio, a dove si trovi in realtà Brienne, oppure a quale donna sia andata realmente in sposa a Ramsay e sia poi saltata giù dal muro di Grande Inverno con Theon (aiutata, ricordiamolo, di Mance Rayder, il Re oltre la Barriera, e dalle sue mogli di lancia – sì, quello che avete visto bruciare da Melisandre in realtà non è morto nei libri). Insomma, leggeremo qualcosa di simile a ciò che stiamo vedendo in tv? Come farà Sansa ad arrivare alla Barriera da Jon? E soprattutto, come farà a rimanere incinta di Ramsay (sempre che questa ipotesi sia confermata dagli eventi televisivi)?
Personalmente sono davvero curioso, perché – lasciatemelo dire e poi scannatemi pure – ho sempre pensato che Sansa fosse un personaggio importante per l’intera storia. Capisco che la maggior parte di voi voglia vedere solo spade e sangue, ma il mondo de “Le Cronache” non sarebbe così minuziosamente dettagliato – tanto da far impazzire i fan con teorie di ogni tipo e cacce all’indizio – senza un contesto credibile. E nel contesto ci metto anche la principessa che sogna il principe azzurro e che invece vive nel terrore. Martin ha costruito un mondo che ai nostri occhi appare tanto reale che quasi si potrebbe credere sia davvero esistito. Se così non avesse fatto, staremmo leggendo (e guardando) un fantasy come tanti altri. Big George ha messo assieme tanti cliché narrativi in un modo del tutto nuovo, mai visto prima: ha usato come collante una trama che mette al centro gli uomini e le donne, con tutti i loro pregi e i loro difetti, con tutto il loro essere umani, come lo siamo noi.
Quanto vorrei vedere una regina a Grande Inverno…
– Michele Martinelli –