Siamo abituati a collegare le action figures al mondo degli anime giapponesi e dei videogiochi, con la riproposizione dei personaggi più belli di queste opere in statuette super dettagliate e in grado di assumere qualsiasi tipo di posizione. Guai a chiamarli giocattoli: qui ci troviamo nel campo del puro collezionismo, e ogni miniatura rappresenta un oggetto da esporre, spesso senza neppure rimuoverla dalla confezione originale per preservarne nel modo migliore il valore.
David Silva, probabilmente, conosce bene questo mondo già di per sé affascinante, e ha deciso di accostarlo in maniera geniale a un altro universo ricco di fascino come quello dei dinosauri: i grandi rettili preistorici spesso sono riprodotti solo nelle vesti di giocattoli per bambini, con conseguente scarsa accuratezza scientifica viste le poche pretese del pubblico a cui sono rivolti. Silva ha dunque pensato bene di creare una serie di action figures basate proprio sulle creature che nel Mesozoico dominavano la Terra, che unisse il rigore scientifico con un aspetto estetico accattivante, partendo dalla ricostruzione di una famiglia di dinosauri, quella dei dromeosauridi che, data in pasto al grande pubblico, rigore scientifico non lo aveva mai ricevuto.
Cercherò di essere più chiaro: del film Jurassic World (così come dei precedenti tre capitoli di Jurassic Park) tutti ricorderanno i velociraptor, vere e proprie dino-star di queste pellicole di successo. Ecco, dimenticateveli, invece: i velociraptor mostrati al cinema sono quanto di meno vicino esista a una ricostruzione paleontologicamente corretta di quella specie di dinosauri. Innanzitutto perché i velociraptor erano grossi più o meno come polli, e già questo potrebbe bastare, ma a rincarare la dose ci sono le nuove teorie dei paleontologi, che ormai danno come abbastanza certo il fatto che tali creature fossero ricoperte da un leggero piumaggio, segnale del passaggio evolutivo che collega alcune specie di dinosauri agli uccelli odierni. Piccoli polletti colorati, certo, ma pur sempre letali (almeno su questo i film non sbagliavano), in quanto dotati di un grosso artiglio mobile alle estremità degli arti inferiori, con il quale dilaniavano le loro prede, che cacciavano in branco. Silva, con le sue miniature, riporta quindi queste creature al loro aspetto originario, comunque non meno affascinante di quello errato a cui ormai il grande schermo ci ha abituati.
La produzione della Raptor series di queste miniature dall’accattivante nome di Beasts of the Mesozoic si trova attualmente alla ricerca di fondi con il sistema del crowdfunding, e sul portale Kickstarter ha già superato i 170 mila dollari a fronte della soglia di 125 mila richiesti per l’inizio della produzione (qui la pagina dedicata al progetto, a cui si può ancora partecipare fino al 27 maggio). I finanziatori che doneranno dai 35 dollari in su avranno diritto a tre figures di altrettante sottospecie di raptor ricreate con estrema cura da Silva, la cui produzione dovrebbe partire nel 2017.
– Davide Carnevale –