Manipolazione dell’informazione, intrighi diplomatici e politici, multinazionali con pochissimi scrupoli, armi biologiche, masse di disperati, movimenti secessionisti, superpotenze in espansione: che cos’è, un trattato di attualità geopolitica?
Niente affatto, si tratta degli ingredienti della serie The Expanse, ciclo di romanzi sci-fi che sta riscuotendo, soprattutto negli USA, un grandissimo successo – complice la serie tv trasmessa in streaming sul canale dedicato SyFy, ormai giunta alla fine della prima stagione. Caliban – La Guerra è invece il secondo romanzo del ciclo letterario, edito in Italia da Fanucci, e fa seguito all’esordio di Leviathan – Il Risveglio nel quale Daniel Abraham (già autore de La città dei poeti) e Ty Frank (assistente di G.R.R. Martin), sotto lo pseudonimo di James Corey, avevano gettato le basi per il loro sistema solare prossimo venturo. Caliban – La Guerra riprende gli avvenimenti pochi mesi dopo la fine degli eventi del romanzo precedente, confermando così il carattere seriale del ciclo e proponendosi come Space Opera del nuovo millennio.
SINOSSI
Mentre la protomolecola sverna allegramente su Venere, dopo esservi stata fatta precipitare insieme all’intero asteroide di Eros, la Terra e Marte si fronteggiano su Ganimede, granaio del sistema solare. Una misteriosa creatura non umana fa scempio di marines terrestri e marziani mentre le flotte spaziali contrapposte si incolpano a vicenda e iniziano a spararsi addosso, dando il via al confronto tanto temuto tra le due superpotenze del sistema. Una marine marziana sopravvissuta, Roberta Draper, la sottosegretaria delle Nazioni Unite Chrisjen Avarasala, Jim Holden ed il suo equipaggio per conto dell’APE, ognuno a modo suo, tenteranno di capire chi ci sia dietro a queste manovre e chi potrebbe avere più interesse a scatenare un conflitto a tutto campo nel sistema solare.
GUERRA IN SORDINA
Il titolo non deve trarre in inganno, il romanzo si rivela piuttosto interlocutorio all’interno di quello che sarà probabilmente il ciclo narrativo: di guerra guerreggiata e di battaglie vere e proprie su larga scala non se ne vedono se non in coda al libro. Il focus del romanzo prosegue sulla falsariga di Leviathan, continuando a mantenersi in bilico tra avventura di esplorazione spaziale, spy-story tra le stelle e thriller politico al massimo livello, con una spruzzata di fantascienza bellica di tanto in tanto. La tecnica dell’intreccio rimane quella del romanzo precedente, né più né meno di quella presente nei volumi del ciclo de Le Cronache del ghiaccio e del Fuoco di George Martin, ovvero una successione di capitoli chiamati col nome del protagonista, del quale rappresentano il punto di vista nel succedersi degli avvenimenti.
Salutata la riuscitissima figura del detective Miller, Caliban – La Guerra introduce tre nuovi personaggi all’interno di questa dinamica (complicando sensibilmente l’intreccio rispetto a Leviathan): la marine marziana Draper, il pezzo grosso del governo terrestre Avarasala ed il biochimico di Ganimede che darà il la alla risoluzione dei misteri (o quantomeno di una parte di essi), mentre Jim Holden e l’equipaggio della Rocinante saranno il trait d’union con la narrazione del capitolo precedente. Anche in questo caso le linee narrative dei personaggi procederanno apparentemente separate tra loro, salvo intersecarsi repentinamente ed abbastanza imprevedibilmente. Da questo punto di vista, così come dal punto di vista della ricostruzione dell’ambiente nel quale si muovono i protagonisti (sempre credibile), il romanzo fa di nuovo centro. La Draper, donna d’azione finita in un gioco più grande di lei e la politica d’alto rango Avarasala, donna di potere ma realmente interessata al bene della propria gente, sono i due personaggi femminili chiave che finalmente reggono le sorti della vicenda, riuscendo ad essere ottimamente caratterizzate e credibili, ognuna con le proprie debolezze, idiosincrasie e manie (l’elegante signora sottosegretario che si abbandona al turpiloquio più greve ogniqualvolta le cose si complicano è imperdibile). Insomma, il romanzo si fa leggere e, pur risultando un po’ più lento rispetto all’esordio, siamo comunque su livelli d’eccellenza.
C’è però da riscontrare come diverse scelte (tra cui il megacliffhanger finale, gli indizi sparsi qua e là senza apparente beneficio per il romanzo strettamente inteso, ed il tirare un pelo troppo per le lunghe certe situazioni narrative) portino alla conclusione che The Expanse si avvii ad essere per la fantascienza ciò che ASOIAF è per il fantasy: per molti versi è un bene, mentre per altri c’è da sperare che non ne replichi le difficoltà delle dinamiche editoriali.
– Luca Tersigni –
- Gli autori sanno come costruire un intreccio e mantenere la suspance;
- Introduzione di ottimi personaggi, soprattutto Roberta Draper e Chrisjen Avarasala;
- Poche battaglie spaziali, ma verosimili e ben raccontate;
- L’eccessivo sviluppo di alcune parti di trama poco funzionali al racconto, come a tentare di diluire la narrazione su più romanzi;