Ormai il fenomeno cosplay è definitivamente uscito dalla nicchia nella quale equivoci e pregiudizi l’avevano relegato inizialmente ed è diventato, se non proprio fenomeno di massa, almeno fenomeno di costume generalmente riconosciuto e sostenuto da ottimi numeri. Ne è testimonianza il numero di partecipanti (più di 70 esibizioni tra singoli e gruppi), per esempio, al Xmas Comics & Games (evento invernale di Torino Comics) tenutosi nell’area fieristica del Lingotto a Torino il 12 e 13 dicembre scorsi, al quale noi di Illyon eravamo presenti. In giuria, tra gli altri, era presente Giorgia Vecchini, alias Giorgia Cosplay, nome tra i più noti nell’ambiente ed alfiera del cosplay italiano nel mondo. Come farci sfuggire l’opportunità di una bella chiacchierata con la simpaticissima cosplayer veneta, che sfoggiava per l’occasione una mise natalizia rosso fuoco? Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Giorgia e benvenuta su Isola Illyon. Sei famosissima nell’ambiente cosplay, ti vuoi in ogni caso presentare velocemente ai nostri lettori?
Grazie tante, è un piacere! Certo, sono Giorgia Vecchini, in arte Giorgia Cosplay e sono nata ad Isola della Scala, vicino a Verona. Sono cresciuta, come tutta la mia generazione, nel mito dei fantastici anni ’80 dell’animazione giapponese mentre mia mamma mi trasmetteva la manualità e il piacere per la sartoria e i tessuti. Unendo queste due passioni ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cosplay al Lucca Comics, alla fine degli anni ’90, e poi prendendoci sempre più gusto e dedicandoci sempre più tempo, fino ad arrivare a vincere nel 2005 il titolo di Best individual cosplayer al World Cosplay Summit di Nagoya, interpretando Silen da Devilman. Tra le altre cose ho posato per Vogue nel 2007 nei panni di Wonder Woman, partecipato alla sit-com Gamers per GameStop, alla webzine Game Club per MediaWorld, ed al programma televisivo Base Luna andato in onda in terza serata su Raidue.
Ecco, tu fai parte di quel ristrettissimo manipolo di persone che ha traghettato il cosplay al livello professionistico nel nostro Paese. In quali aspetti risiede principalmente il professionismo, rispetto alla passione di migliaia di ragazzi che lo fanno principalmente come hobby, pur ad ottimi livelli?
Guarda, posso dirti sicuramente il tempo investito nello studio del personaggio e nella programmazione, dai quali discendono a cascata tutti gli altri aspetti. Anche solo la scelta del personaggio, che è fondamentale rispetto al tipo di conformazione fisica dell’interprete: non basta che amiamo alla follia un personaggio, dobbiamo anche avere il physique du rôle per interpretarlo. Mi vedi, io sono una donna con un certo tipo di fisico e di curve, se volessi interpretare, poniamo, Heidi, con tutta la buona volontà del mondo non sarei molto credibile. Un altro aspetto, ahimè, spesso trascurato in Italia è l’interpretazione: Cosplay è la contrazione dei termini inglesi Costume e Play. Play in inglese non significa solo gioco (motivo per cui spesso siamo presi poco seriamente) ma anche recitazione, interpretazione: una professionista cura moltissimo anche la parte recitativa, in modo non dissimile da un attore. Poi certo, a livello tecnico e di cura del dettaglio l’asticella si alza in modo notevole: servono tempo, competenza e anche denaro, perché i materiali costano. Io cerco sempre di autoprodurmi tutto ciò che posso, ma ovviamente non sempre è possibile. Per la reinterpretazione del costume della Wonder Woman del nuovo film, per esempio, per le parti metalliche del costume devo rivolgermi a un un cosmaker professionista versato nell’utilizzo di metalli, foam e vetroresina .
Qui in fiera hai posato per la performance live di Lucio Parrillo. Se gli illustratori sono i Leonardo da Vinci odierni, come dice spesso Lucio, allora le cosplayer sono le Monna Lisa di oggi?
Magari non proprio Monna Lisa, ma senza dubbio fonte di ispirazione per fumettisti e illustratori. Mi capita molto spesso – e non è un caso – che disegnatori mi chiedano di utilizzare qualche mia posa fotografica per la loro performance artistica. Credo sia una buona sinergia, che nel caso di oggi poi si è concretizzata in un live con un grande professionista. Meglio di così…
Quale tipo di personaggi ti piace di più interpretare, a livello personale? Puoi citarcene qualcuno che ha significato molto per te?
In generale mi diverto se i personaggi sono divertenti da interpretare, quindi sono attirata da personaggi complessi e multisfaccettati come sono i “villain” rispetto ai cosiddetti buoni, condannati spesso a essere monolitici. Mi rimane nel cuore l’ambiguo Barone Ashura per il quale mi fece addirittura i complimenti Go Nagai stesso; poi ovviamente Silen, ma anche Wonder Woman, o Sailor Pluto. Ultimamente ho interpretato anche una Black Widow ispirata non a quella di Scarlett Johansson ma piuttosto ad una reinterpretazione in chiave manga dell’illustratore nipponico Shunya Yamashita.
Parliamo della polemica, che abbiamo affrontato anche noi di Isola Illyon, riguardo la tendenza di certi/certe cosplayer a modificare il look di alcuni personaggi solo per scoprire parti del corpo strategiche. Che ne pensi? Credi che questa faccenda possa far fraintendere ancora di più il fenomeno cosplay?
Penso che sia solo tanto fumo per attirare qualche like in più: io non lo farei mai, è una questione di rispetto per il personaggio. Intendiamoci, se interpreto Lamù, devo mostrare tutto ciò che mostra Lamù, in linea con l’originale. Allo stesso modo, non tradirei mai un costume solo per mostrare le tette: se interpreto Darth Vader, mi infilo nello scafandro integrale, punto e basta. Altrimenti, a mio parere, è solo una prostituzione del personaggio. Ma ripeto, ognuno raggranella like come crede. Riguardo a gettare discredito sul mondo del cosplay, non credo esista questo pericolo, per un semplice motivo: dipende dall’approccio dell’interlocutore. Se una persona è disposta ad ascoltarci e a cercare di capire le passioni profonde che ci muovono, non si ferma a questi aspetti superficiali; se, invece, è decisa a liquidarci come esibizionisti e basta, non credo che questa problematica possa appesantire molto i pregiudizi che già possiede.
Siamo in un periodo decisamente prolifico per il fantastico, con molte altre opere cinematografiche all’orizzonte, come Dungeons&Dragons o Warcraft, che si prestano molto bene a delle interpretazioni cosplay. Hai già individuato qualche personaggio che ti stimola per il futuro?
In realtà no. Non ragiono “a lista”, anche se molti si regolano così, decidendo a tavolino le successive interpretazioni. Io invece devo vivere il film, l’anime o il fumetto per vedere se il personaggio mi piace, se mi dà degli input, degli stimoli. Solo a quel punto inizio a considerare gli aspetti più tecnici. In fondo, la magia del cosplay è tutta qui: è il piacere di portare sulla scena dei personaggi che ti hanno fatto sognare a tal punto da volerli fare in qualche modo tuoi, reinterpretandoli e dando loro vita di nuovo.
Ringraziamo ancora Giorgia per la simpatia e la disponibilità, ma non prima di avervi dato appuntamento sul suo sito web e sulla sua pagina Facebook!
– Luca Tersigni –