Nonostante la saga cinematografica, diretta da vari registi tra i quali Bill Condon (Demoni e Dei e Dreamgirls, giusto per citare un paio di opere eccellenti) e sceneggiata da Melissa Rosemberg (alla quale si devono O.C., Dexter e il prossimo Jessica Jones, serie tv dedicata all’omonimo personaggio Marvel), sia oramai alle nostre spalle, nonostante i libri restino per me uno dei punti più bassi della letteratura di genere, sia che la si veda sotto il profilo dell’horror-romance, dello young-adult paranormal, o della romance pura, e nonostante esso abbia ispirato un altro filone di qualità particolarmente discutibile, ossia la “saga” di “50 Sfumature di…“, pare che il “fenomeno Twilight” sia lungi dall’essersi esaurito.
Era da anni che Stephanie Meyer, autrice di ben quattro libri (Twilight, New Moon, Eclipse e Breaking Dawn) e dello spin-off La breve seconda vita di Bree Tanner (riguardante un personaggio abbastanza marginale della serie) cullava un nuovo progetto: ossia, narrare le stesse vicende dei suddetti volumi, ma viste dall’occhio del vampiro Edward Cullen, così da esplorare meglio il suo punto di vista, le scelte che lo portano ad allontanarsi per un po’ di tempo dal suo amore, Isabella “Bella” Swan, e capire come e perché si giungerà al matrimonio prima di consumare l’atto sessuale. Sì, avete letto bene. Un vampiro, adolescente, che si sposa prima di consumare il matrimonio. Un vampiro cattolico, dunque, che preserva l’integrità della propria innamorata fino a che non siano legittimamente sposati.
Forse qualcuno può avere avuto un mancamento a questo punto (che sia un bene o un male, lascio decidere a voi). Vi concedo dieci minuti di tempo per riprendervi, poi tornate qui a leggere.
Ebbene, di questo nuovo e fantomatico racconto qualcuno ha pensato bene di spiattellarne in rete una versione ancora in fase embrionale (il titolo doveva essere Midnight Sun), e così la Meyer ha deciso di accantonarlo – questa persona sconosciuta probabilmente avrà ricevuto un silenzioso ringraziamento da parte di molti di noi.
Purtroppo lo stesso non può dirsi della sua “figlia d’arte”, in senso improprio, ossia E.L. James (al secolo Erika Leonard) la quale, dopo aver trasformato la sua fanfiction ispirata a Twilight nel grande successo commerciale che risponde al nome di “50 Sfumature di” (Grigio, Nero e Rosso), ha di recente pubblicato Grey, ossia le stesse vicende narrate dal punto di vista di questo esempio di psicopatico che risponde al nome di Christian Grey, un tizio che è stato fatto passare come una sorta di eroe romantico, quando nella realtà andrebbe sbattuto in cella a vita per svariati capi di imputazione, tra cui stalking, violenza fisica e morale su una donna e trasporto improprio di monociglio.
Rivolgendomi a tutte le lettrici, ma sul serio l’ideale che cullate di uomo è uno che vi impedisca di vivere, vi frusti e sevizi negandovi ogni libertà? Fatemelo sapere!
In questa grande sagra del “giochiamo a chi ha idee meno originali possibile che ci facciano comunque tirare su i milioni”, Stephanie Mayer ha rilanciato con una grande intuizione: proporre, in occasione dei dieci anni dall’uscita del primo Twilight, la stessa, identica storia, ma invertendo il sesso dei protagonisti: date il benvenuto a Life and Death – Twilight Reimagined. Dove c’era la goffa e stupida Bella Swan, che doveva sempre venir salvata e che era contesa tra un licantropo ed un vampiro, avremo adesso Beaufort soprannominato “Beau” (francese che sta per “Bello”, maschile di, ehm… Bella), un giovane con i medesimi problemi sociali (ossia essere un impedito cronico) che verrà conteso dalla forte e protettiva vampira Edythe Cullen e dalla licantropa Julie, dato che in Twilight il triangolo amoroso è la norma.
Sì, anche le iniziali dei personaggi sono le stesse.
Il motivo di questa “coraggiosa” scelta editoriale, a parte i $$$oldi, è che alla Meyer hanno fatto notare quanto fosse poco educativo aver creato una protagonista come Bella, che non fa altro che farsi salvare dal suo “grande amore” di turno e che si caccia nei pasticci come neanche Lois Lane di Superman: una ragazza senza personalità, che vive all’ombra del suo uomo e che non trova soddisfazione in nulla della sua vita, a meno che non venga filtrata dalla presenza del vampiro Edward; una ragazza che per vivere “il grande amore per sempre” sceglie di rinunciare alla propria vita, anche se in nome dell’immortalità dei vampiri.
La risposta della scrittrice a queste critiche è stata quella di lasciare gli stessi personaggi bislacchi e stereotipati e cambiarne solo il sesso, anziché sforzarsi magari di creare qualche personalità di spessore e caratura che avesse qualità degne d’essere descritte e portate all’attenzione del grande pubblico, come ad esempio due innamorati di specie differenti ma con una morale, una forza d’animo e delle convinzioni in grado di fungere da modello per i più giovani che si accostano a questo tipo di letteratura. Peraltro, pare che Beaufort sarà “ancora più paranoico e protettivo verso Edythe“, assicura la Meyer. Non vedo proprio l’ora di leggere di un uomo che “si consuma d’amore“, addormentandosi da solo in un bosco, gettandosi giù da una rupe o facendo motocross rischiando di farsi del male pur di instaurare nuovamente il legame psichico con la sua vampira.
Unica nota positiva e di vaga attrattiva? Come ben sa chi ha letto i romanzi e visto i film (presente! E non fate quelle facce, non si può parlare di qualcosa che non si conosce…), i licantropi di Twilight avevano l’abitudine di andare sempre in giro a torso nudo a causa del fatto che, in stile Hulk e Kenshiro, finivano sempre con lo strappare i vestiti nel momento della trasformazione. Ci dobbiamo dunque augurare che le licantrope di turno seguano la stessa tendenza, scorrazzando con i seni al vento? Sarà quindi la volta buona in cui anche i ragazzi seguiranno in massa i film tratti da questo racconto, se mai dovessero annunciarli? Sì, può sembrare una battuta sessista. Però, prendetevela con Stephanie Meyer: è lei che ha iniziato.
Se siete interessati a Life and Death – Twilight Reimagined, sappiate che uscirà in Italia il prossimo gennaio 2016, e sarà composto da circa 440 pagine.
– Leo d’Amato-