Salve a tutti Isolani amanti dello spazio e della fantascienza! Oggi ci rivolgiamo soprattutto a voi, pionieri spaziali, perché come si evince anche dalla nostra intro in questi giorni stiamo vivendo un momento “nostalgia sci-fi” (ammissione di colpa: solo il sottoscritto la sta subendo…).
Che vuol dire esattamente? Semplice: ci siamo risvegliati una mattina con una voglia irrefrenabile del buon vecchio stile della fantascienza, di quella grezza ma sublime di 30, 40 anni fa che sapeva sconvolgere con i suoi racconti ai limiti dell’universo e con cervelloni positronici a fare da Signori della Guerra. Detti così, non sembrano chissà quanto diversi da quelli di oggi, eppure avevano un fascino tutto loro che mai più si ripeterà. Ergo, per ottemperare tale bramosia abbiamo aperto la nostra libreria e sfogliato l’unico e vero “padre e figlio” della fantascienza: Isaac Asimov.
Persi tra le pagine ci siam poi detti: “chissà quei simpaticoni dei nostri lettori cosa ne pensano di tali storie. Stiliamo una classifica e vediamo che ne esce!“. Come potete vedere eccoci qua.
Partiamo subito con la nostra lista, sulla quale però ci teniamo a precisare che l’ordine con cui è stilata non segue parametri di importanza, semplicemente è un aggregato dei nostri 5 racconti preferiti. Ci troverete anche i vostri?
- Conflitto Evitabile
È uno dei racconti più suggestivi e per un certo senso “innovativi” di Asimov, perché per la prima volta i Robot (in questo caso grandi macchine pensanti che controllano l’economia mondiale e la produzione agricola dell’intero pianeta) danno segni di ribellione alla Prima Legge della robotica nonostante siano perfettamente funzionanti. I cervelli positronici che assicurano il sostentamento dell’umanità smettono di funzionare, ma non in maniera improvvisa o con uno stop di massa, ma con semplici fluttuazioni nelle loro istruzioni. Prese singolarmente non hanno un gran rilievo ma se rapportate a tutta “l’umanità” e in una porzione di tempo più lunga, queste anomalie potrebbero sconvolgere l’intero eco/cyborg-sistema.
Questo avviene perché le macchine hanno assimilato e generalizzato la Prima legge, trasformandola in una bozza della futura Legge Zero (“Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno”). I sintetici, dunque, stavano semplicemente seguendo i loro ordini perché, nella loro conoscenza, avevano calcolato che effettuare quelle piccole anomalie avrebbero apportato un maggiore beneficio all’umanità intera, ma solo in futuro. Proprio per questa trovata il racconto ebbe notevole successo e la Legge Zero venne poi ripresa anche in altri racconti con maggiore enfasi.
- Robot NDR-113/ L’Uomo Bicentenario
Non c’è bisogno di grosse presentazioni per quanto riguarda questi due racconti (si son due, ma alla fine è come se equivalessero ad una sola grande storia), visto che la loro fama ha raggiunto livelli interplanetari grazie al film “L’uomo Bicentenario”, con protagonista Robin Williams.
Una storia all’inverso questa volta: se la tendenza umana è quella di creare macchine e a volte assimilarsi con esse, in questo racconto troviamo per la prima volta un robot, Andrew, fuori dal comune, desideroso di diventare quanto più umano possibile, al fine di comprendere l’unica cosa che da sempre gli sfugge: l’umanità e le emozioni con cui questa comunica. Una straordinaria storia, che racchiude non solo genialità e trovate artistiche che solo Asimov poteva creare, ma anche un interessante avventura vista con gli occhi di un “diverso”: un estraneo che tenta di essere accettato. Ma la cosa più strabiliante è che, grazie agli occhi di Andrew, si può osservare l’uomo nella sua interezza, senza essere di parte o faziosi: capire noi stessi grazie ad un robot.
Se c’è qualcuno che non ha letto questi due racconti o non ha nemmeno visto il film (abbastanza fedele alla controparte scritta), deve assolutamente recuperare in quanto è una pietra miliare dell’intera storia fantascientifica.
- Notturno
Uno dei racconti più belli ed apprezzati dal sottoscritto (che lo reputa il migliore mai scritto da Asimov). Lo conoscete? La storia è semplice quanto terribilmente affascinante e geniale: su un pianeta remoto dell’universo il buio è assolutamente sconosciuto. Non esiste notte, non esistono stelle in quanto il pianeta è illuminato da ben sei soli differenti che garantiscono una luce perpetua e costante. Ma la storia parte subito con qualcosa di sconcertante e con una domanda: “Cosa accadrebbe se gli uomini potessero vedere le stelle solo una volta ogni mille anni? Impazzirebbero”.
La domanda si riferisce al fatto che, sul pianeta in questione, sta per accadere qualcosa di raro ma terribile: un’eclissi. Secondo gli scienziati locali, infatti, una eclissi si verificherà proprio su uno dei soli, mentre gli altri stanno tramontando, e questo porterebbe al Buio (lettera grande propositamente scelta), portando alla follia gli abitanti. Essi infatti usano il “buio” artificiale come un qualcosa di estremo in attrazioni di luna park e test scientifici. Un po’ come per noi è fare paracadutismo o simulare l’assenza di gravità. Asimov ci catapulta in una vicenda che per noi ha dell’assurdo (l’oscurità è una cosa comune sulla Terra), ma se ci riflettiamo un po’ su non è difficile immaginare lo sgomento che si può provare ad immedesimarsi nei panni di quella povera civiltà così dedita alla luce. Non vi svelerò il finale, perché spero che tutti voi lo conosciate o lo recuperiate prestissimo.
- L’ultima domanda
Altro racconto geniale e assai profondo del nostro Isaac, il quale questa volta ci porta a che fare con la domanda più grande di tutte (una delle tante): come si può invertire la morte termica dell’Universo?
Non è questa una banalità, è una cosa certa che avverrà sicuramente, solo che a noi interessa altamente poco perché parliamo di un arco di tempo di miliardi e miliardi di anni.
Ma Asimov ha provato a incarnare la paura di chi quel momento lo vivrà e di come si possa invertire il processo di entropia. Il racconto si distribuisce in varie fasi temporali (distanti anche milioni di anni tra loro), ma il protagonista vero e proprio rimane uno e incorruttibile: un Multivac, un computer dalla capacità infinita che all’inizio è semplicemente un super calcolatore senziente al quale viene posta la fatidica domanda. Le sue risposte saranno sempre negative e non daranno mai utili informazioni agli umani che saranno destinati all’estinzione. Ma questo non è certo il finale, non mi sarei mai sognato di spoilerarvelo così su due piedi: il Multivac, nel corso dei trilioni di anni, assumerà sempre più conoscenza e sempre più analisi fino a diventare quasi un essere superiore, esistente solo nell’iperspazio raggiungendo quasi uno stato divino. In questa forma egli apprenderà il metodo per invertire il processo entropico universale, ma purtroppo non c’è nessuno a cui comunicar la sua scoperta perché tutto è morto, tutto è freddo. Cosa fare quindi? Passo per passo, come fece qualcuno prima di lui forse, ricreare da capo… “Sia fatta la luce disse il Multivac, e luce fu”.
Non ho nient’altro da aggiungere a questa incredibile storia se non: quanto è assurdamente originale una cosa del genere?
- Trilogia della Fondazione
Come ultima opera selezionata non poteva che mancare l’intera Trilogia della Fondazione (trilogia e basta, i sequel non ci son garbati), che di certo tutti conosceranno e che abbiamo deciso di inserire non solo perché è l’opera massima del nostro scrittore in questione ma perché rappresenta l’emblema principale al quale tutta la fantascienza moderna fa riferimento: esplorazione spaziale, pianeti, imperi galattici, “psicostoria”, le Fondazioni, Hari Seldon. C’è così tanta roba da poterci discutere per decenni, ma qui lo spazio è ormai al termine e noi siamo costretti a salutarci. Siamo anche sicuri che non c’è bisogno alcuno di presentarvi questa Trilogia, visto che la sua fama non ha eguali (magari in futuro ne faremo qualche approfondimento, che ne dite?).
Speriamo di avervi fatto cosa gradita nell’avervi ricordato questi capolavori sci-fi, ovviamente solo alcuni tra tanti, del passato e che ora non stiano scendendo troppe lacrime sui vostri volti. Non esitate a condividere con noi le vostre impressioni e i vostri scritti preferiti di Isaac Asimov. Alla prossima!
– Giulio Marciello –