Due anni dopo ‘Pacific Rim’, il film sui robottoni giganti che pestavano i mostri arrivati attraverso un wormhole, Guillermo Del Toro torna al cinema con qualcosa di completamente diverso. Si tratta, come certamente saprete, di ‘Crimson Peak’, horror dai tratti gotici ambientato per la maggior parte nella tetra magione britannica di Allerdale Hall. Il film, date le credenziali del regista, aveva immediatamente acceso la curiosità di critici e appassionati (in proposito vi rimando alla preview curata dalla nostra Caterina Gastaldi). Noi di Isola Illyon non potevamo mancare all’appuntamento del 22 ottobre al cinema e adesso eccomi qui, pronto a fornirvi la nostra recensione.
DISCLAIMER: Il presente articolo contiene unicamente gli SPOILER giudicati indispensabili per comprendere l’argomento trattato. Se volete evitare di rovinarvi la sorpresa anche su questi particolari (in gran parte già svelati dal trailer), “Hic sunt leones!”: saltate il prossimo paragrafo, dedicato alla sinossi, e andate dritti al commento.
Mi sia consentito di riassumere per sommi capi la trama: sul finire dell’Ottocento, la vita di Edith Cushin, figlia di un ricco imprenditore americano, viene sconvolta dall’irruzione di Thomas Sharpe, affascinante nobiluomo inglese, rampollo di una dinastia sull’orlo della bancarotta. Il baronetto, accompagnato dalla sorella Lucille, femme fatale con la quale sembra condividere il concetto di amore fraterno proprio dei biondi figlioletti di Tywin Lannister, nasconde evidentemente un bel po’ di mistero in più rispetto all’uomo medio, e questo non può mancare di sedurre la giovane e ingenua Edith. D’altronde la ragazza, che ha ambizioni di scrittrice (più sul genere Mary Shelley che Jane Austen, per sua stessa ammissione), nutre verso il Mistero un’insana fascinazione, sin da quando, appena bambina, ha avuto un incontro decisamente conturbante con il fantasma della propria madre. La strada per il matrimonio è breve, così come lo è quella fino ad Allerdale Hall, la magione diroccata degli Sharpe. Di quanto segue lascio la narrazione alle ben più abili mani del regista messicano.
Guillermo Del Toro, nella sua imprevedibilità, è a modo suo una garanzia; se non altro la garanzia di non vedere su schermo qualcosa di scontato. Dopo il visionario ‘Labirinto del Fauno’ e la coraggiosa serie TV ‘The Strain’, che declina il vampirismo in salsa epidemiologica, le aspettative per questo film erano decisamente alte. Ebbene, senza scendere eccessivamente nei dettagli e parafrasando quanto asserisce la protagonista all’inizio della pellicola, “questo non è un film sui fantasmi; è un film in cui ci sono dei fantasmi”. Chi ha già visto ‘Crimson Peak’ capirà senz’altro – e non è da escludere che proprio la battuta di Edith volesse fornirci una chiave di lettura sull’intera pellicola, più che sul suo goffo esperimento letterario. I fantasmi ci sono, certo: non manca nemmeno qualche jumpscare vecchio stile, ma per la verità nulla di eccessivo. La bravura del regista sta tuttavia nel rendere orrorifiche, più che le sporadiche presenze spettrali, le atmosfere del film: è un concetto difficile da rendere a parole, a maggior ragione immaginatevi lo sforzo per portare un meccanismo del genere su schermo.
Tutto sussurra allo spettatore che qualcosa non va, fin dalle primissime scene: la rigidità di Lucille, i suoi occhi vitrei, glaciali; il confabulare fra fratello e sorella, gli sguardi sfuggenti, i silenzi, il non detto… anche semplici gesti come offrire il tè assumono sfumature sinistre che inquietano in una maniera ben più sottile e radicale delle apparizioni di fantasmi. Gli stessi colori e filtri della pellicola sono pensati in tutto e per tutto per mettere sul chi vive lo spettatore: la dominante violentemente gotica, del rosso e del nero, è solo occasionalmente spezzata dal bianco e dal giallo canarino, colori associati alla protagonista, che non mancano di essere sepolti dalle tinte decisamente più fosche di Allerdale Hall. Visivamente, il risultato è in eguale misura angosciante, soffocante e straordinario.
Promossa a pieni voti – ma potevano esserci dubbi? – la recitazione dei tre personaggi principali: Mia Wasikowska (‘Alice in Wonderland’) rende alla perfezione nel ruolo della ragazzina ingenuotta, capace però anche di tirare fuori gli attributi quando necessario; Tom Hiddleston (il dio norreno Loki nel Marvel Cinematic Universe) ci regala un’interpretazione intensa e credibile, con espressioni facciali che spesso dicono più di mille parole; Jessica Chastain, la sorella del baronetto, appare bellissima, glaciale, sinceramente agghiacciante, avvolta com’è nei colori del rosso e del nero. La resa del terzetto è semplicemente meravigliosa.
La quarta protagonista è, immancabilmente, la casa. Allerdale Hall è un maniero in rovina, decadente come di rado ne abbiamo viste al cinema, permeato dall’essenza stessa del marciume e della consunzione. Come ogni castello delle fiabe, anche questo ha delle zone in cui alla protagonista è vietato accedere. Alcune aree, ci informa Lucille, “sono malsicure”; dal tetto della sala principale nevica legno fradicio, la casa stessa sta sprofondando nell’argilla rossa, che trasuda dalle assi del pavimento come sangue di delitti inconfessabili. I camini sospirano e piangono, il gelo si impadronisce di ogni stanza, l’acqua sgorga rossa dai rubinetti come da sangue da una giugulare tranciata. Falene nere mangiano le farfalle colorate e cadono morte, così come altri insetti sopraffatti dal sentore di morte che aleggia nella casa. L’idea della morte e del cadavere è una presenza costante, forse persino più di quella dei fantasmi: sta appoggiata sulla nostra spalla per tutto il tempo della proiezione.
A volte, più che un horror, ‘Crimson Peak’ sembra quasi un giallo, del quale la povera Edith deve scoprire la soluzione per cercare di salvare la propria vita dal tranello in cui è caduta per amore. I fantasmi sembrano quasi un pretesto, come direbbe Edith “una metafora del passato”, più che la minaccia che ci si aspetterebbe di trovare in un film del genere. Ma d’altronde, per una riedizione di ‘Paranormal Activity’ non ci vuole certo un Del Toro. Volendo evidenziare qualche aspetto negativo, c’è sicuramente una ricorrente dissolvenza al nero che, personalmente, ho trovato deleteria per l’immedesimazione dello spettatore (troppo old-style, troppo insistita, soprattutto piuttosto inutile) e un finale un tantino telefonato. Ma anche questo è un appunto che lascia il tempo che trova: per quanto prevedibili, le sequenze finali sono decisamente riuscite e disturbanti.
Insomma, Isolani, se avete voglia di un horror confezionato in maniera artistica e fuori dagli schemi, se vi siete stancati delle videocamere installate in tutte le stanze, se avete voglia di respirare una sana atmosfera gotica, e se amate Gullermo Del Toro… ebbene, questo è un film che non potete lasciarvi scappare.
– Stefano Marras –
‘Crimson Peak’: la recensione
Isola Illyon
- Visivamente e cromaticamente straordinario;
- Attori calati nel ruolo e interpretazioni particolarmente riuscite;
- Atmosfere gotiche, soffusamente orrorifiche, persino più delle occasionali presenze spettrali;
- La resa del maniero di Allerdale Hall è piacevolmente disturbante in ogni suo aspetto;
- Un horror decisamente atipico, che assume le sfumature del giallo;
- L'ossessiva ricorrenza di una dissolevanza decisamente old-style;
- Finale un po' prevedibile, ma non per questo privo di suspense;