I lettori diligenti e che fanno i compiti a casa non solo ricorderanno che il nome del Bello non è nuovo alle pagine dell’Isola, ma indubbiamente riusciranno ad elencarmi così sull’unghia quanto avevamo detto vi fosse di meritevole riguardo a “Il Libro Proibito”, eBook edito dalla GDS non al più tardi dello scorso anno.
La saga, ricca di citazioni e facile agli excursi, non si è certo arrestata con la conclusione del secondo capitolo, che vedeva i nostri protagonisti Hoenir, Crise, Kowen, e Autolico in partenza per un viaggio trans-dimensionale (posta in palio, l’esistenza passata, presente e futura del multiverso) mentre nelle Marche Orientali un imperatore in stress post-traumatico e un primo consigliere dai fini non esattamente onesti si preparavano ad affrontare un’invasione di barbari irretita dal malvagio demone Isabò (col cui nome il sottoscritto ancora fatica a scendere a patti), mentre sullo sfondo si infittiva il mistero sull’identità del Vendicatore, cosplayer di Batman elettosi custode della capitale imperiale di Byze, e Daeron si addentrava nelle terre di Haimal in missione diplomatica.
Assumendo, dunque, da parte vostra una certa familiarità con la saga (in caso contrario, posso consigliare di interrompere la lettura della presente recensione per andare ad aggiornarvi), cosa possiamo dire del terzo capitolo, “L’Iniziazione“?
In generale, purtroppo il libro rappresenta una piccola delusione, non tanto per le sue carenze (assolutamente immutate rispetto al suo predecessore), quanto per una sostanziale stagnazione a livello stilistico e narrativo: laddove prima ci si poteva augurare, a fronte di una base indubbiamente solida sotto numerosi punti di vista, un progressivo ingentilimento di alcune grossolane incertezze nel pacing e nello sviluppo dei personaggi, con questo nuovo romanzo tali incertezze sembrano calcificarsi in uno stile ricorrente di scrittura, piuttosto che come errori dettati dall’inesperienza.
Ciò non va interpretato, tuttavia, in senso esclusivamente negativo: l’impressione non è quella di una carenza di fondo (per quanto, indubbiamente, lo stile rimanga acerbo), quanto piuttosto di un’insicurezza rispetto al materiale originale. Uno dei temi centrali rimane la narrazione, ma se prima storie e novelle contribuivano a impreziosire e scandire ad intervalli semi-regolari la trama principale, adesso durante la lettura sembrano prendere il sopravvento sulla storia, sui fatti, e sui personaggi. Oltre che per ingerenza, assistiamo anche a una proliferazione nella tipologia di fonti cui l’autore si rifà, e che vede accanto a un’antologia fiabesco-tradizionale aggiungersi citazioni letterali di Asimov e George Lucas.
Esemplificativo di ciò è una delle sequenze centrali del romanzo, la triplice prova cui sono sottoposti i nostri beniamini, che arriva ad assomigliare più a un collage che a un passaggio narrativo. A risentirne, inutile dirlo, sono i veri punti di forza del libro, che muove decisamente in direzione dell’epic-fantasy, rispetto alle tonalità più high del capitolo precedente.
Lo sguardo del narratore si allarga a dismisura, i punti di vista secondari si moltiplicano e raggiungono nuova rilevanza e profondità, iniziando a costruire quello che si prospetta uno scontro veramente “epico”. Il world-building giunge a una svolta definitiva (finalmente l’aspetto cosmogonico è trattato in maniera dettagliata), ma purtroppo in tal senso non è di molto aiuto la mappa allegata subito dopo il prologo: oltre alla qualità granulare dell’immagine e del tratto, si aggiunge un’infelice scelta di font per i nomi di luoghi e città, font che risulterebbe decisamente ostico, per non dire irritante, se non fosse per una certa familiarità da parte dei lettori con la geografia del continente.
Tenendoci sul piano del world-building, ci troviamo di fronte ad alcune idee che, per quanto suggestive e originali, paiono discostarsi, per il bene e per il male, dalla tendenza contemporanea a un fantasy più gritty e realistico: armate da mezzo milione e passa di uomini vengono buttate sulla carta con una certa noncuranza, come pure città semoventi nel mezzo del deserto e divinità pentadimensionali iperintelligenti. In tutta onestà, tali scelte appaiono decisamente ponderate e in linea con la finalità meta-narrativa di portarci in un mondo volutamente fiabesco e ampiamente sopra le righe.
Come già per “Il Libro Proibito”, si capisce chiaramente dove idee e suggestioni vogliano andare a parare, e cioè sul mistero, sull’emozione, sul coinvolgimento, e su una certa passione per colpi di scena e rivelazioni shock (aspettate solo di scoprire chi si nasconde dietro alla maschera del Vendicatore…). Tuttavia, spesso le parole fanno loro difetto, e il tutto rimane intrappolato nell’inchiostro sulla carta (ok, pixel neri su pixel bianchi visto che è un eBook, per gli amici pignoli da casa…). L’impressione è che l’autore stesso sia il primo ad esserne cosciente, ma sembra anche che la direzione da lui intrapresa per porvi rimedio, affidandosi e incorniciando il lavoro altrui, non sia quella più adatta. E cosa accadrebbe se si scegliesse di farne a meno? Impossibile a dirsi, per il momento: ma la saga è tutt’altro che conclusa.
– Federico Brajda –
‘Hoenir – l’Iniziazione’ di D. Bello – Recensione
Federico Brajda
- Notevole passione ed evidente affetto dell’autore per personaggi, luoghi, atmosfere: è questa è contagiosa;
- Pochi personaggi ben caratterizzati anziché prosperare di co-protagonisti da mezza battuta a testa;
- Si legge agevolmente in un paio di giorni di full-immersion fantasy;
- Salvo alcuni scivoloni (no, non possiamo perdonare una citazione dai Libri dei Whill), il materiale per così dire “d’importazione” è veramente di altissima qualità;
- Poca audacia da parte dell’autore: si insiste molto su tropi classici, estratti non originali, e scelte ampiamente conservative;
- Stilisticamente parlando, la narrazione può risultare a volte monotona e tutt’altro che coinvolgente;
- I personaggi sono ancora da limare: talvolta si torna alle vecchie abitudini e da protagonista a tutto tondo ci si ritrova per le mani una macchietta bidimensionale;