5-6-7 ottobre 2015: segnate queste date sul calendario, Illyoners Italici, perché a partire da oggi e per i prossimi giorni ci sarà (finalmente) Nausicaa della Valle del Vento al cinema.
Ne abbiamo già parlato qui, ma giusto perché lo sappiate, Nausicaa è uno dei capolavori del maestro di animazione giapponese, Hayao Miyazaki, anzi, quello che da molti è stato considerato il “primo capolavoro“, visto che il film è uscito nel 1984, epoca in cui lo Studio Ghibli doveva vedere ancora la luce (cosa che accadde precisamente l’anno seguente), dopo il consolidamento con Isao Takahata e il sostegno di Toshio Suzuki. Ma la definizione “primo capolavoro” non è solo da attribuire alla storia dello Studio Ghibli: Nausicaa è stata anche la prima opera realizzata completamente da Miyazaki-sensei a giungere sul grande schermo (la pellicola, infatti, è stata tratta dal manga omonimo da lui creato, pubblicato in Italia prima da Granata Press e poi da Panini Comics).
SI SA O SI DEVE SAPERE: I GIAPPONESI SONO ESIGENTI
Nel campo dell’animazione (così come in ogni altro campo…), i Giapponesi tendono a cercare la perfezione, ed essa esige pochi rischi e poche scempiaggini. Per questo prediligono produrre opere tratte da manga, magari che abbiano avuto un certo successo, giusto per muovere gli scacchi senza perdere i pezzi. Mossa saggia, ma sofferta. I primi lavori che Miyazaki-sensei propose alle case produttrici vennero scartati proprio per questo motivo: erano opere “originali”, e il rischio era troppo alto… per questo il direttore di una popolare rivista di allora, Animage, ovvero Toshio Suzuki, impressionato dal lungometraggio Lupin III – Il castello di Cagliostro diretto da Miyazaki-sensei e uscito nel 1979, chiese prima al regista di realizzare un manga, rifiutando le sue proposte di film. E una volta che il manga di Nausicaa fu pubblicato, non attese che venne concluso, ma ne assegnò subito al maestro la sua trasposizione cinematografica.
Come vi immaginereste un Hayao Miyazaki alle prime armi? Pensereste mai che Nausicaa sia stato realizzato con una ventina di animatori e un budget a malapena di un milione di dollari? E che la produzione sia stata (letteralmente) “partorita” in soli nove mesi? Ebbene è così. Tutti i più grandi sono partiti a piccoli passi, è proprio vero.
Il senso di paternità che Miyazaki-sensei ha provato nei confronti di questa sua opera e nel voler portare, a tutti i costi, qualcosa di suo sul grande schermo, l’ha premiato: ciò che ha significato molto per lui, sembra essersi ripercosso sulla storia degli anime. Nausicaa vuole insegnare alla passata, presente e futura generazione, la potenza dei valori morali. Da qui in poi, il maestro assumerà come peculiarità lo stile dai toni fiabeschi dipinti su storie crude e mature, e lo Studio Ghibli farà suo come tratto distintivo l’utilizzo di tecniche tradizionali di disegno. Ma non è dato sapere quale tra i tanti ingredienti che Nausicaa ha, sia il preponderante, la nota forte, quella che ha segnato un trionfale ingresso per Miyazaki-sensei, il primo e sicuramente non l’ultimo, nel mondo dell’animazione e, oso dire, in molti altri aspetti della cultura contemporanea (film, giochi, libri ed esseri umani, sono stati tutti ispirati dalle opere del maestro).
In ogni caso, c’è solo da leccarsi i baffi per questa nuova versione italiana.
PERCHÉ “NUOVA” EDIZIONE ITALIANA?
Così come è stato per “Principessa Mononoke”, la Lucky Red, una delle nostre case di produzione e distribuzione cinematografica, ha deciso di proporre per questa uscita nelle sale un nuovo doppiaggio. Questa sostanzialmente la novità, speriamo con un doppiaggio migliore di quello di Principessa Mononoke…. EH?! Chi ha parlato?! Io non ho detto assolutamente che il doppiaggio della “nuova” Principessa Mononoke è infinitamente migliore rispetto all’altro, più fedele, più profondo, più “tutto”, ma a fare la pecca sono quelle inezie tradotte ad ogni costo pedissequamente, tralasciando l’empatia, che si può riprodurre benissimo, nonostante la differenza linguistica e il tono aulico, come ad esempio “con pupille offuscate”.
No, no… non ho detto alcunché…
Tornando a Nausicaa, la certezza sta nel fatto che di sicuro il successo è garantito, così come è stato per le altre versioni proposte recentemente dalla Lucky Red in questa ondata di eventi che ha visto (e rivisto) le opere dello Studio Ghibli. Sono pronta a scommetterci.
I TEMI DI NAUSICAA DELLA VALLE DEL VENTO: A CHI DICE CHE I CARTONI ANIMATI “SONO SOLO PER BAMBINI”
Personalmente non mi stancherei mai di vedere questa delicata, forte e sicura principessa di nome Nausicaa. Diciamocelo, la visione della donna negli anime è combattuta (come se altrove fosse diverso…): o abbiamo donne indipendenti ma vittime del fascino, come Fujiko di Lupin, oppure donne un po’ “bamboline” come Usagi/Bunny di Sailor Moon. Le donne di Miyazaki (e anche le “sue bambine”) rappresentano un’ideologia che sfiora il femminismo. Sono donne “reali”, con debolezze, che arrossiscono, con guance solcate da lacrime, ma anche tanta, tanta personalità, tanto coraggio, tanto onore. Sono donne viste sotto l’occhio di un ragazzo, perfettamente rappresentate senza richiami sessuali o volgari, permettendo così di essere portavoci di valori dello stesso livello degli uomini, anche se (ovviamente) diverse. Insomma, Miyazaki ama le donne delicate ma forti, sicure, principesse guerriere nell’animo, pure creature attaccate alla terra ma in grado di volteggiare in aria come ballerine. Sì, perché Miyazaki-sensei ama anche volare.
Per gli aerei, e tutto ciò che vola, Miyazaki ha una passione che non è stata mai segreta: basti vedere “Porco Rosso” o la sua ultima opera “Si alza il Vento“. Ha sempre sognato e poi disegnato nuovi strumenti per volare, in modo plateale, innovativo, almeno in una sequenza di tutte le sue opere. Per Nausicaa ha creato il suo Mowen, quell’aereo-deltaplano che pare un po’ una manta e le dà giustamente un aspetto più da domatrice del vento che da pilota.
Ma ciò che davvero fa di Nausicaa un successo da (ri)vedere sono i temi legati all’ambiente e al rispetto della natura. La delicata metafora di una Giungla tossica (causata dalle armi dell’uomo) sembra ammonire l’umanità: basta con la guerra, con il desiderio di possedere egoisticamente il mondo. Soltanto l’amore, il sacrificio e il coraggio verso quei “mostri” che distruggiamo possono donare speranza al domani.
1984-2015: segnatevi queste date, Illyoners, perché il maestro non ha ancora finito la sua lezione…
– Elisa Erriu –