Profanando, pregando o semplicemente avventureggiando. Qualunque sia la vostra intenzione, in questo ciclo di approfondimenti vi porterò in un luogo ben noto a tutti gli adoratori di fantasy, anche se è un luogo che pochi osano solcare, un luogo sacro: il terreno degli dèi.
Perché, chiederete voi? Perché non c’è niente di più umano e vicino a noi…di un dio.
DIVINITÀ NORDICHE
Parto con gli emblemi assoluti del fantasy, moderno e passato. Le pagine dei libri di Tolkien e di Neil Gaiman sono devote agli altari norreni, sono voti cartacei ispirati alle loro intriganti storie fatte di sangue, di faide, oggetti magici e creature potenti quali i draghi e gli elfi. Ma gli dèi norreni che aspetto hanno tra noi oggi?
Nella letteratura contemporanea vi sono ancora numerosi riferimenti a tali divinità: alcuni autori ne fanno in maniera più decisa (e qua si sfocia nell’infinito marasma di scrittori e case editrici), altri in maniera più delicata, tra i quali, volendo, potrei citare anche lo “zio” G.R.R. Martin: gli Estranei non ricordano un po’ i giganti di ghiaccio contro cui combattono gli dèi Norreni? E quei lupi e quei draghi, quelle vendette infinite, quell’Inverno che sta continuamente arrivando, non hanno un sapore un po’ “nordico”?
Comunque, è soprattutto attraverso i videogiochi che gli dèi barbuti e nerboruti rivivono un nuovo modo di venir adorati. Infatti appaiono spesso negli RPG o nei giochi di ruolo sotto forma di boss da combattere, come preziosi alleati e/o persino armi: ne cito uno a caso, Odino, il padre di tutti gli dèi. Nella serie di “Final Fantasy” diventa uno spirito da invocare durante i combattimenti, a cavallo del suo fedele destriero (di prassi è Sleipnir, e secondo il mito dovrebbe avere otto zampe). Ma in alcuni capitoli della saga quest’idea viene rivisitata, tanto da far diventare Odino stesso un cavallo/arma, come in “Final Fantasy XIII“. Non si può, inoltre, non citare la presenza di Odino in titoli come “Call of Duty” o “Starcraft 2“, dove il suo aspetto divino assume ancora una volta i tratti di una super-arma tecnologica.
Numerosi riferimenti agli dèi norreni e al loro mondo, vengono fatti anche in “Skyrim“: il più famoso è in riferimento a una missione principale, in cui il protagonista si ritrova in una sala gremita di guerrieri caduti, ispirata chiaramente al Valhalla.
Ma l’adorazione non passa soltanto nel formato digitale: i fedeli riempiono di tributi anche i giochi da tavolo e di carte, sconfinando persino nel mondo orientale, come nel gioco di carte “Yu-Gi-Oh!”. Impossibile non citare, poi, il nostro tanto amato “Magic: the Gathering“, decisamente il gioco più fantasy che conosca (e collezioni… alla grande). Sorvolo sui riferimenti agli elfi, ai draghi, ai giganti e ai troll, che vengono direttamente dal Nord… sembra che l’edizione “Ondata glaciale” rispecchi un mondo assai vicino e ispirato agli dèi norreni, con le sue Valchirie, i suoi guerrieri assolutamente vichinghici, le sue bestie assolutamente vichinghiche, e i nomi che ricordano una lingua che vive di ghiaccio e sangue.
Sorvolando su altri orizzonti, è possibile imbattersi nei film e nelle serie tv anch’essi benedetti da queste divinità: smettetela per un momento di pensare al film “Thor” della Marvel. Se avete visto la saga di “Vikings”, vi sarete subito resi conto dell’abisso di differenza. Già Odino assume caratteristiche più fedeli al suo personaggio, con l’aspetto di un uomo anziano errante, una benda sull’occhio e in compagnia dei corvi, come dovrebbe essere: governatore delle guerre, delle vittorie e degli uomini (e specialmente delle belle fanciulle).
Ma sembra che in quest’era gli aspetti estetici siano stati limati per questi dèi norreni: ora c’è Loki, il dio ingannatore, con un elmo dalle corna ricurve e il volto di Tom Hiddlestone (tuttavia bravissimo ad entrare nel ruolo di faccia da schiaffi), mentre dall’altra parte c’è Thor con Chris Hemsworth e i suoi pettorali… volevo dire, Chris Hemsworth e il suo vestito da Thor con i CD-Rom (che nascondono i suoi pettorali). La divinità violenta, pronta a seminare mazzate, tuoni e lampi, che saettava in cielo col suo carro trainato da capre, non esiste più (e questo tipo di “bellezza”, in fondo, l’avevamo già potuta assaggiare da Beowulf). Quell’aspetto un po’ bruttino, diciamocelo, con quella barba lunga e rossa e il viso paonazzo a furia di bere e urlare, si è volutamente abbandonato per le esigenti fan del nuovo millennio. Il lato guerriero, però, ha perso notevolmente con la serie di Stan Lee, bisogna dirlo…
Ma ci pensano altre serie, altri film, a reinterpretare il favorito di casa Asgard: si passa dalla serie di Harry Potter, dove il dio vichingo è un fedele cagnolone che sembra un mastino napoletano, fino a diventare un comandante della flotta Asgard nella serie televisiva di Stargate SG-1. In quest’ultimo caso Thor ha l’aspetto di una specie di alieno un po’ umanoide, un po’ “che-roba-è”, completamente asessuato (fattore che al “vero” Thor non piacerebbe affatto). Va molto meglio a Loki, che diventa un personaggio dell’anime di “Fairy Tail” e de “I Cavalieri dello Zodiaco“. Anche qua è presente Thor, ma forse è meglio non ricordarlo…
Reinterpretati o appena accennati, gli dèi norreni vengono utilizzati anche nei cartoni per i più piccoli: “Le tenebrose avventure di Billy e Mandy” dedicano una puntata all’aldilà vichingo, dipingendo con tinte scherzose i guerrieri, le valchirie, i banchetti fastosi e lo stesso padre degli dèi.
In “Dragon Trainer“, la celebre serie cinematografica della Dreamworks, si fanno molteplici riferimenti a Thor e Odino; alcuni nomi dei draghi derivano dagli dèi stessi, e si sprecano le esclamazioni tipo “per Thor!” che sostituiscono ovviamente il nostro “per Dio“!
Un enorme successo gli dèi nordici lo ottengono anche in campo musicale. Una leggenda vuole che sia grazie alle folgorazioni di questi che le chitarre suonino: al di là di canzoni metal dedicate interamente a Thor, Odino, ecc, quali ad esempio “Sons of Odin” dei Manowar o “Immigrant Song” dei Led Zeppelin, ci sono gruppi musicali o album che fregiano il nome degli dèi stessi. Qua non parliamo di sola ispirazione, ma di vichinghi moderni: sono sicura che se il mondo non fosse già stato colonizzato, questi gruppi andrebbero su navi con draghi a prua in giro a razziare e cantare (adesso lo fanno, direte bene voi, senza le navi però…).
Andando ancora più lontano, troviamo sempre gli dèi norreni nei software per smartphone, nei nomi di città, nei giorni della settimana, negli asteroidi, nei gadget, nelle ricorrenze, e c’è persino un culto religioso che pone Odino come figura da adorare tutt’oggi! Niente scherzi: senza andare nell’Europa del Nord, c’è in Italia una “Comunità Odinista” che riallaccia usi e costumi degli antichi Longobardi. E se state ridendo al pensiero di gente che crede, nel terzo millennio, all’esistenza del Pantheon Nordico, abbandonando il confine tra mondo “fantasy” e culto, vi lascio questo messaggio: altre religioni promettono di liberare il mondo dai peccatori, eppure mi pare che in giro continuino a peccare. Odino ha promesso di liberare il mondo dai giganti di ghiaccio. Avete visto giganti di ghiaccio recentemente?
– Elisa Erriu –