Elen sila lumenn omentielvo avventurieri! Il mistero della creazione del mondo ha sempre suscitato la curiosità dei mortali, elaborando teorie e formulando ipotesi sui possibili responsabili della grandiosa macchina dell’universo. La fantasia dell’uomo ne ha generati di tutti i tipi ed ognuno con caratteristiche personali, che ricoprono, proteggono o incarnano ogni tipo di comportamento e capacità umana.
Ma nei gdr come Dungeons and Dragons, gli dei influenzano veramente il mondo di gioco? Sono utili alla trama? Possono modificare in maniera sostanziale il corso degli eventi? Ma le costine di agnello che ho ordinato le portate dal Burundi o riesco a mangiare entro un ora? Non state lì a soffiarvi il naso con un fazzoletto di terra, partiamo subito!
Dei ai fini della trama: il mondo di gioco.
Quando si parla di mondi di gioco, specialmente in D&D, le cose più probabili che possano capitare sono magie, creature fantastiche e divinità. Specialmente queste ultime svolgono un ruolo cardine nell’equilibrio cosmico, dando un significato al creato e a volte alla vita stessa del PG. Quante volte, nel corso di una sessione vi è capitato il solito chierico (possibilmente di Pelor) che vi dice quanto la sua vita sia cambiata grazie all’illuminazione sacra? E quanti accoliti vi han fermato propagandando le gesta e i miracoli di cui è testimone la loro chiesa? La vita religiosa all’interno del gioco può dare spessore al personaggio anche se non siete l’ennesimo paladino legale buono.
Quando si decide di ambientare una trama in un piano alternativo poi, non sempre ai personaggi è necessario sapere chi o quale divinità ha dato vita a quel piano, senz’altro però è utile che lo sappia chi amministra il gioco! Proprio come dei PNG ben caratterizzati, gli dei sono il collante invisibile che supporta e sostiene non visto tutto ciò che può essere percepito o meno. Guardiamo ad esempio nelle saghe di Dragonlance: il divino svolge un ruolo importante nella trama, intervenendo di persona talvolta per modificare il corso degli eventi. Può capitare infatti che sia un Dio in persona a consegnare ai PG le chiavi dell’avventura o che quando la situazione si fa critica e prossima alla fine del party, in piena tradizione greca arrivi il Deus ex Machina a sbrogliare l’impiccio. Sono tante le volte in cui può essere utile un piacevole espediente per pensare fuori dalla scatola.
Gestire il sovrannaturale: controindicazioni e conseguenze sui personaggi.
Affrontare divinità o diventarne una è il sogno impossibile di ogni giocatore di ruolo e molti manuali hanno spiegato dettagliatamente non soltanto capacità e abilità, ma fornito indicazioni, statistiche e talenti con cui definire il nostro personaggio fino a farlo diventare un dio. Spesso ho potuto attingere grandi spunti da tutto questo ma come può influenzare tutto ciò in game? Gli stessi incantesimi possono avere dei risvolti negativi quando il chierico di turno comincia a soffrire di deliri di onnipotenza piagnucolando con il master su cosa si possa chiedere o meno castando il temutissimo “miracolo“.
Giocare con gli dei è un mio personale diletto quando scrivo o gestisco la sessione, amo più di ogni altra cosa nascondere dietro i loro capricci o le loro azioni tutto ciò che di più sublime e malvagio ci sia nel mondo, perché del resto il concetto è questo: un dio altro non è che un riflesso del suo creatore, l’uomo. Chiaramente questa è semplicemente una mia considerazione e all’interno di Dungeons & Dragons tutto mi è concesso. Rimanendo tra le fila del GDR, l’elemento delle divinità è spesso scarsamente considerato perfino da quei personaggi che dovrebbero tenerlo più spesso in considerazione.
Bene! Direi che per oggi può bastare. Questo breve excursus filosofico si chiude qui. Dei straordinari ed imprese epiche fanno al caso vostro? Immolate un agnello qui sotto con un commento. Buona fortuna avventurieri!